Julian - Connessioni pericolose - 1/2

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«Come sapevi che tuo zio aveva un passe partout?» 

Lucilla indica la tessera stretta nelle mani di mia sorella.

Guardo Evie ansimare ancora. I boccoli rossi le coprono il viso: deve aver corso parecchio in mezzo al bosco. È la prima volta che entra nella vecchia villa estiva dei Black ma niente di questo posto abbandonato è più interessante di ciò che si agita nella sua mente.

Qualsiasi cosa penserà prima di rispondere, io ed Elliot Black l'ascolteremo per primi.

Sento la paranoia crescere e così guardo tutti gli altri. Li studio. Alina si mangia le unghie e fissa Evie con una generosa quantità di sospetto che non tenta nemmeno di dissimulare; Lucilla cammina avanti e indietro davanti il camino, è nervosa, forse più di me; a guardarla sta per venirmi la nausea.

"Non indovineresti mai".

Al pensiero irradiato di sarcasmo di Evie si aggiunge un volto. Elliot fa un passo, è accanto a me: la mascella è serrata, gli occhi si sono riempiti dell'inchiostro Shinri che li rende vuoti, come quelli di un demone. Capisco perché l'ho sempre ignorato in Accademia, prima che arrivasse Nina a intrecciare i nostri destini: lui è sempre stato lo strambo, quello sfigato perché circondato dalla tragedia. Suo fratello malato, poi sua madre depressa e il padre alcolizzato. Una storia trita e ritrita di quotidiana sciagura. Sapevo delle origini Shinri della famiglia Black ma non credevo che Elliot potesse mai avere il coraggio di aprire un'altra ferita come quella che il potere è in grado di donare, di accettare il suo destino di merda anche su questo fronte. E invece mi sbagliavo, non c'è mai limite al peggio.

"L'ibrido".

Il pensiero che Evie ha formulato lo sconvolge. Adesso tutti i dubbi svaniscono e non hanno più il diritto di restare in piedi a confortarci. A dirci che forse non è così, che le persone di cui ci siamo fidati si sono meritate tutte le nostre energie, perché in loro abbiamo riposto le speranze più disperate: Leonard Hans ha manipolato Elliot ed è chiaro il fatto che sia anche un complice del piano organizzato da nostro padre per rapire Nina.

Mio zio Eric è il tramite, l'anello nascosto che li ha tenuti uniti tutto questo tempo. E Leonard ha permesso a mio padre e a mio zio di comunicare: adesso è chiaro il modo in cui si sono tenuti in contatto, in cui hanno superato la barriera Onis. Una sensazione di vuoto si allarga nel mio petto; voglio metterla a tacere prima che sia troppo tardi ma i pensieri di Evie mi costringono a guardare in faccia la realtà ancora e ancora.

"Hanno rapito Nina, hanno organizzato tutto loro: papà, Leonard e lo zio".

«Oh insomma, qualcuno che ci dica qualcosa!» bercia Alina.

Compie un passo verso il centro del cerchio che abbiamo inconsciamente creato per studiarci in silenzio. I ricci si agitano sulla sua testa, sembrano avere vita propria e scaricare nell'aria tutta la sua impazienza.

«Stanno comunicando con la mente» le spiega Lucilla, è scura in volto. Non può sentire i nostri pensieri ma avverte il traffico di energia Shinri che le aleggia intorno.

Alina fa uno scatto e si volta verso di me: affila lo sguardo, sembra non aspettare altro se non l'ennesima occasione per attaccarmi.

«Parlate adesso o questo stupido piano salta una volta per tutte».

«Vi conviene darle ascolto» si aggiunge Lucilla, con quale coraggio non saprei.

Mia sorella solleva un sopracciglio e incrocia le braccia, guardando le due ragazze in cagnesco. Il suo volto è sempre stato più eloquente del mio.

«Parli proprio tu, Lucilla?» chiede poi.

«Basta così, è a Nina che dobbiamo pensare».

Il modo in cui lo dico non è come l'ho immaginato nella mia testa, ora le mie parole hanno più urgenza, vengono fuori in modo incontrollabile.

Evie però non mi ascolta, il turbine di pensieri per nulla gentili e rivolti a Lucilla l'ha ormai inghiottita.

"Adesso saprai chi mi ha aiutato e questo svelerà anche il tuo stupido doppio gioco, finalmente".

"Fermati" l'imperativo rivolto a mia sorella arriva dalla mente di Elliot. Evie si volta di scatto, il volto paonazzo.

"E perché dovrei? Se lo merita, è anche colpa sua se Nina è stata rapita".

"È proprio così che perderai il vantaggio su di lei: Lucilla non deve ancora sapere che siamo a conoscenza della connessione tra vostro zio e suo fratello". 

Sento i pensieri di mia sorella farsi di colpo più freddi e smorzare così l'istinto di attaccare la Shizen.
Guardo Elliot senza dire niente.
Qualcosa mi dice che dietro questo consiglio ci sia anche la voglia di proteggere Lucilla, di non causarle altro dolore.

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