🌙SIAMO IL SOLE E LA LUNA

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Corriamo sulla spiaggia dopo il suono di un revolver da starter.

La sabbia è molto granulare, un misto di pietre e detriti trascinati dalle onde del mare dopo un naufragio e noi stiamo correndo a piedi nudi con indosso solo una leggera tuta da sub.

Siamo una ventina di persone che si lanciano all'unisono nelle acque frastagliate per raggiungere l'isola davanti a noi.

Ho perso il conto dei giorni, non so se è passata una settimana, un mese oppure l'anno d'inferno sta per terminare. Non ricordo nemmeno più com'era la mia vita prima di arrivare a questo addestramento.

Sacrificio, lo spirito di sacrificio mi spinge verso la meta. Altre persone hanno affrontato tutto questo prima di me, quindi posso farcela anch'io! Devo farcela! E poi lo devo a lui. Franz ha sempre creduto nelle mie capacità. Lui credeva in me anche quando io stessa avevo perso le speranze.

Non mi serve voltarmi indietro per sapere che mi sta guardando con i suoi profondi occhi verde scuro. Stringo la mascella e prendo lo slancio per tuffarmi nell'acqua fredda e piena di pezzi di legno. La devo smettere di pensare a lui, ai suoi occhi la sua bocca carnosa, le sua mani porose... Cavolo!

Una tavola di legno mi strappa la tuta e mi graffia il braccio. Riemergo per prendere il respiro e mi spingo in profondità. Qualche giorno fa in queste acque è affondata una nave che trasportava i passeggeri tra le isolette della zona. Molte persone non sono uscite vive da queste acque infestate da squali.

I compagni del mio corso stanno nuotando più veloci di me. La prova di oggi prevede il recupero di un oggetto lasciato appositamente per noi sul fondo del mare. Dobbiamo trovare l'oggetto nascosto, raggiungere l'isolotto, collocarlo al posto giusto e ritornare sulla spiaggia. Abbiamo venti minuti di tempo per completare la prova. Mi devo muovere! Non ho mai avuto un buon rapporto con l'acqua. A dirla tutta ho da poco superato la paura di annegare quindi nuoto con poca convinzione verso il fondo, mi girerei molto volentieri per tornare in superfice.

Le orecchie iniziano a dolermi per la pressione della discesa. Ma dove cavolo è il fondo? Vedo qualcuno fermarsi e risalire. Dylan mi spintona mentre risale velocemente con un medaglione appeso al collo. Che nervi! Lui ha già recuperato qualcosa, mentre a me inizia mancare l'aria, vorrei rigirarmi. Vorrei voltarmi e tornare in superfice maledizione! Tarha, stai tranquilla, puoi farcela! Stai calma, Tarha stai calma...

Se possono loro posso anch'io! Non voglio arrivare prima a questa prova, mi basta arrivare. Con tutta quest'acqua ho il terrore di restare per sempre qui, un nuovo detrito tra le onde del mare.

Qualcuno mi lancia dei segnali. In profondità i detriti si sono posati sulla sabbia. Socchiudo gli occhi ma non riesco a capire cosa sta cercando di indicarmi.

Eccolo ancora. Apre le braccia, forma una x e poi indica la sabbia. Si slancia con i piedi e risale mostrandomi il pollice. Non ho dubbi che si trattasse di Noha ma cosa voleva indicarmi?

E' l'unico del mio corso con il quale io abbia stretto amicizia.

E' dalla prima prova che tra noi si è creata un particolare legame collaborativo. Non so spiegare il perché. Sostanzialmente siamo tutti avversari, anche le persone che accerchiano Dylan e ridono alle sue battute coglierebbero al volo l'occasione di farlo fuori dall'addestramento. Io e Noha invece siamo diversi. Non lo sopportavo all'inizio ma si è sempre rivelato una persona affidabile e corretta nei miei confronti. Non è stato difficile affidarmi a lui e spalleggiarci in diverse situazioni.

Nuoto all'indietro. Sto terminando l'aria a mia disposizione e non ho ancora trovato un oggetto da portare in superfice. Mi sento sconfortata. Non resisto più, ma se emergo senza nulla? Mi squalificheranno?

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora