Ho lasciato che fosse Franz a fare il rapporto della missione.
Odio queste cose burocratiche, le trovo estremamente noiose e poco proficue. Doversi sedere ad una tavola per descrivere ogni singola mossa compiuta e dover giustificare ogni minima decisione.
Perché l'ho fatto? Non lo so vedi tu, stavo per morire e sai com'è ho pensato di salvarmi la pelle quindi ho evitato il colpo.
Che noia! Che se le sbrigasse lui queste cose.
Lui è sempre stato un tipo dettagliato nei racconti. Vede più lontano di me oggettivamente e coglie molti particolari che a me sfuggono, quindi i suoi resoconti sono sempre molto esaustivi.
Esco dalla doccia e guardo il vapore sfumare nell'aria.
Adoro fare una doccia bollente specialmente al ritorno di missioni polverose e poco profumate come quella appena conclusa, però alla fine mi piace sciacquarmi con acqua gelata, sento il mio corpo rinvigorirsi e rispondere al cambio di temperatura. Mi strofino con il mio sapone che profuma di vaniglia. Mi sento rinata. Asciugo i capelli color oro velocemente e li lego nella solita treccia. Si sono allungati per fortuna, mi piacciono molto di più ora. Prima che tutta la mia vita venisse sconvolta li portavo lunghi fino al sedere. Ero fiera della lunghezza dei miei capelli e quando potevo li curavo con prodotti costosi. Mi volto davanti allo specchio. Poco male, cresceranno! Mi infilo un pantalone e una maglia a maniche corte nera. Non c'è molta fantasia per i colori qua dentro ma almeno non dobbiamo indossare quelle odiose divise militari di dieci gradazioni di verde mischiati.
Poi il nero mi dona, la mia carnagione e il biondo dei miei capelli spicca sul nero. Va bene, ora basta rimirarsi.
Esco dalla stanza giocando a lanciare in aria il mio pugnale e riprendendolo al volo. Attraverso quattro corridoi fino a trovare la porta che ho imparato a conoscere molto bene.
Riafferro il pugnale un ultima volta, mentre mi fermo perplessa davanti la soglia della stanza di Viky. Poggio una mano sulla porta e la spalanco completamente per guardare nella stanza.
E' completamente vuota. Il letto è stato rifatto, ogni cosa è al suo posto ma di Viky non c'è nemmeno l'ombra.
Strano, dove può essersi cacciata? Forse ha avuto qualche problema? Può esserle successo qualcosa?
Esco a ritroso sui miei passi e rinfodero il pugnale. Davvero strano, non può esser scomparsa così. Mi dirigo al refettorio, non ci vado molto spesso, non mi piace stare in mezzo a troppe persone, specialmente quando quest'ultime sono un miscuglio di soldati annoiati o tornati stanchi dal lavoro.
Spalanco le porte e un odore di cibo mi invade facendomi stringere lo stomaco. Non è sempre una cosa positiva riuscire a sentire l'odore intensificato di ogni cosa. Nell'aria aleggia qualcosa che sa di polpettone, brodo, carne cotta e bruciata, cavoletti di Bruxelles tutto mischiato all'odore di sudore stantio delle mille persone presenti.
Mi faccio largo tra la folla a passo svelto ed evitando i passanti superandoli con leggiadria.
Prendo un vassoio e mi metto in fila. Qualcuno mi nota e inizia a bisbigliare. Ecco questo è un altro motivo per il quale evito di venire in questo posto.
Questa gente sa fare solo tre cose: mangiare come se non ci fosse un domani, uccidere e chiacchierare. Continuo a guardare in avanti e cammino in fila. Sento bisbigliare alla mia destra, guardo con la coda dell'occhio un gruppo di ragazze ridere mentre mi guardano. Wow, che emozione mi sembra di essere tornata all'asilo.
-Kibola. -Sento sussurrare alle mie spalle. Non mi volto nemmeno.
-Kibola ardente vorrai dire. - Sento delle risate. Questa volta acciglio gli occhi. Ora sono diventata Kibola ardente? Perché mai? Ha, ok, la macchina, io e Franz, fuori c'era il nostro Team.
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THE RISING MOON
FantasíaRechel Vintarre è una giovane donna che si imbatterà nella se stessa del suo passato. Tarha Gassikow la proteggerà da innumerevoli minacce fino a che risulterà essere lei stessa il pericolo più grande. Rechel e Tarha riusciranno a trovare un delicat...