"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo.
Tu in questo...
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Mi svegliai cullata dalle onde del mare, avvolta nel lenzuolo della cabina di Christian, con lui al mio fianco.
Lui era già sveglio: fu il tocco delle sue dita sulla mia spalla a darmi il buongiorno.
Mi girai istintiva dall'altro lato, per non interrompere il sonno, cercando di fuggire nuovamente nei sogni per colmare le ore piccole che avevamo fatto. Il mio corpo chiedeva ancora riposo dopo gli amplessi vissuti la notte precedente.
« Sveglia, piccolo monoi. » sussurrò al mio orecchio, mentre con un dito percorreva la lunghezza della mia schiena, provocandomi un leggero solletico, una sorta di piacere che risvegliò in me le sensazioni provate solo qualche ora prima.
Mugugnai qualcosa, aggrappandomi al sogno che stavo ancora facendo ma la luce invase la cabina, colpendo in maniera indiretta i miei occhi. Sbattei le ciglia un paio di volte e mi girai verso di lui.
Christian era bello come il dio Apollo, i capelli lunghi e biondi a incorniciare il viso, gli occhi azzurri che risaltavano sulla pelle abbronzata. Mi chiesi dove fosse stato in tutto quel tempo quell'essere così perfetto, compiacendomi con un sorriso malizioso che affiorò sulle labbra, per il gran amatore che era diventato.
Appoggiò una mano nuovamente sulla mia spalla attirandomi a sè, guardandomi con dolcezza e bramosia.
« Artemide è andata a dormire, un nuovo giorno è sorto. » disse, per parafrasare i discorsi della sera precedente.
« Vedo il dio Apollo davanti a me. » risposi.
« Come stai? »
Rimasi sorpresa dalla sua domanda.
« Bene, » dissi, alzando le braccia verso l'alto per stiracchiarmi, scoprendo il seno.
Christian non perse occasione e si abbassò a baciarlo con reverenza, solleticando i capezzoli con le labbra e gustando quel gesto con voracità.
Mugugnai qualcosa, al tocco della sua lingua con la mia pelle, che aveva acceso immediatamente il desiderio in me.
« Hai fame, piccolo Frangipane? »
Quel nomignolo mi fece ridere. « Frangipane? » domandai.
Christian mi donò un altro bacio prima di rispondere.
« Si, il frangipane è il fiore dei Caraibi. Ha molteplici utilizzi e ha un'odore delicato e attraente. Proprio come te. »
Con una mano scese sul gluteo e mi strinse, provocandomi un improvviso piacere che si diramò in tutto il mio corpo.
« é meglio se andiamo o i tuoi amici si chiederanno dove siamo finiti, Lavinia per prima. » esclamai, accarezzandogli i capelli, mentre la sua bocca continuava ad alimentarsi della mia pelle.
« In fondo al mare. Mi ha catturato una sirena e sono affogato nelle profondità dell'oceano. »
Christian abbandonò il mio seno e scese giù verso la pancia, con una scia di baci che lasciò dietro di sè, fino ad arrivare alle porte della mia femminilità.