"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo.
Tu in questo...
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Lavinia rientrò al mattino, con il sorgere del sole. Non voleva svegliarmi ma il rumore della porta che si aprì destò i miei sensi. Mi mossi nel letto, stiracchiandomi, mentre lei si sedette vicino a me, con ancora addosso la giacca di jeans che le avevo prestato.
«Buongiorno. » biascicai, con la voce ancora impastata di sonno, stropicciandomi gli occhi.
« Ehi, ti ho svegliata?» La profondità del suo sguardo verde bosco dava luminosità alla stanza, ancora in balia della penombra dei raggi di sole addormentati.
« Sai che quando sono sola ho il sonno leggero. » Lavinia sorrise e mi spostò i capelli dal viso, in un gesto materno. Aveva sempre amato prendersi cura di me come una sorella maggiore. « Come è andata? »
« Bene, ho conosciuto un figo tremendo. Ma è bastata questa notte. Sai che mi piace cambiare spesso il gusto della pizza. E tu?»
Mi morsi le labbra e le raccontai la mia nottata. Lavinia battè le mani in un applauso.
« La mia dolce principessa. » mi apostrofò. « Senti stellina, stasera passi un po' di tempo anche con me? Sono gelosa, sai. »
Mi tirai su a sedere. « Certo che si. »
« Doveva essere la nostra luna di miele e in pratica non siamo mai state insieme. Però abbiamo scopato come i ricci. »
Scoppiai in una risata.
« Se il buongiorno si vede dal mattino, oggi sarà una giornata fantastica.» commentai. Lavinia aveva il potere di maneggiare il mio umore con le sue frasi e il suo atteggiamento sempre positivo. Era capace di strapparmi sempre un sorriso, rovesciare le sorti di una giornata cominciata male, darmi sempre una speranza laddove i miei occhi non la vedevano.
« Vieni qui, stronzetta del mio cuore. » disse accogliendomi nel suo abbraccio. Mi strinsi forte a lei, respirando le tracce flebili del suo profumo alla vaniglia, una coccola dolce in un momento di nostra intimità.
Eravamo sempre e solo noi, alfa e omega. Che cosa sarei stata senza di lei? Forse, ancora quella ragazzina chiusa nella sua cameretta, a piangere un amore finito senza assaporare il gusto delle seconde possibilità e della libertà di essere una donna forte.
***
Scendemmo in spiaggia presto, per goderci una nuova giornata di sole e una lunga camminata in quei posti che la notte prima erano stati protagonisti della nostra avventura in mezzo al mare.
Sembrava un'altra spiaggia, non riuscivo a ritrovare gli stessi punti di riferimento e lo stesso quadro romantico di sei ore prima, complice l'oscurità della notte e la luce ovattata della luna.
Ed eccolo Christian, uscire da un ripostiglio in legno fatto a casetta, dove accatastavano tavole da surf e altro materiale. Sulla porta aperta era riportato il nome della sua agenzia e un numero di telefono. Appena alzò lo sguardo e ci vide, appoggiò la tavola che aveva in mano e corse verso di noi.