"Viv, il cioccolato è buono, sexy, attraente ma fa male al tuo fisico. Bisogna assumerne in piccole dosi per non fare indigestione; l'arancia invece è un frutto, è succoso, pieno di vitamina C, un elisir di lunga vita per il tuo corpo.
Tu in questo...
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Forse il mio sesto senso mi stava dicendo che quella notte non sarebbe mai dovuta finire.
Avrei potuto percorrere le strade di San Francisco in tutte le direzioni, mano nella mano a Dean, accompagnata dalla luce della Luna che si rifletteva sui grattacieli, sulle vetrine dei negozi di alimentari ancora aperti e su volti delle poche persone a spasso, che condividevano con noi l'assenza di sonno.
Mi sentivo protagonista di quella notte, integrata in una città che sembrava rinnovare la percezione degli stimoli; la mano di Dean era salda nella mia e dondolava al ritmo dei nostri passi, sfiorandoci i fianchi, giocando con le nostre dita mentre ci raccontavamo in un dialogo pieno di silenzi, infinite storie su di noi, sulla città, sulle cose più futili di questo mondo.
Mi ricordai di quel film che avevo visto anni prima con Ethan Hawke, in cui un ragazzo e una ragazza si erano conosciuti e innamorati girando per le strade di Parigi durante l'arco di una sola notte.
Noi come loro: conoscevamo già l'amore e stavamo correndo al contrario sul quadrante di un orologio, cercando di far tornare indietro il tempo, magari pensando stupidamente di arrestarlo, quando in realtà le ore si stavano esaurendo e questa consapevolezza sembrava averci tolto del tutto il sonno.
Era quasi l'una quando rincasammo, titubanti di come avremmo accolto il resto della notte.
Dean si tolse la borsa da lavoro e la ripose all'attaccapanni mentre io mi chiusi la porta alle spalle, appoggiandomi a essa, guardando quel ragazzo con occhi pieni di parole.
« Hai sonno?» gli domandai.
« No, penso che andrò a sistemare alcune cose per domani mattina e poi andrò a letto. Vai pure a dormire, se sei stanca. Ti raggiungo. »
Scossi la testa. «Dean.» mi avvicinai a lui e presi la sua mano tra le mie. « Ho una richiesta da farti. »
Dean deglutì. Le sue labbra da cherubino si aprirono appena, abortendo su di esse le parole che aveva in mente di pronunciare.
« Se dici di non essere geloso di me, dimostralo. Fammi una foto e condividila con il mondo. »
« Viv... »
« Voglio che tu mi faccia qualche scatto come quelli che fai alle tue modelle. Quelle che ti porti a letto. Perchè anche io sono gelosa, sai? »
Dean capì all'istante cosa intendessi.
« Vuoi farlo ora? »
Annuii continuando a fissarlo negli occhi con tutta la mia sicurezza.
Dean si portò la mano libera alla testa, massaggiandosi la fronte. Accennò un sorriso di imbarazzo.