Potrei descrivere Phoenix con due elementi: legno scricchiolante e whiskey.Una dualità che si vedeva e coesisteva nella City e nella Old Town; un binomio tra vecchio e nuovo che rispecchiava perfettamente l'Yin e yang che mi tormentavano da quella mattina: io e Dante eravamo due magneti o due antipodi?
C'era un filo sospeso tra di noi, un'attrazione che aveva una forza pulsante propria ma che ci respingeva a vicenda, tenendoci lontani come due contro magneti.
Perché se da una parte l'attrazione chimica era benzina per il nostro eros, dall'altra c'era un muro di cemento a bloccare queste fiamme. Mi chiesi per tutto il viaggio se eravamo due scintille o due fuochi fatui ma non ottenni risposta, solo il cervello sovraccaricato da questi pensieri che mi permisero di immagazzinare ben poche immagini del deserto nell'album dei ricordi.
La città di Phoenix non aveva nulla da invidiare a una delle nostre metropoli italiane ma la Old Town di Scottsdale era una chicca, un viaggio nel vecchio western, fatto di locali moderni all'interno di saloon, boutique e ristoranti.
E in uno di questi locali, espressi il desiderio di passare la serata.
Io e Lavinia ci offrimmo di pagare la cena ai ragazzi, per sdebitarci del passaggio e della cena precedente. Non li vedevamo dal nostro arrivo in città, poiché essendo arrivati nel pomeriggio, ci dividemmo per il tour. Saremmo rimasti in quella città solo per una notte e il giorno dopo saremmo partiti in direzione Monument Valley.
Il locale che avevamo scelto come ristorante aveva le caratteristiche di un saloon e offriva anche un interessante dopo cena, con una sala open bar.
La cena era stata annaffiata abbondantemente da vino californiano (se la cavano abbastanza bene, gli americani, ma nulla in confronto ai nostri vini!) e nel dopocena non seppi dire di no a un cocktail, che consumammo nella parte adibita a palco per piccoli show.
Quella sera si stavano esibendo un gruppo locale di musica country, con tanto di violini e benjo. Era un genere di musica che metteva allegria, che scorreva come bollicine di acqua effervescente nelle vene: a casa mia non sarebbe stata in cima alla mia playlist di Spotify ma in quel contesto, era una colonna sonora irresistibile.
Io e Lavinia ballammo a braccetto, alla vecchia maniera dei film western, lasciandoci andare all'euforia indotta anche dall'alcol che ci scorreva nelle vene e che avrebbe messo di buon umore persino Voldemort.
Luis e Dante erano in un angolo del locale, ciascuno con una bottiglia di birra in mano, che ci osservavano e parlottavano tra di loro. Mi chiesi cosa avessero da fissarci e sparlottare e non fui l'unica a domandarselo.
« Dai, baciami. » Lavinia si avvicinò al mio orecchio, spostandomi la massa di capelli sciolti. La guardai sconvolta.
« Sei impazzita? » esclamai.
« Almeno avranno qualcosa di cui parlare, prima di chiudersi in bagno. »
« Lavi, sei decisamente ubriaca... »
La mia amica fu più veloce e mettendomi una mano sulla guancia per attirarmi a sè, mi baciò. Fu un bacio a stampo, labbra contro labbra, nulla di vagamente erotico o compromettente, ma tanto bastò per far quasi cadere la bottiglia di mano a Luis e strabuzzare gli occhi di Dante, senza contare i fischi delle persone attorno a noi che, come qualsiasi forma semplice di intelletto, incitava al bacio profondo per soddisfare una fantasia lussuriosa da B Movie.
Lavinia sorrise e mi prese per mano, ricominciando a ballare. Immediatamente un paio di ragazzi ci circondarono, chiedendo di ballare con loro: forse si erano fatti un film mentale tutto loro in cui io e la mia amica ne saremmo state protagoniste.
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Non è Cioccolato
Literatura Feminina"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo. Tu in questo...