21. Assenzio 🍸

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"Titanic: the Artifact Exhibit" era un'esposizione fissa all'interno dell'Hotel Luxor che ospitava circa 350 reperti recuperati dal relitto della celebre nave, compreso il Big Piece, un enorme pezzo dello scafo del tutto integro

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"Titanic: the Artifact Exhibit" era un'esposizione fissa all'interno dell'Hotel Luxor che ospitava circa 350 reperti recuperati dal relitto della celebre nave, compreso il Big Piece, un enorme pezzo dello scafo del tutto integro.

Fu commovente ripensare a quella storia, alle vite perdute, a ciò che i sopravvissuti avevano dovuto affrontare.

Me ne tornai in camera con una grande amarezza e abbandonato il velo e la fascia, Lavinia mi propose di tornare giù al Casinò. Accettai anche se non ero dell'umore adatto.

Il Casinò del Luxor era al piano terra: una distesa di slot machine e luci la cui colonna sonora era composta dal tintinnio delle monete e da suoni elettronici. Era un circo, in cui gli animali in gabbia erano i turisti chini sulle macchinette, intenti ad inserire le monete e azionare il movimento meccanico della slot o a scommettere le proprie fiches su puntate che andavano in nulla.

« Dai, facciamo una puntata!» esclamò Lavinia, sedendosi a una slot lasciata libera da poco. « Mi sento che è il momento giusto.»

« Non amo il gioco d'azzardo.» le dissi, storcendo il naso.

«Un dollaro, » mi supplicò la mia amica. « magari vinciamo abbastanza per continuare a giocare. E non pensi che se facessimo jackpot, i tuoi debiti sarebbero estinti in un soffio?»

Scossi la testa. « é un pensiero sciocco. Ho più probabilità di tornare con Alessandro che di vincere. »

« O di portarti a letto Dante entro la serata.» rincarò la dose.

« Scema!» le dissi dandole un buffetto sulla spalla. « E va bene, proviamo.» risposi, sedendomi accanto a lei.

Lavinia inserì la banconota da un dollaro e mi fece azionare il tasto d'avvio.

La ruota della slot si azionò, girando per poi arrestarsi di colpo.

Sentii un rumore indistinto e le monete uscirono dallo scompartimento sotto di noi. Avevamo vinto.

« Dieci dollari!» esclamò entusiasta Lavinia, contando le monete. «Dai, giochiamo ancora! Ti avevo detto che sarebbe stato il nostro momento. »

Feci spallucce. Tanto valeva ritentare. Non avremmo perso nulla se non il dollaro iniziale.

E nel giro di cinque minuti, i dieci dollari vinti andarono in fumo, senza restituirci la gloria di una nuova vittoria.

« Ti avevo detto di fermarti e tenere l'ultimo dollaro. » dissi scocciata alzandomi dalla slot.

« Se non provavamo, non avremmo mai saputo. Meglio perdere che avere rimpianti. Magari sarebbe stata la mano vincente! E poi ho ancora tutti quelli di stamattina. Ma vuoi già andare via?» domandò sconsolata, rimanendo seduta al suo posto.

« Certo, non ho soldi da buttare via.» risposi con una punta di acidità.

« Io rimango qui. Voglio riprovarci.» E immediatamente Lavinia vendette la sua anima al Dio Denaro, divenendone schiava.

Non è CioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora