33. Caffè Bruciato ☕️ 🌶️

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La concezione dell'addio è un qualcosa che la mente umana non può comprendere: per questo motivo,  l'uomo ha inventato l'Aldilà per sconfiggere la Morte

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La concezione dell'addio è un qualcosa che la mente umana non può comprendere: per questo motivo, l'uomo ha inventato l'Aldilà per sconfiggere la Morte.

L'addio è sempre visto come un non ritorno, una remota possibilità di reincontrarsi in un altro spazio o dimensione terrena.

"Addio" è la parola che si pronuncia quando esiste la consapevolezza reciproca che un rapporto si interrompe e che non tornerà più come prima.

L'addio che ci demmo quella notte tra le lenzuola doveva essere un "arrivederci": la parola addio l'avevo pronunciata solo ai miei demoni e alle mie paure, seppellendoli nelle sabbie della Death Valley e pochi minuti prima sotto la doccia.

L'amore che mi aveva donato lo stavo ora accogliendo dentro di me, sicura che non avrei più provato dolore o timore di farmi male, perchè Dean non poteva essere dannoso, non poteva avvelenarmi.

E sul suo letto riprendemmo a baciarci, illuminati solo dalla Luna, lui sopra di me a esigere un premio che cercava di tardare il più possibile ma che avvertivo tra le mie gambe; io, per niente sazia del piacere che volevo di nuovo gustare insieme all'odore della sua pelle e alla sensazione della sua carne fondersi con la mia.

Il mio corpo cominciava a cedere, stremato dagli orgasmi di poco prima ma comunque desideroso di una nuova linfa.

Percepivo nel suo tentennamento, nei suoi baci sul mio corpo, nelle carezze dolci il procrastinare di un atto che lui aspettava già la sera prima, quando io mi ero tirata indietro. Non sapeva come chiedermelo, come domandarmi se me la sentivo.

Mi sembrò un adolescente alle prese con la sua prima volta: impacciato, titubante. Poi capii: voleva donarmi tutto il tempo del mondo, prepararmi al dopo. Aveva forse il timore che lo rifiutassi nuovamente? Oppure di farmi male?

« Dean, ti voglio. » dissi prendendogli il volto tra le mani, osservando la perfezione dei suoi tratti sopra di me, come la meraviglia del creato. Il mio cherubino dagli occhi dorati, iniettati di un fuoco liquido che ti bruciava con lo sguardo, ti riscaldava e di cui non potevi fare a meno.

« Sei pronta? » La stessa domanda del mio fidanzatino la prima volta che mi prese. Sorrisi e annuii.

« Se sento male, te lo dico.»

A quelle parole, il suo sguardo cambiò, diventando più leggero.

Aprii di più le gambe, in segno di risposta affermativa e lo sentii infilarsi in me, in maniera delicata, quasi chiedendo permesso. Mi aggrappai a lui, serrando le mie gambe attorno alla sua vita, facendogli capire che ero pronta a provare tutte le emozioni che mi poteva donare.

Sentii le sue spinte crescere, il suo piacere aumentare. E improvvisamente, mi ritrovai catapultata ad altri episodi della mia vita, ad altre emozioni.

Chiusi gli occhi, cominciando a preoccuparmi, incapace di comprendere perché il mio corpo reagisse in quel modo.

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