"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo.
Tu in questo...
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«Avvicinati, bambolina, vieni a darmi piacere con le tue labbra rosso ciliegia.»
La pelle di Alessandro sapeva di sale, tabacco e una punta di ginepro.
Lui sapeva essere rude, afferrandomi i capelli, stringendoli tra le sue dita, talvolta per darmi un ritmo che faceva arrivare in fondo alla gola la sua presenza, impedendomi di respirare e quasi soffocare. Con il tempo avevo imparato come regolare il respiro, come utilizzare la lingua attorno alla sua pelle, come dargli sempre più piacere.
«Devi andare più lenta, assaporare la mia pelle, dare importanza al gesto. Se volevo una sega, me la sarei fatta da solo.»
La prima volta che lo avevo fatto, avevo sbagliato tutto, quasi rischiato di soffocare e vomitare la cena, consumata in un ristorante stellato di Modena, sul sedile della sua Bmw.
Alessandro prese il mio viso tra le mani e capì che non era certo la mia specialità, invitandomi così a consumare dell'ottimo sesso nel suo appartamento.
Studiai e feci esperienza, parecchia pratica, affinando l'arte della fellatio fino a farla diventare mia. E la prima volta che improvvisai quello spettacolino nella nostra cabina armadio, in occasione del suo compleanno, mi supplicò di farlo diventare un appuntamento mensile, talvolta settimanale.
«Vieni qui, bambolina, appoggia le tue labbra su di me e succhiami l'anima. E non sputare questa volta, ingoia.»
Ero talmente innamorata da non distinguere la linea sottile tra l'atto fisico e l'atto d'amore. Ero convinta ci fosse amore anche in quell'atto, uno scambio a senso unico che poteva portare a un piacere solitario. E negli ultimi mesi, quando il dolore della penetrazione era diventato insopportabile per via di quel mio problema, il sesso orale era l'unico modo esistente per fare l'amore con lui.
« Almeno a succhiare, sei diventata brava. Non saprei cosa farmene di te, altrimenti.»
Ora volevo solo dimenticare: sostituire il suo gusto, le mie motivazioni.
E mentre succhiavo via l'anima da Dean, mentre assaporavo il suo gusto di frutta e cioccolato, inebriandomi in quel movimento ripetitivo, i ricordi passati scivolavano via, li mandavo giù lungo la gola, insieme alla mia saliva e al sapore di quel nuovo ragazzo che mi aveva rapita.
Ascoltavo estasiata i suoi respiri, sempre più accelerati, come il battito del suo cuore che potevo percepire attraverso le pulsazioni della sua pelle.
Alzai appena gli occhi e lo vidi, nella piena estasi, la testa rivolta all'indietro, perso in un momento tutto suo. Poi, aprì gli occhi e incrociò il mio sguardo, catturandomi e costringendomi a fermarmi.
« Che hai da guardare, bambolina? Sbrigati, ci sono quasi.»
Non capii cosa fosse successo in quella frazione di secondo, ma tutto cambiò per sempre. La voce roca e autoritaria di Alessandro venne soffiata via in un debole sibilo, che abbandonava la mia mente insieme all'immagine del suo volto.