🌞DEVI RIALZARTI

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Sento un rumore profondo nei timpani. Ancora, e ancora.

Apro un occhio. La luce del sole sembra davvero molto forte, troppo per il mio corpo stanco.

-Rechel apri questa maledetta porta. Subito signorina! –

La mamma grida dall'altra parte della porta. Mi tappo le orecchie con le mani. Ma perché grida così forte? Perché mi gira così forte la testa? C'è una bottiglia sul comodino, è vero, ora ricordo.

Da qualche giorno non esco di casa e passo il tempo a vedere le foto sul cellullare e mi scolo qualsiasi bottiglia trovo nell'armadio dei liquori. La mamma bussa ancora.

-Arrivo. - Biascico con la voce impastata dal sonno e dall'alcool. Apro la porta con un occhio ancora mezzo chiuso.

Mia madre è davanti a me, vestita di tutto punto, profuma di fiori ed ha i capelli ordinati sulla testa. E' così bella e sembra così arrabbiata in questo momento. Entra in camera come una furia.

-Adesso basta Rechel! Ti ho concesso due settimane per riprenderti! Ora basta, devi reagire! –

Si guarda intorno ed io seguo il suo sguardo. La mia camera una volta perfetta ora fa pietà. E' tutto in disordine. Ho vestiti e cibo ovunque e...bottiglie. La vedo annuire da sola. Due settimane? Pensavo di essere rimasta in camera qualche giorno non per due setti...

-Ora vai in bagno e ti dai una bella rinfrescata. Scendi giù in cucina a bere una bella tazza di caffè e poi andrai al colloquio che tuo padre ti ha preso con il Signor Leroy tra mezz'ora! –

Inizia a raccogliere i piatti e le tazzine che ho lasciato in giro senza guardarmi.

-Cosa? Mezz'ora? Mamma io non ce la faccio! Non ne ho voglia. – Metto il broncio. Non me la sento di fare di nuovo colloqui deludenti. Ho provato a cercare qualche lavoretto visto il mio anno sabatico ma non ho trovato ancora qualcosa che faccia per me.

-Vai a lavarti subito, non è una domanda signorina! E se avessi avuto la buona volontà di svegliarti prima di mezzogiorno, forse avresti avuto più tempo per prepararti. Ora muoviti! Subito! – Despota. Mia madre è un despota a capo della casa. Ed è convita di potermi comandare solo perché vivo sotto il suo stesso tetto! Ha fatto bene Wilson ad andarsene appena ne ha avuto la possibilità. Io invece sono rimasta qui come una cretina. Per la paura di lasciare la mia vita perfetta, la mia migliore amica e il mio amore. E ora cosa mi resta? Un sapore amaro in bocca di alcool e disperazione. Apro l'acqua della doccia e la imposto sul freddo. Ho bisogno di rinfrescarmi le idee, ho la sensazione di aver corso sulle fiamme tutta la notte.

Alla fine ho scoperto che mia madre sarà anche un despota, ma sa quello che fa! Questa è la prima giornata meravigliosa che passo da parecchio tempo! Il Sig. Leroy ha un piccolo studio fotografico in centro al secondo piano del grande centro commerciale Big Shop.

Sono stata assunta da subito, andrò li dalle tre del pomeriggio a chiusura. Ormai non ci sono tante foto da sviluppare ma il negozio se la cava molto bene vendendo ed aggiustando elettronica e ogni tanto organizzano servizi fotografici per nascite, matrimoni e altre cerimonie.

E' il lavoro dei miei sogni ed io adoro mia madre. Torno a casa quasi saltellando per la felicità. Ho un lavoro finalmente ed è il lavoro dei mie sogni! Andrò a casa per spedire la domanda di ammissione all'accademia di fotografia Graphic e design subito!

Il mondo mi appare nuovamente luminoso e bello come non mai. Adoro anche il freddo che è arrivato pungente in questi giorni. Prendo l'autobus che mi porterà alla fermata vicino casa mia e la mia felicità si paralizza quando lo vedo.

Lui è lì seduto con una gamba appoggiata sull'altra, avvolto nel suo splendido cappotto blu navy e con le cuffie nelle orecchie, appena incrocia il mio sguardo i suoi occhi si illuminano come quando ci guardavamo le prime volte, prima d'innamorarmi di lui, prima che mi spezzasse il cuore. Ryan si alza e mi viene incontro.

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora