🌞UN TRISTE NATALE

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Adoro la vigilia di Natale, mi piace questa atmosfera di luci colori e felicità che aleggia nell'aria. Mi emoziona andare in giro per negozi e scegliere dei pensieri da porgere alle persone che amo.

A volte mi piace anche semplicemente passeggiare e guardare le vetrine imbiancate e piene di luci.

Questo Natale però ha qualcosa di diverso. Ho già finito i regali da fare e non perché sono stata più organizzata e meticolosa, no... Ho semplicemente meno gente alla quale fare doni che è diverso. Questo doveva essere il primo Natale da passare insieme con Ryan e invece eccomi qui ad ammirare coppiette che condividono la gioia dello shopping natalizio. Non ci avevo fatto caso prima, ho sempre passato i miei Natali nella beata consapevolezza di quanto sia bello avere vicino la persona che ami e ora che l'ho incontrata e persa... darei di tutto per potermi rifugiare nuovamente nella mia spensierata incoscienza.

Guardo l'orologio, mancano cinque minuti alle tre e devo andare al secondo piano per aprire il negozio.

Il sig. Leroy manca anche oggi, il pomeriggio in verità mi lascia quasi sempre sola a badare al negozio.

Mi piace, mi sento la responsabilità di un'attività sulle spalle e mi galvanizza.

Sistemo degli album di prova e vado nel retro a cercare i dispositivi elettronici aggiustati che devo consegnare oggi.

Il mio telefono squilla, è un messaggio di Johnson, sorrido mentre gli rispondo. Mi piace stare in sua compagnia, è semplice stare con lui, il tempo passa velocemente e senza pressione.

Non stiamo insieme, una settimana fa ci siamo dati un tenero bacio sulla spiaggia mentre il sole tramontava nel mare.

Un bacio molto bagnato aggiungerei visto che lui era appena uscito dall'acqua gelata.

Mi fa sorridere e sentire leggera ma da allora ci siamo visti solo un'altra volta per consegnargli la sua macchinetta quindi non si può contare come un'uscita.

Ha una vita molto attiva, esce con un gruppo di amici tutte le sere ma non sono persone che conosco quindi mi vergono ad imbucarmi nella sua comitiva.

Non per questo ne soffro, Johnson è per me una bellissima distrazione.

Ci sentiamo per messaggio tutti i giorni, dal mattino fino a quando vado a dormire la sera. E' quello di cui ho bisogno ora. Distrazioni. Il telefono vibra, do una sbirciata, mi ha mandato una sua foto con indosso un cappello da alce con gli occhi storti. Rispondo con una moji divertita.

Scarico sul pc le foto che ho scattato.

Ce ne sono parecchie di Johnson con i suoi amici che fanno surf al tramontar del sole.

Clicco su una foto in cui Johnson è concentrato ad eseguire un Cut back, manovra a forma di S che il surfista compie per tornare nel cuore dell'onda per riprendere velocità ed eseguire altre manovre.

Johnson non ride, è concentrato a guardare l'oda che riflette i mille colori del tramonto.

Il suo viso è crucciato, le gambe perfettamente piegate e bilanciate, degli schizzi d'acqua gli cadono sul viso insieme ad una ciocca di capelli. La foto è perfetta. La mando in stampa.

Vorrei farla incorniciare e dargliela come pensiero per Natale. Certo non mi aspetto nulla da lui, sono consapevole che non stiamo insieme ma mi piace questa foto e se non la vuole lui posso appenderla in camera mia. Sorrido tra me e me.

Forse gli farebbe più piacere sapere che ho appeso una sua foto nella mia camera visto l'ego che ha di se.

Il mio telefono vibra di nuovo, lo prendo al volo pensando che è ancora Johnson. Sul display appare la scritta mamma accompagnata da una foto che ci ritrae insieme sorridenti. Premo la cornetta verde.

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