Allungo una tazza di tè e mi assicuro che Zoe sia in grado di tenerla in mano senza scottarsi le dita a causa dei tremori che ancora l'affliggono. Siamo tornate a casa e ci siamo fiondate sul divano in soggiorno. L'adrenalina sta lasciando il posto alla disperazione più lenta e soffocante, quella del tempo che passa inesorabile. Non sono servite a nulla le promesse della polizia sul fatto che faranno il possibile: fuori è buio e Nina non è qui.
Osservo per qualche istante la penombra oltre la finestra, l'oscurità che sembra averla inghiottita in un attimo. Sento dei brividi strani percorrermi la nuca e torno a concentrarmi su Zoe. La donna tenta di prendere un sorso di tè, il suo sguardo distante mi regala un'angoscia nuova. Ho bisogno di chiamare mia madre, di sentire la sua voce: prima di addormentarmi lo farò. Il messaggio in cui avvisavo mio padre dell'aereo cancellato è stato già molto complicato da elaborare e so che prima o poi dovrò affrontare questa questione.
«Dobbiamo andare a casa dei Moss, voglio parlare con Julian e con i suoi genitori» dice Zoe in un sussurro.
Gli occhi gonfi le si riempiono di nuovo di lacrime.
«Lo sai che non possiamo, la polizia ci ha detto che sarebbe controproducente; non devono sapere che sappiamo» le spiego per la terza volta. La prima e la seconda, in auto, sembra siano state inefficaci.
«E poi Mark sta arrivando con la pizza, hai bisogno di mangiare qualcosa. Domani mattina inizieremo a distribuire i volantini e instaureranno il gruppo di ricerca della città» dico cercando di impostare la mia voce nel modo più convincente possibile, anche se nessuna di noi ha davvero fame.
Un sorriso spento, laconico, si fa strada sui tratti distorti dall'eccessivo pianto; Zoe si stringe le gambe al petto e poggia la fronte sulle sue ginocchia, dondolandosi per calmare l'ansia.
«Sono felice che il tuo aereo sia stato cancellato».
Faccio una smorfia strana, che per fortuna lei non vedrà mai.
«Già».
Allungo una mano verso lo zaino che ho lasciato cadere accanto a me prima di finire sul divano con lei. Dalla tasca centrale estraggo il mio portatile e lo accendo.
I secondi scorrono silenziosi, si mischiano al ticchettio dell'orologio appeso al muro di fronte a noi, sopra il televisore spento.
Quando lo schermo torna sull'ultimo articolo aperto, su quella foto che ha acceso un'anomala sensazione in me, raccolgo di nuovo il coraggio di passare alla fase successiva.
«Lo conosci?» chiedo.
Zoe solleva il capo, i capelli arruffati le impediscono di vedere bene così si passa una mano sulla fronte per portarli indietro. Quando lo fa, spalanca gli occhi e trattiene il fiato.
«Theo» dice con voce tremante.
Bingo.
È lui, ma una parte di me l'ha sempre saputo.
Il padre di Nina.
Spazio autrice
Cari accademici,
Bentornati qui a Ladby per un Lucilla Day speciale che sto passando a York, nel mio viaggio verso le terre che hanno ispirato tutta questa storia 🥹❤️Che dite, pronti a fare un po' di ordine e viaggiare anche voi nel passato di Nina? Sì, proprio quello da cui Zoe ha sempre voluto fuggire.
Allacciate le cinture, si parte :3
La vostra,
Joey Tre
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Light Academy - L'accademia di luce
Fantasy[Sequel di Dark Academy] Una ragazza scomparsa, un potere instabile, una confraternita piena di segreti. Ci sono ombre attorno a Nina, incertezze che la consumano sempre di più e su cui è necessario fare luce. Riuscirà a mettersi in salvo e a scopr...