🌙SONO SALVA

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Ricordo Franz che mi scuoteva sollevato nel ritrovarmi e preoccupato per le mie ferite. Provava a svegliarmi ma non potevo rispondergli, dovevo aspettare che Rechel fosse al sicuro sull'aereo.

So che mi ha sollevata lui stesso scansando gli altri soldati che si erano offerti di portarmi. Mi ha portata fuori mentre zoppicava lui stesso, trascinandomi via da quell'immensa distesa di sabbia e sale.

Mi risveglio su una barella circondata da un rumore assordante. Qualcosa nel profondo nella mia memoria mi suggerisce che mi ritrovo in un Sikorsky S-63, un elicottero antisommergibile di ricerca e soccorso dotato di un motore a cinque pale. Sbatto le palpebre e mi guardo intorno, Franz è al mio fianco e mi guarda con il viso sporco e stremato.

-Sono... Io sono... - Provo a dire con difficoltà.

-Sei salva. – Franz mi solleva una mano e la stringe tra le sue.

Non sento più molto dolore, sicuramente perché mi hanno somministrato degli antidolorifici. Scuoto la testa confusa come per riordinare le idee. Mi ritrovo in un Sikorsky S-63, questo lo so bene, perché questa informazione la ricordo e il mio nome mi sfugge? Sento la testa immersa nella nebbia. Come mi chiamo? Eppure sento che la risposta è proprio sulla punta delle mia lingua.

-Io sono Tarha? –

Franz mi guarda preoccupato e sembra più confuso di me. Forse ho sbagliato? Ho detto il nome dell'altra ragazza? Oh cavolo! Spero proprio di non essermi sbagliata! Percepisco qualcuno che mi controlla la testa. Tarha... Tarha... Più lo ripeto più queste lettere legate tra loro sembrano perdere significato eppure... Mi sembra il nome corretto. Si, questo è il nome a cui rispondo. Io sono Tarha. Sono Tarha!

-Mi chiamo Tarha! – Affermo risoluta corrugando la fronte. Sono Tarha, ma ho anche un cognome. Non è il mio vero cognome naturalmente ma ormai sento che mi appartiene. Quale era? Perché non riesco a ricordare nulla? Franz china la schiena avvicinandosi al mio volto.

-Sai chi sono io? -Mi chiede mentre i suoi occhi mi scrutano.

Cerco di metterlo a fuoco, è come se la mia anima non riuscisse ad impossessarsi stabilmente nel mio corpo. Certo che so come si chiama! Lui è... Lui è...

E' tutto così poco chiaro, così confuso e i ricordi mi sfuggono via come acqua tra le dita. Alzato una mano e per accarezzargli il viso liscio, tondo e dalla mascella forte, lui continua a fissarmi.

I suoi occhi mi ricordavano qualcosa. Un verde scuro intenso sembrava bruciarmi i pensieri.

-Tu sei... - Provo a sforzarmi, so molto bene il nome di quest'uomo. Lo conosco eppure mi sfugge. Ed ecco riapparire li dal nulla il cognome che cercavo.

-Io sono Tarha, Tarha Gassikow. – La mia mano è ancora appoggiata sulla sua guancia. Inclino la testa confusa. Questa è la mia mano? E' strana, davvero strana... La alzo lentamente davanti al mio viso e la rigiro per osservarla meglio. Questa è la mia mano, non quella dell'altra ragazza, eppure prima muovevo delle mani completamente diverse, ero padrona del suo corpo...

Ora però mi trovo nel mio corpo, io sono...

–Tarha Gassikow. – Ripeto. Come suona strano il mio nome, come quando ripeti per molte volte una parola fino a farne perdere il senso e il significato.

-Tarha Gassikow. Io sono Tarha Gassikow. - Franz si allontana dalla mia visuale ma sento una sua mano stringermi un braccio.

-Va tutto bene, andrà tutto bene Tarha. Non temere. -Il mio nome rimbomba ancora nella mia mente svuotata.

L'ultimo ricordo che ho è il mio nome risuonare sulle mie labbra e nella mia testa senza significato e poi il nulla.

Apro gli occhi lentamente e asciugo delle lacrime che mi scorrono lungo le guance mentre ricordo una ragazza dentro la vasca da bagno che continua a sfregarsi il corpo nel vano tentativo di cancellare il senso di colpa.

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora