Evie - Un'alleata - 2/2

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Mi irrigidisco.

«Per cosa?» bercio tremante, anche se in parte so il motivo che l'ha spinto fin qui. L'immagine di suo padre schiavo del suo stesso corpo, di una malattia che lo trascina ogni giorno più verso il baratro si inerpica e mi vibra dentro.

Il ragazzo afferra entrambe le braccia e mi scuote come per farmi rinsavire; so che ha attraversato ancora una volta il fiume dei miei pensieri, non saprei spiegarmi diversamente il motivo di questo sguardo attonito, di questa stretta ferrea sulla mia pelle.

«Almeno è ancora vivo, tuo padre è stato un folle a pensare di poter riportare in vita una morta! Ci ho già provato con Elliot e suo fratello Adam a poche ore dalla morte, quell'esperimento è fallito miseramente ma Gyles non ha voluto ascoltarmi: è un folle, Evie, ed è colpa sua se Onis diventerà sempre più vorace, se ci inghiottirà tutti».

"Non mi dici nulla di nuovo" penso e lo guardo senza davvero farlo.

Voglio spegnermi, adesso. Ho sentito troppo e forse non avrei dovuto. Perché quell'uomo che odio è pur sempre mio padre, quel desiderio di riportare in vita la madre di Julian pur sempre dettato da un amore viscerale, qualcosa che io ho sempre osservato inerme e da lontano. Come un'estranea, incapace di capire.

«Diventa un'ibrida, aiutami a salvarlo» insiste Leonard.

«E come? Tutte le volte in cui ci provate qualcuno finisce qui prigioniero. Non puoi chiedermi questo, mia madre... mia madre è morta qui dentro».

«Vendicala, allora».

Il fuoco del suo sguardo mi investe.

«Ti prometto che salvato mio padre chiuderemo Onis. Sarai forte, Evie, più forte che mai. Ti piacerà, vedrai».

Leonard mi parla di nuovo all'orecchio e un brivido mi percorre la schiena. Sono così invitanti queste sue parole: mi inebriano, segnano una direzione da seguire, mi fanno sentire diversa. Non più una precaria variabile da proteggere ma artefice del mio stesso destino. Non più vittima del potere ma in grado di sfruttarlo.

E mio padre... mio padre potrà marcire qui per sempre?

Leonard mi fissa in silenzio adesso. È assorto.

Vorrei capire l'effetto che questo paradosso gli causa: la spinta a sfruttare il suo essere ibrido nasce proprio dalla speranza di poter salvare suo padre. Per me, invece, è la sua distruzione eterna il motore di tutto.

Ripenso all'amigdala e alla parte del cervello che dovrei stimolare per usare il potere Shinri e superare la sua barriera, leggere così i suoi pensieri, capire meglio le sue intenzioni. Mi spingo verso di lui e riprendo a baciarlo. Dapprima avverto una leggera resistenza che si dissipa subito, cancellata dalla voglia di avermi di nuovo sotto il suo controllo. Adesso sento l'effetto che gli faccio, lo avverto da come la lingua si muove piano dentro la mia bocca, da come con i denti tortura le mie labbra e poi torna a baciarmi con più convinzione.

Per avere il controllo devo imparare a lasciarmi andare: è un equilibrio complesso. Adesso le mani gli accarezzano il ventre, scendono decise verso l'unico indumento che ha addosso, un paio di scuri boxer. Le dita si concentrano sulla parte più piena e dura, che presto riempie e preme contro il palmo, mentre piego la testa e lo bacio con più trasporto. Un acufene improvviso si scatena in entrambi i timpani e il ronzio nel cervello si fa più acuto: è il potere, lo sento, è proprio all'altezza della fronte che adesso pigio contro la sua.

"Onis non distrugge e basta, a volte può salvare".

Ci siamo, è la sua mente che adesso si schiude di fronte a me. Sento l'eccitazione attraversarlo come un colpo di pistola, Leonard si irrigidisce e poi mi afferra la nuca con entrambe le mani. La lingua raggiunge un punto ancora più profondo della mia bocca e allora io muovo la mano con più forza, faccio della sua eccitazione il mio gioco preferito. Sono eccitata anch'io, finalmente ho di nuovo il controllo.

Light Academy - L'accademia di luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora