Che stanchezza. La mia stanza profuma di gel antisettico, le mie coperte non sono soffici e morbide come al solito. Sembrano ruvide e hanno un odore strano, odore di sapone industriale non del solito profumo di lavanda. Eppure nell'aria c'è un profumo di fiori ma non riesco a capire da dove arriva.
Apro gli occhi e sono stranamente confusa e frastornata. Non sono nella mia camera. Sono, in una stanza piccola e bianca con una finestra illuminata dal sole con vista giardino. Sono in ospedale. La mamma dorme con la testa appoggiata sul fondo del mio letto. Ha i vestiti sporchi e sembra molto stanca. Allungo una mano per chiamarla e mi fermo ad osservare le mie braccia. Sono tutte coperte da una fasciatura bianca.
-Rechel – La mamma mi guarda sollevata.
-Amore, come ti senti? –
-Mamma... - Mi salgono delle lacrime agl'occhi. Non voglio piangere ma mi sento strana, confusa. Non ricordo, mi sembra di non riuscire a distinguere i sogni dalla realtà. Non ricordo come sono finita in ospedale ne cosa era successo la sera prima. No, aspetta, qualcosa ricordo. Nina. Lei era scappata...No io l'ho vista, l'ho trovata. Quella cosa... un essere la guardava.
-Mamma, Nina – Sento l'ansia che mi assale.
La mamma si alza e mi prende dolcemente le mani.
-Calmati Rechel, amore Nina sta bene, noi stiamo tutti bene! – Un senso di sollievo mi pervade, ma la mamma sembra preoccupata. Perché è preoccupata se ha detto che noi stiamo tutti bene. Ha, forse il noi non comprendeva me?
-Mamma che cosa è successo? – Non capisco, sono confusa, le sue mani scivolano via e mi abbraccia. Un abbraccio forte, come solo le mamme ti sanno dare. Uno di quegli abbracci che sembra parlare, un abbraccio che sa di infinito amore, disperata protezione e comprensione. Piango.
-No, piccola mia, non piangere. – Si allontana per guardarmi meglio e vedo che piange anche lei.
-Non ti devi preoccupare, non è nulla, si risolverà tutto. Eri solo sotto shock. –
-Ma non ricordo mamma, un minuto prima ho visto Nina, era lì in mezzo alla strada e c'era una bestia che la guardava non so cos'era era così spaventosa mamma. – Rabbrividisco al solo pensiero.
- Si amore e tu sei stata fenomenale, davvero. – Si asciuga le lacrime con la manica del maglione.
-Non so davvero immaginare cosa sarebbe successo se tu, se tu... se tu non fossi intervenuta. E Nina, sta bene, tu hai dei graffi sulle braccia ma stai bene amore, miracolosamente bene. Io non so veramente come hai fatto. – La mamma gesticola, lo fa sempre quando è in preda a forte emozioni, ma io continuo a non ricordare.
-Mamma, veramente io non ricordo! Cos'è successo? – Guardo il suo viso dolorante e poi mi osservo le braccia. Sono graffiate? Io, io ho combattuto. Certo, ho un vago ricordo, io avevo qualcosa in mano, qualcosa di appuntito, forse una forbice. No, aspetta era un piccone e fiamme. Ricordo del fuoco e rabbia. Ero arrabbiata e convergevo la rabbia nelle fiamme che sembravo sprigionare io stessa.
Rabbia accecante, fuoco incandescente e dolore. Dolore profondo come un pozzo buio e inumidito. Un dolore che mi sembra di non aver mai provato eppure ne avevo sentito il profumo. Mi sembra di sentirne ancora l'aroma se mi concentro.
La mamma ha aperto un cassetto del comodino per prendere una spazzola e lisciarmi i capelli scompigliati.
-Hai salvato Nina amore. Ti sei lanciata su quell'animale ed hai salvato tua sorella. Papà è corso per aiutarti ma tu non lo ascoltavi. Veramente non sembravi ascoltare ne conoscere nessuno. Eri solo presa da quella bestia orribile e l'hai uccisa e poi data fuoco o contemporaneamente, sinceramente non l'ho capito. Ma eri strana amore non eri tu. Papà ha provato a fermarti ma tu ti sei divincolata e te ne stavi andando chi sa dove! Io sono corsa da Nina e lui ti ha inseguita per un isolato ma eri sparita! Ti ha trovata la polizia svenuta in un vicolo fuori città. Eri a piedi e non sappiamo come facevi a correre così velocemente. – Fisso la mamma a bocca aperta. Non ricordo nulla di quello che sta dicendo. Ho spinto papà? Perché dovrei farlo? Non mi appartiene, non sono un tipo violento. Bè mi sono lanciata a capofitto contro una belva uscita dal peggiore dei miei incubi quindi forse sono un tipo che reagisce in modo violento alle situazioni disperate.
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THE RISING MOON
FantasyRechel Vintarre è una giovane donna che si imbatterà nella se stessa del suo passato. Tarha Gassikow la proteggerà da innumerevoli minacce fino a che risulterà essere lei stessa il pericolo più grande. Rechel e Tarha riusciranno a trovare un delicat...