DEAD BOY DETECTIVES + Cat King

CAPITOLO 36 - Vite in solitudine

-THOMAS-

Riapparvi nell'ufficio di Londra, ma non vidi Edwin. Sentii uno strano rumore simile ad un sibilo accompagnato da dei singhiozzi. Seguii il suono e mi accorsi che proveniva dallo sgabuzzino dell'ufficio. Senza pensarci due volte sprii la porta e vidi Edwin con in mano un coltello di ferro intento a ferirsi un braccio ancora e ancora. Immediatamente gli strappai di mano il coltello e presi il suo braccio per controllare le ferite ed erano molteplici.

<<EDWIN CHE CAZZO HAI FATTO? HAI FORSE PERSO LA TESTA?!>>
Gridai tanto arrabbiato quanto preoccupato. Charles aveva ragione...

<<Ho perso tutti. Sono di nuovo solo>>
Disse in una sorta di delirio.

<<No non lo sei. Hai me e Charles. Per quanto non lo sopporti lui tiene moltissimo a te ed io pure>>
Gli ricordai.

<<Non nominarmi Charles ora. È colpa sua se mi hai lasciato>>
Disse con rabbia.

<<Nonostante tutto non me la sento di dare tutta la colpa a lui, ma comunque si è scusato con te ed è venuto ad avvisarmi che eri distrutto per la situazione>>
Spiegai.

<<Che carino...>>
Si lasciò sfuggire una risata amara.

<<Eddai piccolo, cerca di tornare in te, te ne prego. Io sono qui, proprio come volevi>>
Tentai di addolcirlo per calmarlo.

<<Vorrei che fossi qui per dirmi che mi perdoni e che mi ami ancora nonostante tutto, ma so che sei qui soltanto per controllare che non mi faccia del male>>
Mormorò.

<<E infatti te ne stavi facendo!>>
Sbottai.

<<Me lo merito per essere una persona orribile che delude gli altri. Ora tu mi odi ed io vorrei solo sparire per sempre>>
Singhiozzò.

<<Vedendoti così ho capito che eri sincero. Non ti odio Edwin, vorrei che lo avessi ben chiaro>>
Dissi serissimo.

<<D-davvero non mi odi?>>
Sembrò stupirsi delle mie parole.

<<Non potrei mai odiarti. Nessuno potrebbe>>

<<Comunque ciò non cambia la situazione. Penso che me ne andrò di qui. Non posso più convivere con Charles, non dopo quello che mi ha fatto. L'Agenzia Detective Defunti si prende una pausa>>
Annunciò.

<<E dove andrai?!>>

<<Non lo so, probabilmente tornerò nel mio vecchio college e lo infesterò per un pó>>
Alzò le spalle.

<<Lo stesso college in cui sei morto?!>>
Non mi capacitai della sua scelta.

<<In cui mi hanno ammazzato volevi dire, comunque si. È il posto più simile ad una casa che abbia mai avuto oltre all'inferno>>
Disse e mi sentii davvero male per lui.

<<Non posso lasciartelo fare Edwin. Hai bisogno di ritornare in te. Insomma, guarda il tuo braccio! Non sei in te ed è chiaro che da solo non puoi stare>>
Dissi indicandogli l'arto auto martoriato dal ferro.

<<Mi rigenero. Non preoccuparti>>
Fu la sua risposta.

<<Non è questo il punto Edwin!>>
Sbuffai.

<<E se parlassi con Morte? Magari avrà pietà di me e mi darà un'aldilá in cui esisterò in pace anziché l'inferno>>
Ipotizzò facendomi rabbrividire.

<<NO! Se lo farai non ti rivedrò mai più e non posso stare senza di te stupido fantasma melodrammatico post vittoriano>>

<<MA QUI NON SONO IN PACE THOMAS! La terra non ha più nulla da offrirmi ormai, in verità non ha mai avuto nulla di buono per me, e l'unica alternativa che ho è tornare all'inferno. Almeno lì ero talmente preoccupato a scappare da quel ragno gigante fatto di teste di bambola per pensare alla mia miserabile esistenza infelice>>
Una lacrima rigò il suo viso; riuscivo come a percepire il suo dolore.

<<Aspetta, un ragno gigante fatto di teste di bambola?! Ok non importa, il puntò Edwin è che il mondo non è così male. Vederti così mi spezza il cuore. Il passato sará anche stato ingiusto con te, ma non significa che il futuro fará lo stesso. Vedi me per esempio, ho nove vite in tutto e ne ho giá perse ben tre, ma nonostante tutto vedo ancora i lati positivi della vita nonostante la mia solitudine; perché si, anch'io mi sento molto solo Edwin. Ho iniziato a corteggiarti come passatempo prima di finire per innamorarmi follemente di te. Hai dato una svolta alle pagine della mia vita ed ora voglio fare lo stesso per te non lasciandoti andare>>
Dissi prendendo le sue mani tra le mie baciandole.