"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo.
Tu in questo...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
La sensazione di pace e relax, sintomatica di un periodo di vacanza più o meno lungo, ha tempi di durata differenti per ognuno di noi.
Io mi schiantai contro l'immagine della normalità circa un mese dopo il mio rientro dal fasullo viaggio di nozze: uno scontro lento, misurato, come quando osservi una fetta di pane cadere a terra, pregando che non si appoggi dal lato della marmellata.
E la legge di Murphy, puntuale, ti dice che ogni volta che speri non accada, succede.
Ero tornata a supplicare un posto di lavoro nella mia vecchia azienda, con estrema felicità di Beatrice e altrettanta indifferenza da parte del mio capo-ex capo.
Federica, la Signora delle Camelie se ne era andata, essendo riuscita a realizzare il colpo economico del secolo e in ufficio serviva una persona in più: il capo dovette abbassarsi all'evidenza che la mia esperienza e conoscenza erano fondamentali per ripristinare i profitti di filiale, dato che l'inserimento di una nuova risorsa avrebbe comportato un processo di formazione che non potevano permettersi.
Tornare a lavorare con Beatrice fu un respiro di sollievo, un buonumore che ti entrava nel cuore al mattino appena mettevo piede in ufficio e che ti rendeva più forte e indifferente alle dinamiche e problematiche lavorative.
Mi rimisi in piedi anche dal lato privato: trovai un appartamento in affitto in centro a un buon prezzo, sufficientemente grande per ospitare me e alcuni dei miei beni.
Decisi di vendere le cose più costose che possedevo come scarpe e borse, per permettermi il pagamento anticipato di sei mesi di affitto, conservando le altre cose per i momenti di necessità nella mia cameretta a casa dei miei, anche senza il benestare di mia madre, che voleva tutto quello spazio per sè.
Fu un duro colpo al cuore dire addio alle mie Louboutin, alle mie Prada ma dovevo farlo. Era un modo per lasciar andare la vecchia Vivienne, con cui condividevo ancora il corpo ma non più l'anima.
Mi godetti la libertà di essere single, di assaporare la volontà di seguire il mio istinto, chiudendo definitivamente alle spalle quella parte oscura della mia esistenza un pomeriggio di fine luglio, uscendo da un caffè in piazza, dopo aver incontrato per l'ultima volta Daniela, la mia ex wedding planner. Lì dove tutto era cominciato, in quel momento era finito. Andai a quell'appuntamento in jeans e converse, sentendomi un po' Frodo sul Monte Fato, pronto a distruggere l'anello del potere.
Mi confermò che i debiti erano tutti stati saldati da Alessandro, senza scendere nei dettagli, che non le dovevo più nulla e che, se avessi deciso di sposarmi di nuovo, avrei potuto contattarla per qualsiasi servizio.
Contaci, stronza.
Uscii da quel bar sollevata, non più impacciata da quel vestito in formato bomboniera che avevo indossato la volta precedente (e che avevo già rivenduto, guadagnando l'affitto di altri due mesi), consapevole che era tutto finito: la vita era tornata ad appartenermi.