CAPITOLO 35 - Come un'anima in pena

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-CHARLES-

Pian piano la sbornia si alleviò e decisi di ritornare a casa da Edwin. Prima o poi avrei dovuto superare la mia delusione amorosa.
Non appena misi piede in ufficio vidi Edwin inginocchiato per terra intento a piangere disperato.

<<E-Edwin... che cosa->>

<<Sei un buzzurro, una canaglia immane, un manigoldo senza cuore!>>
Gridò insulti per me arcaici, ma che in qualche modo compresi. Mi abbassai sedendomi difronte a lui e gli spostai alcune ciocche di capelli dal viso.

<<M-mi dispiace tan->>
Non feci in tempo a finire la frase che mi colpì con uno schiaffo. Se quelli del Re Gatto non li avevo nemmeno sentiti questo invece lo sentii eccome; dritto al petto.

<<Un pusillanime, un fedigrado, u-un un->>

<<Calmati Edwin ti prego! Respira>>
Tentai di calmarlo, ma ottenni solo l'effetto opposto.

<<I-I FANTASMI NON R-RESPIRANO CHARLES!>>
Sbottò dandomi un altro schiaffo. Mi sentii un miserabile.

<<Perdonami. Ero ubriaco e->>

<<Così hai deciso di seguire le orme di tuo padre e di rovinare la vita alle persone a cui dici di tenere>>
Quelle parole fecero molto, ma molto, più male di qualsiasi schiaffo. Sentii la rabbia risalire e strinsi i pugni talmentome forte da piantarmi le unghie nei palmi e farmi diventare le nocche bianche.

<<P-per colpa tua f-forse non mi vorrá mai p-più! L'unica c-cosa bella che mi sia m-mai accaduta in oltre un secolo d-di dolore e s-sofferenza me l'hai portata via. Proprio tu. I-IO MI FIDAVO DI TE CHARLES!>>
Singhiozzò disperato come non lo avevo mai visto prima. Nemmeno la morte di Niko lo aveva sconvolto tanto.

<<Ti supplico di perdonarmi. Ho perso la testa perché ti amo troppo e volevo che stessi solo con me. Ho sbagliato, non mi merito il tuo amore nè il tuo perdono, ma, ti prego, tenta almeno di perderdonarmi. Non voglio essere come mio padre, non voglio essere un cattivo ragazzo>>
I miei occhi si riempirono di lacrime e dolore.

<<Beh, è un pó tardi per quello>>
Disse a denti stretti.

<<Ti prego non dire così!>>
Mi sentii morire, di nuovo.

<<Charles vattene. Lasciami solo>>
Disse senza nemmeno guardarmi e lo accontentai. Uscii dall'ufficio in lacrime e non sapevo dove andare; pensavo solo ad una cosa: bere per non pensare.

Svariato tempo, e bottiglie, dopo, ritornai da Thomas a Port Townsend con l'intento di sistemare il casino che avevo combinato. La felicità di Edwin era più importante della mia.
Questa ero ubriaco come non lo ero mai stato e riuscivo appena a camminare.

<<Thomas! Ho mentito, Edwin ti ama, ti prego perdonalo! È a pezzi!>>
Dissi avvicinandomi al suo trono barcollando.

<<Io invece sto una favola dopo aver appreso che il mio fidanzato si è scopato il migliore amico, che in parte ama, e che lui stesso ama Edwin. Sembra una cazzo di barzelletta>>
Rise piantando le unghie ai braccioli del trono.

<<Ti prego, vai da lui. Non l'ho mai visto in queste condizioni, ho paura che faccia qualche stupidaggine!>>
Lo pregai.

<<È giá morto, di che hai paura? Che si ammazzi di nuovo?>>
Rise con amarezza.

<<Ora si sente solo, sente di aver perso te e perfino me. Prima di conoscermi, nel 1989, vagava da solo intorno alla sua vecchia scuola come un'anima in pena e mi ricordo il suo sguardo di gioia quando gli dissi che sarei stato suo amico e che non lo avrei mai abbandonato. Edwin è sensibile e anche se è un fantasma ci sono infiniti modi con cui può farsi del male e non parlo solo di male emotivo. Quindi, se davvero lo ami, salvalo da se stesso. Ti prego>>
Affermai serio.

<<È ancora nel vostro ufficio?>>
Mi chiese ed io annuii. Subito dopo scomparve dalla mia vista.

DEAD BOY DETECTIVES + Cat KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora