CAPITOLO 47 - Berretto blu

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|IL MESE DOPO|

Il polso mi faceva ancora male. Dopo quell'episodio Simon iniziò a torturarmi ogni singolo giorno, non curandosi delle ferite che mi aveva provocato, e non mi riferisco solo al polso.
Da quel giorno non indossai mai più quel berretto blu. Lo dimenticai nel cassetto del mio comodino nel dormitorio.

<<Che succede Edwin? Non porti più quel ridicolo berretto da frocio?>>
Disse Simon facendo ridere tutta la classe.

<<A-avevi detto che ero bellissimo c-con quel berretto...>>
Mormorai tenendo la testa bassa sul banco.

<<T- ti p-piacerebbe, eh? N-non ho mai detto quest'assurditá!>>
Disse visibilmente nervoso mentre gli occhi di tutti si spostarono su di lui.

<<Che sfigato. Si sogna la notte che Simon gli faccia dei complimenti da frocio>>
Intervenne uno dei bulli aiutando Simon. Mai una volta che qualcuno aiutasse me.

Quando più tardi la campanella segnò la fine delle lezioni la classe si svuotò subito. Rimasi solo io. Pochi istanti dopo vidi Simon rientrare e dirigersi verso di me. Immediatamente mi innervosii. Simon mi rendeva nervoso anche quando fingeva di essere mio amico; ora che era diventato il mio peggior bullo mi rendeva mille volte più irrequieto. Cercai di prepararmi mentalmente a ciò che avrebbe potuto farmi e strinsi forte a me il mio amato fumetto.

<<Cosa cazzo ti è saltato in mente? EH? VOLEVI ROVINARMI?!>>
Gridò fuori di sè.

<<I-io ho s-soltanto detto l-la verità...>>
Dissi in mia difesa.

<<Mi fai davvero schifo Edwin Payne>>
Disse prendendo il mio fumetto per poi strapparlo in mille pezzi e gettarli a terra. Immediatamente mi prese una fitta allo stomaco e il petto iniziò a bruciarmi terribilmente. Era come se tutto attorno a me fosse improvvisamente diventato ovattato e il tempo scorresse a rallentatore. Ogni strappo del mio fumetto era uno strappo al mio cuore.
Senza volerlo scoppiai a piangere in un pianto isterico. I miei singhiozzi mi rendevano difficile respirare. Per un istante i miei occhi incrociarono quelli di Simon e posso quasi dire di aver scorto del terrore nel suo sguardo.

<<E-Edwin... I-io...>>
Mormorò posandomi una mano sulla spalla, la con un movimento rapido scansai il suo tocco.
Tenevo molto a quel fumetto; era l'ultimo regalo che mio nonno mi aveva fatto prima di morire. Lui si che mi aveva voluto bene. Rileggendo quel fumetto mi riportava indietro negli anni; prima del bullismo, prima del dolore. Mi perdevo tra le sue vignette dimenticandomi della vita miserabile che stavo conducendo, ma non avrei più potuto farlo. Non avevo mai pianto prima d'ora. In tre anni di costanti torture e prese in giro non avevo mai avuto la forza necessaria per piangere. Non mi ero mai piegato tanto ai miei carnefici, ma Simon era riuscito a distruggermi in pochissimi istanti. Inquel momento desideravo soltanto morire.
Ritornai nel dormitorio e mi chiusi nel bagno a piangere per tutta la notte. Avevo perso la mia ancora emotiva.

DEAD BOY DETECTIVES + Cat KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora