🌙L'ABBRACCIO DI UNA FAMIGLIA

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Sento i suoi occhi azzurri sulla mia pelle accaldata dall'afa e dal veicolo blindato in cui siamo. Mi volto a guardarlo arricciando le sopracciglia.

-Che c'è? – Domando scontrosa.

-Nulla. Fa caldo. – Si lamenta.

-Ma che signorina delicata! – Lo schernisco alzando un lato della bocca. Il soldato al mio fianco ride.

-Tu levati di mezzo! – Gli sbraita Noha spostandolo con una manata e sedendosi vicino a me.

-Potevano mandare qualcun altro per questa stupida missione! -Dice mentre si sistema il guanto di pelle sulla mano. Lo osservo pensierosa.

-Si, avrebbero potuto ma poi ci saremmo persi la gita! – Gli strizzo l'occhio mentre lui mi rivolge uno sguardo confuso.

-Di cosa parli? – Appoggia entrambe le braccia sulle gambe, in attesa.

-Allora, accompagniamo questi nobili Navy Seals alla loro causa. Controlliamo che nella zona non ci siano strane creature e lasciamo che loro difendano la patria dai comuni esseri umani. –

-Grazie, fin qui c'ero arrivato anch'io. Perché devono perdere tempo ad uccidersi tra loro quando ci sono creature molto più malvage in giro? – Domanda stiracchiandosi le gambe.

-Dai Noha, a volte alcuni umani fanno più danni di un migliaio di mostri messi assieme! –

-Semantica. – Ribatte.

-Realtà dei fatti. – Sbotto.

-Comunque tornando a noi, terminata la missione di supporto possiamo portare le chiappe a Tebe. Una volta mi hai detto che la tua famiglia abita ancora lì. –

Gli occhi di Noha sembrano ingrandirsi per un attimo.

-Tu hai voluto questa missione per andare a Tebe? – Domanda con calma. Annuisco con un cenno del capo.

-Dalla mia famiglia? Dai... Dai miei genitori? -

Annuisco ancora una volta, ma con meno convinzione. Effettivamente detta ad alta voce sembra un po' strano.

Non vorrei che pensasse che mi voglio intrufolare nella sua vita privata. Pensavo solo che... Non lo so, parla sempre dei suoi genitori, i suoi sette fratelli. Pensavo che gli mancassero! Se i miei fossero ancora vivi, vorrei andare a trovarli ogni volta che posso credo. Ma forse effettivamente ci andrei da sola, senza portarmi dietro una palla al piede dalla buca di Divisione in cui mi vedo costretta ogni giorno.

-E' un'idea stupida! –Borbotto guardando a terra.

-Magari vuoi andare da solo, io non devo venire per forza. Insomma, mi stressi ogni giorno con i tuoi genitori di qua, i tuoi fratelli di là che... -

Noha mi appoggia due dita sotto il mento e mi volta verso di lui.

-Si chiama Tiba. - Sussurra. Lo guardo confusa mentre sento arrossire le guance. Spero che non si noti con tutto quel caldo.

Lui abbassa la mano e mi rivolge un sorriso aperto e caloroso.

-Noi la chiamiamo ancora Tiba. Ci sto! Facciamo questa cosa e poi ce la svigniamo! – Torna a guardare avanti con aria serena mentre ora sono io a sentire caldo.

La missione, come preannunciato da Noha, risulta davvero noiosa.

Copro il team dei Navy Seals da lontano come cecchino. In realtà non c'è molto da coprire. Non abbiamo riscontrato la presenza di nessuna creatura in questa zona e il loro team è perfettamente addestrato per domare la piccola ribellione generata a Safaga.

Mi passo una mano sulla fronte per asciugarmi il sudore. Questa dannata tuta è tecnologicamente avanzata per essere resistente e proteggere il corpo dalle alte temperature, eppure sento caldo ugualmente. Porto lo sguardo sul mirino per controllare la missione dei Navy Seals, hanno quasi terminato. Faccio un cenno con la mano a Noha che mi osserva a qualche metro di distanza. Lui rilancia il segnale a sua volta e ci ritiriamo.

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora