La nausea non arriva solo quando mi sollevo in piedi, è riuscita a rivoltare il mio stomaco anche adesso che sono immobile sul letto. L'odore di polvere che impregna la moquette grigia aumenta quando la luce del giorno la colpisce attraverso la piccola finestra accanto la porta. Il rumore delle auto che sfrecciano lungo l'autostrada è un pendolo che a intervalli regolari mi strappa via dal vuoto del silenzio.
Due colpi ben assestati sul legno della porta mi fanno balzare il cuore in gola. Tre, quattro, chi si trova dall'altra parte non vuole scendere a patti con l'attesa. Il rumore forse è un po' amplificato dall'emicrania.
Attivo il potere controvoglia: so che questo aumenterà i sintomi dell'astinenza ma devo farlo, per essere sicuro di chi si trovi dall'altra parte. L'unico mio sospetto viene confermato a centoventi metri al secondo perché la valanga di pensieri mi colpisce in pieno, prima che io sia davvero pronto ad ascoltarla.
"So che questa è la tua stanza. L'ho visto ieri, quando ho convinto Laurence a seguirti con l'automobile dalla stazione di servizio in cui hai pranzato fino a qui. Ho annotato il numero della stanza, non posso essermi sbagliata. Devi dirmi ancora troppe cose e lo so che starai già rovistando nella mia testa come se fosse il fottuto cassetto della biancheria. Quindi apri, non farmi aspettare ancora".
Le labbra si piegano in un sorriso, è la prima volta dopo un tempo lunghissimo che adottano quest'espressione.
Il ricordo della sua morbida chioma rossa è un anestetico e immaginarla dall'altra parte del vecchio legno scrostato di cui è fatta questa porta mi investe di una quiete strana, infusa della voglia di vederla di nuovo nuda piegarsi sotto le mie mani.
Mi sei mancata, Evie.
Mi trascino sul bordo del letto e poi mi sollevo: la stanza mi gira intorno come in un vortice da post sbronza. Mi costringo a respirare lentamente e un passo dopo l'altro raggiungo la porta.
"Muoviti, prima che mi veda qualcuno" continua la sua mente apprensiva.
Il motel è all'interno di una grande stazione di servizio sul bordo dell'autostrada. La facciata è sempre coperta dalla fila di camion e furgoni lasciati lì durante la sosta dei conducenti. È un motel frequentato da camionisti e gente di passaggio, la maggior parte non entrerà mai all'interno della città e pur facendolo non si fermerà mai a lungo, per questo è il posto perfetto in cui nascondersi.
Poggio la fronte contro il legno e inspiro l'aria viziata. Mi guardo intorno, la stanza è immersa nel caos, come la mia vita adesso.
"Vattene Evie, non sono nelle condizioni di –".
Cerco di fermare la scia di pensieri ma forse è troppo tardi.
«Leonard?»
Merda, ha captato il mio pensiero. La voce della ragazza ha acquistato sicurezza. I colpi sulla porta riprendono a martellare il legno e il cranio poggiato sopra; quasi vorrei che me lo spaccasse, l'astinenza mi rende così debole da lasciare che una Shinri appena nata come lei possa ascoltarmi. Possibile che la barriera mentale si sia abbassata così tanto?
"Ti ho sentito Hans, apri questa maledetta porta".
No, io volevo che lei mi sentisse. Oppure il suo potere è già cresciuto fino a questo punto e forse è un bene. Dopotutto sono io che l'ho trascinata su questo sentiero.
Spalanco la porta e la luce del giorno è così forte che sono costretto a strizzare le palpebre. Il suo profumo mi inebria; non è così che lo ricordo ma l'olfatto su Onis è il senso più alterato. Questo perché le parti del cervello in cui si generano le onde Shinri sono tutte nel lobo frontale del cervello ed è anche lì che vengono elaborati gli stimoli olfattivi.
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Light Academy - L'accademia di luce
Fantasy[Sequel di Dark Academy] Una ragazza scomparsa, un potere instabile, una confraternita piena di segreti. Ci sono ombre attorno a Nina, incertezze che la consumano sempre di più e su cui è necessario fare luce. Riuscirà a mettersi in salvo e a scopr...