"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo.
Tu in questo...
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« Quindi anche questa sera mi lasci da sola, ballerina?»
L'ironia di Lavinia mi accompagnò per la durata della colazione, avendo assistito la sera precedente da un angolo del locale a tutta la scena tra me e Christian. Lo fece con soddisfazione, non c'era alcun rimprovero nel suo tono.
« Mi ha invitata fuori a cena, mi sembrava brutto dirgli di no. Ha offerto lui ieri sera, devo sdebitarmi.» risposi.
« Si, si. A casa mia, si chiama "scopare". » disse sorseggiando il caffè.
Smisi di masticare il mio muesli con yogurt e mango e la guardai sorpresa.
« No, cara, non ci vado a letto. Non ho intenzione di tornare con lui. »
« Finchè sei qui... è una sorta di Fight Club: quello che succede nel Club, rimane nel Club. A Ferrara non lo sapranno mai. Nemmeno a San Francisco, se per questo. »
Eccolo il nervo scoperto. La fulminai con lo sguardo. Perchè lo aveva nominato?
« Cosa vuoi dire?» domandai di sottecchi, visibilmente irritata per la chiara allusione a Dante.
« Che, mia cara, è ora di guardare avanti, come hai già fatto altre volte. Carpe diem. Te l'ho già detto un altro migliaio di volte e per fortuna mi hai sempre ascoltata.»
« E guarda dove sono arrivata.»
« Guardati indietro: hai visto quante esperienze hai vissuto? » domandò secca. « Ok, alcune negative ma molte sono state positive. »
Non potevo darle torto. Avrei avuto meno vite di un gatto se non l'avessi ascoltata e da ogni esperienza, avevo imparato qualcosa, che mi aveva rafforzata e non uccisa. Almeno fino ad ora.
Passammo la giornata di nuovo sulla spiaggia, osservando Christian e la sua squadra di allievi surfare. Lavinia non si risentì di essere nuovamente lasciata sola a cena, ma a questo giro mi disse chiaramente che non avrebbe passato la notte in un letto a una sola piazza.
« Sono in vacanza anche io, baby. » commentò mentre si preparava per la cena al music bar della sera precedente. La mia serata invece si sarebbe svolta in un ristorante locale in riva al mare, molto intimo e rustico, frequentato anche da persone del posto.
Christian splendeva di luce propria, il suo profumo agrumato e fruttato era avvolgente e lo rendeva sensuale, nella semplicità della sua camicia di lino, a ogni movimento dei bracciali in pelle al polso, nei capelli raccolti in maniera ordinata in una coda che permetteva al suo viso di uomo maturo di risaltare.
Cenando a lume di candela, davanti a un piatto tipico di pesce speziato, annaffiato da un drink a base di rhum e frutti esotici, le chiacchiere si persero nel ricordo degli anni passati insieme, delle risate, di quanto in fondo eravamo felici in quel periodo e non lo sapevamo. Senza obblighi, senza responsabilità, il periodo dell'università era quel momento di passaggio dalla vita adolescente a quella adulta in cui non ci si rendeva ancora conto che cosa il mondo pretendeva da noi.