"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo.
Tu in questo...
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Ogni giorno vissuto non dovrebbe essere considerato il semplice giro del nostro pianeta attorno alla sua stella, non dovrebbe essere visto come un arco di 24h che dobbiamo riempire per non annoiarci.
Ogni giorno dovrebbe essere vissuto come fosse l'ultimo, come se non ci fosse un domani, perchè ogni giorno è unico e può diventare speciale, se sai come affrontarlo.
Mi rifugiai nelle braccia di Christian per tutti i giorni a venire, non solo nel suo letto ma anche in altri luoghi, compresa la baracchina in riva alla spiaggia.
Avevamo qualcosa di selvatico da colmare, animalesco, una sorta di digiuno orgasmico che ci spingeva a viverci ogni volta ne avessimo avuto bisogno.
Eravamo un fuoco che si accendeva all'improvviso, una scintilla che trovava il suo ossigeno nel semplice sguardo, o nello sfiorarsi delle mani. Qualche volta bastava il suo profumo, di agrumi e fiori di tahiti, e il mio cervello andava in corto circuito, manifestando i sintomi di un'astinenza che dovevo colmare al più presto, per non sentirmi morire dentro.
Furono i giorni più sereni vissuti fino ad allora, in vita mia.
E così come era cominciata, anche la felicità aveva la sua data di scadenza apposta nell'angolino. Nessuna deroga: la felicità non aveva il privilegio di riportare l'avverbio "preferibilmente" ma la cruda frase "da consumare entro". Perchè è così: le cose belle sono fatte per durare poco ed essere consumate in fretta. Un fast food dei sentimenti. E io me ne ero abbuffata consapevole che i chili in più che mi sarei portata a casa li avrei persi in fretta, non appena avessi messo piede sull'aereo di ritorno.
La sera prima della partenza mi vidi con Christian per la penultima volta, dato che si era offerto di accompagnarci in aeroporto il giorno successivo.
I suoi occhi azzurri sembravano nuvole grigie cariche di pioggia, preoccupato forse per ciò che aveva letto nel mio sguardo: avevo tentato di nascondere la mia malinconia ma lui se ne accorse subito.
« é per il rientro? » domandò a bruciapelo, mentre eravamo seduti ad un locale sulla spiaggia, davanti all'ennesimo cocktail.
Cominciai a giocare con il bicchiere, ruotandolo dolcemente su sè stesso, creando un minuscolo vortice.
« Sì, » espirai, cercando di far fuoriuscire quel malessere « Domani tornerò a casa. Dovrò cominciare tutto daccapo: cercarmi un lavoro, cercarmi una casa, cercarmi una nuova vita e ciò mi preoccupa perchè non ne ho voglia. »
« Rimani qui. »
Smisi di roteare il bicchiere e alzai lo sguardo.
« Stai scherzando?» sorrisi in maniera nervosa. Mi sentii gelare dentro a quelle parole. Solo una settimana prima mi erano state dette da un altro a cui avevo affidato il mio cuore e che lo aveva poi maltrattato, pestato e gettato, come uno straccio.
« No, dico sul serio. Puoi organizzarti per tornare qui. Potresti lavorare nella mia scuola di surf come segretaria oppure aprire un'attività tutta tua. Potresti ricominciare una vita qui. Ho visto come guardavi il tramonto l'altro giorno. Questo è un paradiso. E qui, ci sarei anche io. »