17. Miele 🍯

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Ringraziai Dio di trovarmi negli States e di avere una laundry service a disposizione in ogni hotel in cui sostavamo, o avrei camminato a piedi zuppi per il resto della vacanza.

La sera prima ero passata in camera per un cambio veloce e avevo portato tutto in lavanderia, gettando i vestiti fradici in asciugatrice.

Non raccontai a Lavinia dell'Affaire Doccia, poichè al suo rientro in camera, io ero già nel mondo dei sogni e quando mi svegliai quella mattina, mi affrettai a prepararmi per mettere qualcosa sotto i denti al più presto.

Feci un'abbondante colazione prima di partire, a digiuno dalla sera precedente; con nostra sorpresa i ragazzi arrivarono giù dopo di noi e vennero a sedersi al nostro tavolo, come consuetudine.

Io e Dante eravamo silenziosi, a testa bassa, intenti a consumare il nostro cibo nel più completo silenzio; anche Luis e Lavinia sembravano non aver niente da dire o, per essere più maliziosi, niente da dichiarare.

« Etci. » starnutii improvvisamente, recuperando al volo un fazzoletto dalla borsa.

« Salute! » esclamò Luis di ottimo umore. « Hai preso freddo? »

Alzai lo sguardo e per un attimo fulminai il suo amico, intento a consumare il suo egg and bacon nel più laconico silenzio.

« Probabile, ieri sera ho fatto una doccia fredda, credo si sia trattato di un guasto all'impianto. » risposi.

« L'acqua fredda a fine doccia tonifica i muscoli, migliora l'apparato circolatorio e raffredda i bollenti spiriti, se si è arrabbiati. » rispose di tutto punto Dante, senza alzare lo sguardo dal piatto.

Come avrei voluto dire la verità. Quel cretino mi stava prendendo in giro: ricordo ancora la sensazione dell'acqua gelida sul mio corpo, la sua virilità, la lussuria che ci aveva catturati. Feci finta di nulla e mi portai la tazza di caffè bollente alla bocca.

« Dalle nostre parti, si dice che hai dormito con il culo scoperto, se ti viene il raffreddore. » intervenne Lavinia cristallina.

Trattenni a fatica la sorsata di caffè bollente e deglutii, senza darmi tempo di raffreddarlo in bocca, o lo avrei sputato direttamente in faccia a Dante.

« è stata la doccia. » mi affrettai a rispondere di sottecchi.

Lavinia mi lanciò una nuova occhiata e riprese a mangiare i suoi pancake, mentre Luis rideva come un matto per la battuta.

« A proposito, avete visto le chiavi della mia camera? é da ieri sera che non le trovo. Ero sicuro di averle portate con me a cena. »

« Sei tornato al ristorante? » domandai in maniera innocente, mettendo su la mia miglior Poker Face.

« Le hai lasciate sulla scrivania. » puntualizzò Dante.

Luis si girò verso di lui sorpreso. « Potevi dirmelo. Ieri sera nemmeno tu le avevi viste. »

« Volevo farti divertire un po'. Le hai lasciate lì quando sei uscito prima di cena. » in quel momento Dante alzò appena gli occhi per incrociare i miei. Persi un battito. Aveva capito che le avevo rubate io o non sarei potuta entrare in camera. Temevo dicesse la verità ma qualcosa nei muscoli rilassati del suo viso, mi fece capire che mi potevo fidare. « Sei veramente distratto, Luis. »

***

Non andava bene. Non andava affatto bene.

Avevo giocato a carte scoperte con Dante. In quella doccia mi ero ritrovata a essere più nuda di lui, nonostante fossi l'unica a indossare i vestiti.

Non è CioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora