🌞HO PAURA

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-Noooo! Lasciami, lasciami stare! - Mi sveglio gridando sconvolta mentre tiro calci e pugni verso Ryan che si sveglia anche lui di soprassalto.

-Rechel, calmati, Rechel sono io calmati, ti prego! –

Sento le sue braccia avvolgermi e stringermi in un abbraccio deciso e caloroso allo stesso tempo. Abbiamo passato la serata a casa sua cercando di recuperare il tempo trascorso separati. Il suo petto caldo mi stringe morbidamente mentre la paura si dissolve.

-E' stato solo un sogno, stai tranquilla. – Mi accarezza dolcemente i capelli sussurrandomi all'orecchio un fruscio calmante.

-Sembrava così reale... - Bisbiglio tra le lacrime che continuano a scorrere involontariamente sul mio volto. Dei flash mi invadono i pensieri, torno a stringere gli occhi spaventata.

-Era così reale! - Ripeto confusa. Ricordo mentre qualcuno mi legava con delle catene ad un muro di pietre bagnate, le catene erano così forti e strette che i polsi mi facevano male. Ricordo anche dell'altro... C'era qualcosa di appuntito... Un coltello mi percorreva il corpo facendomi piccoli taglietti dolorosi.

Ma la mia bocca era serrata, non gridavo, non chiedevo aiuto non riuscivo, no aspetta. Non volevo! Non volevo gridare per non dare la soddisfazione di sentire la mia enorme sofferenza ai miei aggressori.

-Sono stata rapita. - Sussurro.

-Cosa? - Chiede Ryan confuso.

-Io, insomma... Ricordo di esser stata rapita. - Proseguo. Quello che dico sembra così assurdo detto ad alta voce. Ryan mi prende il viso tra le sue mani calde.

-Amore sei qui con me. - Mi bacia una guancia, poi l'altra, la fronte e poi mi bacia le mani.

-Mi senti? Questo è reale! – Dice mentre i suoi baci mi riscaldano la pelle. Apro lentamente gli occhi e li pianto nei suoi meravigliosi occhi castani. Lui accenna un sorriso e si avvicina lentamente per baciarmi sulla bocca.

-Questo è reale. – Ripete mentre mi sposta lentamente una gamba per portarmi sopra di lui.

-Questo... Questo è reale. - Ripeto mentre sento il suo corpo caldo nudo sotto il mio. Le lacrime sul mio viso si sono asciugate.

-Si Rechel, io sono reale, noi lo siamo. Questo è reale. - Mi bacia ancora con passione, le nostre lingue si intrecciano ardenti mentre passo una mano tra i suoi morbidi capelli. Stringo le cosce sulla sua vita e sento in risposta il suo desiderio crescere.

-Ancora? – Lo derido.

-Sempre. – Risponde in estasi.

Non ricordo più il sogno che mi aveva terrorizzata mentre Ryan mi stringe più forte a se e i nostri corpi si uniscono seguendo un ritmo sempre più veloce.

Qualche minuto più tardi sono ancora inebriata dal suo profumo quando Ryan si gira per addormentarsi. Guardo l'orologio, sono le undici del mattino ma tanto è domenica, non abbiamo nulla da fare. Ryan vive da solo da due anni ormai, i suoi genitori si sono separati molto tempo fa e le liti sulla custodia erano talmente feroci che appena ne ha avuto la possibilità ha preferito andare a vivere da solo.

Certo, non è una reggia ma per me è l'appartamento più bello che esista perché sa di lui. Sembra d'esser entrata per un attimo nella sua testa. Ama l'arancione, te ne rendi conto subito perché gli elementi tessili sono tutti di quel colore, le tende, i cuscini, le lenzuola del letto al piccolo tappetto all'entrata.

Ama viaggiare, infatti la camera è decorata da piccoli utensili che ricordano i suoi viaggi.

Una maschera di carnevale presa a Venezia, delle nacchere raccolte in spagna e un enorme boccale di birra preso in Germania. L'enorme zaino grigio è ancora appeso vicino all'entrata. Ricordo ancora quando mi raccontava le sue avventure con gli amici nel girare l'Europa in zaino.

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora