🌙ACQUA, SOLO ACQUA

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Arriviamo a villa Stevia alle prime luci del mattino, dire che ne resto piacevolmente impressionata è dire poco. Crederei facilmente che Edward la raggiunga ogni volta che può solo per godere del panorama e dei confort che gli offre questo luogo.

La villa è in posizione leggermente rialzata, con un magnifico panorama aperto sul mare. L'interno è arricchito di design contemporaneo e atmosfera marittima mediterranea. Noto subito la grande piscina a picco sul mare mentre Edward mi mostra la spa con un oblò per vedere il fondale marino. Mi sento venir meno, quindi mi faccio accompagnare subito nella mia camera da letto con la scusa del jet lag. Non so cosa mi inventerò domani quando sicuramente noterà la mia assenza diurna.

Appena vedo il letto a baldacchino con un morbido piumone saluto calorosamente Edward e mi tuffo cadendo nel sonno più profondo. Al mio risveglio è notte inoltrata, mi sono alzata più tardi del previsto, effettivamente c'è un bel fuso orario tra Philadelphia e l'Italia. Butto uno sguardo all'orologio, è quasi mezzanotte, devo ringraziare Rechel per esser andata a dormire così presto. Mi vesto e raggiungo il salone. Edward è ancora in piedi e mi aspetta per una cena molto ritardata. I camerieri mi squadrano irritati per avermi dovuta aspettare così tanto, li supero fingendomi altezzosa e viziata. Edward mi accoglie a braccia aperte.

-Fleur! Dovevi dirmi che il viaggio ti aveva stancata tanto! – Mi bacia con desiderio.

-Ti confesso che volevo venire da te per svegliarti ma ho trovato la porta chiusa. - Alza un sopracciglio, gli accarezzo il braccio lentamente.

-Abbiamo tutta la notte per recuperare, giusto? Anche perché tu sai dov'è la mia camera, ma io non conosco ancora la tua! - Sorrido maliziosa. Lui ride di gusto invitandomi a sedere. Le portate arrivano quasi immediatamente ed Edward sembra mangiare mentre divora me con gli occhi.

-Non ho dimenticato la notte di capodanno. - Inizia.

-Spero nemmeno quella in aereo. - Aggiungo.

-Ah, ah, certo che no! - Allunga una mano sulla mia gamba accarezzandola lentamente.

-Un luogo comune mai? Un parco, un aereo... - Osserva divertito.

-Tre volte nel parco vorrai dire! – Lo correggo assaggiando un po' di cannelloni al salmone. Annuisce pensieroso.

-Ecco perché il parco mi è rimasto impresso. – Si finge pensieroso.

Sorrido mentre un cameriere mi rabbocca il bicchiere di vino pregiato proveniente direttamente dalle cantine Goldwin italiane.

-Allora come ti sei divertito mentre io facevo la bella addormentata? – Appoggio la forchetta nel piatto. Arriva il secondo, un carpaccio di pesce spada servito su verdure croccanti.

Lui assaggia mentre con la mano continua a sfiorarmi la coscia.

-In verità è stata una mattinata molto noiosa. Solite cose, purtroppo più possiedi, più aumentano i problemi e gli inconvenienti sembrano buttarcisi sopra. – Prende un altro boccone.

–Sai ora che ci penso è stato meglio che tu abbia riposato, così possiamo passare più tempo insieme stasera! -

-Non vedo l'ora. - Dico mentre le mie cosce si allargano leggermente per lui. Edward appoggia la forchetta sul tavolo e si sfiora lentamente il pizzetto compiaciuto. Alza una mano per chiamare il cameriere.

-Puoi portarci il dessert in camera Mario! Ti ringrazio. –

Il cameriere annuisce e si avvia in cucina mentre noi prendiamo i bicchieri e la costosa bottiglia di vino e ci dirigiamo nella camera padronale.

Edward sembra veramente instancabile, per mia fortuna è un amante individualista, infatti dopo aver soddisfatto le sue fantasie per la quarta volta si addormenta soddisfatto. Districarmi dal suo abbraccio non è difficile visto che ha il sonno pesante, odio di più aspettare che il tempo passi abbondantemente, per farlo entrare nel sonno Nrem, il sonno più profondo.

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora