🌙PROFUMO DI VANIGLIA

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Corro trafelata per il corridoio del centro di addestramento sette.

Siamo duecento reclute al nostro terzo mese di addestramento chiamato l'anno d'inferno.

Abbiamo un anno di tempo per superare tutte le prove che ci vengono sottoposte per temprare il nostro fisico e il nostro spirito alle situazioni più estreme.

Le prime due settimane siamo stati lanciati nel deserto, senza mappa e senza provviste. Molti di noi si sono sentiti male in mancanza d'acqua e sono dovuti intervenire i soccorsi precludendogli così il proseguimento dell'addestramento.

Sono sopravvissuta a stento e malgrado il mio carattere irascibile ho dovuto stringere un accordo con un'altra recluta per resistere alle fredde e interminabili notti alle tempeste improvvise di sabbia e alle lunghe ore sotto il sole del deserto di Dasht-eLut, il luogo più caldo del pianeta terra. Lo chiamavamo il forno del diavolo.

Continuo a correre finché vedo una porta sigillata, mi appiattisco contro il muro immacolato del centro e allungo una mano per fermare la corsa incontrollata di Noah.

-Cerca di controllare il respiro! - Lo zittisco.

-Sei troppo rumoroso! – Mi lamento. Lui appoggia le mani sulle ginocchia.

-Stiamo... Stiamo correndo da... Da più di tre ore... - Non riesce a prendere aria.

-Mi sento... Il cuore... - Deglutisce a fatica.

-Il cuore in gola! - Continua affannato. Gli prendo con forza il polso ed applico una leggera pressione.

-Ora inspira con me. Ora espira. – Lo guardo duramente e lui annuisce provando a seguire le mie indicazioni.

-Ancora dentro, ora butta fuori. –

Facciamo ancora tre respiri insieme e il suo torace impazzito sembra calmarsi.

-Come va? - Domando.

-Meglio, va meglio. - Mi sorride, lo fa spesso e lo trovo un tantino irritante.

-Ora se la signorina si è ripresa, dobbiamo proseguire! –Gli lascio il polso con sgarbo e indico la porta davanti a noi.

-Non voglio, non posso arrivare per ultima perché tu non sai tenere il passo! - Aggiungo scocciata.

Mi guarda e sorride ancora. Confermo, è davvero irritante.

-Ora! - Ci lanciamo verso il portellone e stacchiamo un biglietto vuoto lasciato davanti alla porta. Entriamo con cautela e parte una sirena rumorosa e lampeggiante.

-Ma che cavolo succede!?- Urlo tappandomi le orecchie.

Noha prende il biglietto e lo preme sull'entrata.

-Impronte, il biglietto aveva le impronte digitali corrette, toccando con la tua mano la porta hai contaminato l'ambiente. - Osserva guardingo.

-E non potevi dedurlo prima che suonasse mezzo mondo?! –

La sirena smette di suonare ma ormai si sentono i passi degl'altri soldati avvicinarsi sempre più velocemente. Mi guardo intorno furiosa.

-E ora? Cosa succede? – Domando rivolta a nessuno in particolare.

-Contaminazione! Contaminazione, allarme contaminazione! -

Risponde l'altoparlante posto sulla porta con la videosorveglianza che ci inquadra.

-Contaminazione del virus Vzv. - Aggiunge.

Ci raggiungono una decina di soldati con il respiro affannato dalla corsa. Bene, abbiamo perso il nostro vantaggio. E cosa sarebbe questo virus Vzv adesso?

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora