|LA MATTINA SEGUENTE|Mi alzai da quel gelido pavimento. Non ebbi la forza di cambiarmi, così mi trascinai verso la mia classe come un fantasma ancor prima di diventarlo. Avevo i capelli in disordine e il viso rigato dal pianto; in un'altra occasione non mi sarei mai presentato in pubblico in quelle condizioni. Avevo relle regole auto imposte da seguire, oltre al fatto che la rigida etichetta di quel collegio imponeva agli studenti di essere impeccabili. Quella mattina uscii dal dormitorio per ultimo, in modo tale da non incrociare Simon. Inutile, visto che stavo per incontrarlo in classe.
Una volta arrivato mi sedetti al mio solito banco tenendo la testa più bassa che potevo, e fu allora che lo notai. Sul banco vi era il mio amato fumetto; era stato ricomposto utilizzando del nastro adesivo, applicato in maniera precisa e minuziosa. Lo aprii e notai un bigliettino: "scusami, ho esagerato. Non odiarmi ti prego. -Simon".
Mi voltai verso il suo banco e lo vidi sorridermi. Aveva di nuovo quel sorriso dolce e premuroso che ricordavo. Istintivamente gli sorrisi a mia volta e smisi di piangere. Avevo di nuovo il mio fumetto; solo che era stato riparato, proprio come il mio cuore. Lo aprii e ripresi a leggerlo da dove lo avevo interrotto il giorno prima sentendomi subito meglio. Certo, non era più perfetto come un tempo, ma era di nuovo lui. E non mi riferivo soltanto al fumetto.~SIMON~
Quando vidi gli occhi di Edwin riempirsi di lacrime mi pentii immediatamente del mio gesto. Ero furioso perché mi aveva esposto davanti a tutta la classe, ma io avevo appena distrutto l'unica cosa a cui era affezionato.
In quasi tre anni non lo avevo mai visto piangere, nonostante ne avesse subite di tutti i colori. Non si era mai scomposto tanto. Aveva sempre accettato passivamente tutto ciò che gli veniva fatto, ma quello non lo aveva accettato.
Tentai di consolarlo, ma non me lo permise e scappó via da me come se fossi un mostro. Beh, forse lo ero. Ero accecato dal dolore del rifiuto e l'unico modo che avevo trovato per gestire i miei sentimenti era opprimerli nell'esatto opposto. Più amavo Edwin e più dovevo odiarlo. E lo odiavo davvero tanto. I miei voti a scuola erani pessimi perché durante le lezioni, anziché prestare attenzione al professore, guardavo Edwin prendere minuziosi appunti con quell'adorabile broncio corrunciato e la sera, anziché studiare, osservavo Edwin mentre studiava seduto a gambe incorniciate sul suo letto del dormitorio. Era più forte di me, non riuscivo a staccare gli occhi da lui.Aveva perfino smesso di portare quel berretto blu che gli stava tanto bene e sapevo che era per colpa mia, ma mi distraeva troppo. Il blu stava da dio con i suoi occhi verde smeraldo.
Rimasi da solo in quell'aula a fissare i resti di quel fumetto sparsi ovunque. Non so che cosa mi passò per la testa o perché lo feci, ma raccolsi ogni singolo frammento. Restai sveglio per tutta la notte non muovendomi da quella classe finché non rimisi insieme i pezzi utilizzando del nastro adesivo trasparente. Non era come prima, ma era venuto bene ed era perfettamente leggibile. Mi sentii un pó meglio con me stesso. Presi poi un pezzo di carta e vi scrissi sopra le mie scuse; infine lo riposi nel fumetto e lasciai quest'ultimo sul banco di Edwin.
Ritornai nel dormitorio che era quasi mattina e sentii dei singhiozzi provenire dal bagno. Diedpi un'occhiata al letto di Edwin e non era lì. Non aveva smesso di piangere nemmeno per un secondo, e tutto per colpa mia. Ero diventato un mostro.
Restai le poche ore rimanenti sveglio ad ascoltare Edwin piangere. Me lo meritavo.
Il giorno dopo Edwin ricambiò il mio sorriso. Era bello anche con i capelli arruffati e gli occhi gonfi dovuti al pianto. A fine lezione andai da lui.<<Hey, che cosa leggi di bello?>>
Gli chiesi come un tempo. Lui sorrise, ma stette al gioco.<<Carrados il Detective Cieco. Dovresti leggerlo un giorno>>
Rispose regalandomi un sorriso ancora più bello. Volevo tanto abbracciarlo, ma non potevo farlo. Quando tempo prima avevo provato a baciarlo era scappato via da me e non mi aveva più rivolto la parola.<<E invece il polso come va?>>
Domandai sentendomi incolpa anche per quello. Era solo uno sgambetto, non volevo che si facesse male.<<Fa ancora male...>>
Rispose massaggiandoselo.<<Fa vedere>>
Dissi prendendogli la mano. Massaggiai delicatamente il polso facendolo rotare prima in senso orario e poi antiorario. Vidi Edwin fare una smorfia di dolore.<<Dovresti metterci dell'altro ghiaccio. Vieni, ti porto in infermeria>>
Esordii serio.<<N-non serve. Sto bene>>
Disse ritirando il polso come se il mio tocco gli bruciasse la pelle.<<Insisto. Dai su, andiamo>>
Insistetti e lui cedette. Arrivammo in infermeria; a quell'ora l'infermiera non era di turno.
Aprii uno scompartimento e trovai del ghiaccio. Lo misi all'interno di una pezza e infine la chiusi.<<Siediti sul lettino. Ci penso io a te>>
Dissi arrossendo leggermente. Edwin non si oppose e si sedette sul lettino dell'infermeria tenendo le gambe a penzoloni. Gli presi il polso e vi ci appoggiai sopra il ghiaccio. Sussultò per il freddo.<<Tranquillo, adesso ti abitui. Non è niente>>
Lo rassicurai. Mentre tenevo il ghiaccio premuto gli accarezzai il dorso della mano col mio pollice e lo vidi arrossire. Evitava il mio sguardo e pensai che fosse bellissimo anche quando la sua timidezza prendeva il sopravvento.<<Edwin guardami>>
Gli intimai. I suoi occhi erano come una calamita per i miei. Persi lucidità e gli strinsi il viso con una mano facendolo spaventare.<<Con o senza berretto, sei comunque bellissimo>>
Sussurrai avvicinandomi pian piano al suo viso e non si mosse. Pensai che finalmente sarei riuscito a baciarlo, che niente e nessuno me lo avrebbe impedito in quel momento.<<Smetti di prenderti gioco di me Simon>>
Disse in un sussurro appena udibile.<<Non mi sto prendendo gioco di te. Non ora>>
Risposi avvicinandomi ancora. Ero ad un centimetro dalle sue labbra, potevo percepire il suo respiro affannato.<<Cosa cazzo mi stai facendo Edwin Payne?>>
Chiesi più a me stesso che a lui.<<Simon...>>
Esalò appena.<<Shh... va tutto bene. Va tutto benissimo>>
Dissi per poi avventarmi sulle sue labbra come un animale assetato. Lasciai cadere a terra il ghiaccio e portai l'altra mano sul suo fianco stringendolo di più a me. Contro ogni mia aspettativa ricambiò immediatamente il bacio facendomi perdere la ragione. Lo spinsi contro il lettino e lo feci distendere, per poi posizionarmi sopra di lui senza smettere mai di baciarlo.
Nell'aria si sentiva solamente il rumore dei nostri schiocchi di labbra. Quella strana tensione tra noi due alla fine era esplosa, e nel migliore dei modi.<<Finalmente, dannazione!>>
Imprecai tra un bacio e l'altro. Era evidente che fosse il primo bacio per entrambi, ed era speciale.<<Simon... Simon basta. Fermo!>>
Disse dopo qualche minuto respingendomi.<<Che succede?>>
Chiesi confuso.<<È sbagliato. Non possiamo>>
Disse alzandosi dal lettino.<<No no no Edwin aspetta! Non andarte, ti prego>>
Lo supplicai, ma scosse la testa in segno di negazione.<<Mi dispiace...>>
Si limitò a dire in un sussurro per poi aprire la porta dell'infermeria e andarsene di corsa.
Tutto il mio mondo crollò in un secondo.
Mi toccai le labbra e potevo ancora percepire il suo dolce sapore.
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DEAD BOY DETECTIVES + Cat King
FanfictionCome prenderebbe Charles Rowland una possibile relazione tra il suo migliore amico Edwin Payne e il Re Gatto? Si pentirebbe di non aver ricambiato i sentimenti di Edwin all'inferno? (P.S. Ho aggiunto alcuni dettagli che potrebbero non rispecchiare a...