🌙IL REBBUK

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Tre isolette appaiono all'orizzonte. Noi siamo diretti alla seconda, una splendida isola con un centinaio di abitanti illuminata dalle poche case e lampioni, da una tenue luce gialla.

La luna splende piena nel cielo stasera ed aiuta ad illuminare il piccolo porticciolo che sembra dismesso. Delle modeste barche di pescatori locali ondeggiano mentre la nostra nave cala la passerella e noi scendiamo vestiti di tutto punto.

Indossiamo delle tute di pelle nera come la notte, coperte da mantelli con cappucci dal bordo grigio. La tuta mi va leggermente grande sui fianchi ma è abbastanza attillata da far intravedere tutte le curve.

Siamo in cinque per questa missione. E' stato avvistato un Cravek che si aggira tra queste isole.

I Cravek sono esseri solitari che trovano conforto e cibo nelle zone abitate da umani. Solitamente non si avventurano in luoghi ben delimitati ma a quanto riferito questo Cravek si sposta anche in acqua e trova piacere nel destare confusione e paura muovendosi tra le tre isolette.

I pochi abitanti hanno capito che c'è una presenza estranea dopo il ritrovamento del secondo cadavere rinvenuto smembrato tra le vie desolate del paese.

Sicuramente all'inizio hanno sospettato di un criminale, un omicidio seriale ma le autorità invece sapevano bene a chi far pervenire la segnalazione. Non che la nostra divisione lavori per lo stato, sia chiaro, ma tutti i corpi speciali sono a conoscenza del nostro ente particolarmente addestrata a risolvere i casi che contemplano queste strane creature.

Dal referto emesso dall' autopsia eseguita su quello che rimaneva dei corpi questo è sicuramente un caso per noi.

Sollevo il cappuccio nero sulla testa mentre scendo dalla passerella scivolosa con Clark e Flory, gli stivali borchiati mi salvano da una rovinosa caduta sulla mucillagine bagnata che c'è sulla banchina. Piove a dirotto e tra le strade c'è una densa foschia umida e appiccicosa. Alzo una mano senza voltarmi verso la nave che salpa per l'isola successiva con Franz e una vipera di nome Viky.

Lei è stata insopportabilmente chiacchierona e rompiscatole per tutto il viaggio quindi speravo di non dover sbarcare con lei.

Il colonnello Clark e il tenente colonnello Flory invece sono due dei membri più anziani della nostra congrega. Loro non partecipano alle missioni sul campo da qualche anno ma la chiamata dall'isola è pervenuta da una loro conoscenza. Non saprei dire quanti anni avranno, forse una cinquantina ciascuno anche se fisicamente sono più in forma anche di me. Nelle ultime settimane ho ripreso a seguire un'alimentazione più ricca e sul mio corpo si vedono già i benefici o forse è semplicemente il lavoro. Sono tornata a fare quello che ho sempre desiderato. Non sono nata per stare rinchiusa in un edificio. Qualunque esso sia, una casetta accogliente o una caserma, io sono nata per l'azione, ho bisogno dell'adrenalina che trovo solo sul campo da battaglia.

Odio ammetterlo ma mi sento di non saper fare altro! E fare qualcosa che mi piace, qualcosa in cui riesco davvero bene mi dà soddisfazione e mi fa pensare meno alla mia vita e tutti i miei singoli problemi.

Nelle ultime settimane ho partecipato a sette catture di Cravek di cui due li ho stanati e fermati da sola senza alcun aiuto.

Clark e Flory si scambiano un cenno con il capo. Non so se sono gli anni di servizio ad averli resi così affini, oppure è vero che tra loro ci sia una relazione.

Sinceramente non mi interessa, per quanto mi riguarda preferisco lavorare da sola. E se ripenso all'ultima volta che mi sono legata e fidata di un collega. Meglio non pensarci visto che mi sono risvegliata in un laboratorio pieno di dottori e scienziati fulminati.

Sorpasso Clark e Flory.

-Se volete restare qui, me ne occuperò io! L'isola non sembra molto grande, posso perlustrarla nel giro di tre ore! – Affermo.

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