~THOMAS~<<Mi stai dando dello stupido?>>
Se ne uscì improvvisamente.<<Che? No no assolutamente! Non potrei mai Edwin. Solo... eri ingenuo, e ferito. Probabilmente la tua ingenuità è scaturita dal tuo dolore>>
Spiegai.<<La prossima volta mi ricorderò di aggiungere "ingenuo" tra le mie referenze per l'Agenzia Detectives Defunti. Grazie Thomas per avermi illuminato>>
Sbottò spingendomi per il petto facendomi allontanare.<<Edwin! Hey! Non fare così ti prego>>
Lo rincorsi e lo fermai per le spalle.<<Se volevi sapere la mia storia solo per ricordarmi quanto sia stato idiota nella mia vita beh, vaffanculo allora>>
Sbottò scansandomi.<<PERDONAMI! Ti supplico di perdonarmi, ma non andartene. Continua la tua storia, ti prego. Ti giuro che non aprirò più bocca>>
Lo supplicai. Come sempre maledii la mia linguaccia. Lo vidi fare un respiro profondo e sospirare.<<Va bene... ma è l'ultima volta che ne parlerò, sappilo. Dicevo, mi ha preso in giro anche lui ed è diventato peggio di tutti gli altri bulli. Dopo quello sgambetto gli chiesi se lo avesse fatto apposta, perché non riuscivo a credere che lo avesse fatto di proposito e la sua risposta è stata: "i froci come te meritano questo ed altro". Inutile dire che mi si è spezzato il cuore, perché a me Simon piaceva e... cavolo, non lo avevo mai detto ad alta voce>>
Realizzò.<<Tranquillo, va tutto bene>>
Gli sorrisi amichevolmente per rassicurarlo.<<Il giorno dopo lo sgambetto mi aspettò all'ingresso del dormitorio e mi impedì di entrare lasciandomi fuori dalla porta per tutta la notte, e ti assicuro che si gelava nei corridoi di notte. Il giorno successivo mi prese il mio fumetto preferito del Detective Carrados e lo strappò in mille pezzi dandomi per l'ennesima volta del frocio e dello sfigato. Quel fumetto era l'unica distrazione, oltre allo studio, che mio padre mi avesse mai permesso di avere e per la prima volta scoppiai a piangere. Ero davvero esausto Thomas, sentivo che non ce la facevo più ad andare avanti. Se non fossi morto per mano sua sarei sicuramente morto per mano mia da lì a poco. Comunque non si aspettò quella reazione da parte mia e vidi il panico nei suoi occhi. Balbettando mi chiese se stessi bene e mi toccò perfino la spalla come a volermi consolare, ma mi scostai e uscii dall'aula ancora in lacrime.
Simon sapeva quanto tenessi a quel fumetto. Lo rileggevo ogni giorno e ogni volta era come se fosse la prima per me. Sapeva che era stato l'ultimo regalo da parte di mio nonno prima che morisse e che per questo vi ero tanto affezionato, eppure aveva scelto di distruggerlo proprio come aveva distrutto me.
Il giorno dopo ancora successe una cosa assurda. Non appena entrai in classe notai sul mio banco il mio fumetto. Era stato ricomposto usando una marea di nastro adesivo applicato minuziosamente. Immediatamente mi girai verso il banco di Simon e notai che mi stesse fissando con un sorriso dolce. Sembrava pentito della sua azione del giorno prima. Aprii il fumetto e vidi che al suo interno era stato riposto un bigliettino con su scritto: "scusami, ho esagerato. Non odiarmi ti prego. -Simon". Ed io gli credetti, credetti davvero che fosse dispiaciuto. Mi girai nuovamente verso di lui e gli sorrisi a mia volta, poi il professore entrò in classe e diede inizio alla lezione. Da quel giorno, per una settimana circa, Simon smise di tormentarmi. Era tornato a chiedermi che cosa leggessi ed io gli raccontavo alcune vicende del fumetto e sembrava davvero interessato a ciò che gli raccontavo. La settimana successiva arrivò in collegio un ragazzo nuovo; lui non era un bullo o una cattiva persona. Il professore lo fece sedere al banco accanto al mio, solitamente vuoto, affinché lo aiutassi a recuperare il programma di studi che si era perso dall'inizio dell'anno e iniziammo a fare amicizia. Per la prima volta non camminavo più da solo per i corridoi di quella fredda prigione fatta di finta etichetta e falso rispetto. Quella mia nuova amicizia, per qualche motivo, non andò giù a Simon. Un giorno ero in bagno e mi afferrò per il colletto della camicia sbattendomi poi al muro dicendomi: "fai l'amichetto con quello nuovo, eh? Sei proprio una puttana Edwin". Gli risposi che non ero una puttana e che non stessi facendo niente di male e lui rincarò con: "ah no? Certo, dovevo aspettarmi che fossi una verginella del cazzo. Torna pure nel tuo mondo delle favole con il tuo stupido fumetto da sfigati! E pensare che ci ho messo tutta la notte a sistemartelo... sono proprio un idiota". E se ne andò. Quella stessa sera venni svegliato di soprassalto da un gruppo di miei compagni di classe, tra cui Simon, e mi trascinarono di peso nello scantinato della scuola. Mi legarono e imbavagliarono, poi Simon prese uno strano libro. Mi pare che abbia detto di averlo rubato a suo fratello maggiore. Mentre alcuni di loro mi tenevano fermo sdraiato su un tavolo Simon iniziò a leggere uno strano incantesimo, poi in coro urlarono "Verginella! Verginella! Verginella!" finché non comparve un demone terrificante>>
Prese una pausa dal suo racconto straziante.<<Hey, non serve che tu vada avanti piccolo. Posso dedurre il resto della storia>>
Portai una mano tra i suoi capelli.<<No, ho bisogno di parlarne con qualcuno almeno una volta o esploderò. Quel demone terrorizzò tutti e li uccise facendoli volatilizzare davanti ai miei occhi. Riuscii a togliermi il bavaglio e pregai il demone di risparmiarmi, ma disse che "tecnicamente" ero un sacrificio, e che "tecnicamente" avrebbe dovuto portarmi all'inferno con lui, e così fece. Non so spiegarti come, ma sentii che risucchiò la vita dal mio corpo. Ero inerme, non potevo fare nulla per aiutarmi. Provai un lungo e straziante dolore e gridai talmente forte e non credevo di poter gridare tanto. Non appena riaprii gli occhi mi ritrovai all'inferno, prigioniero di quel demone. Da quel giorno, per settant'anni, sono stato venduto da un demone all'altro e torturato fino allo stremo. No credevo che sarei mai riuscito a scappare da quel posto, e quando l'ho fatto ho conosciuto Charles. La persona più buona, generosa e comprensiva che potessi mai conoscere. Ha scelto di restare con me anche dopo la sua morte. Nessuno mi aveva mai scelt0 prima d'ora, ma Charles lo ha fatto ed io ora l'ho abbandonato!>>
Scoppiò in un pianto disperato e scivolò lungo pa parete sedendosi a terra.<<Questa era la mia triste storia. Ora la sai>>
Disse completamente distrutto. Riportare tutti quei ricordi a galla dopo oltre un secolo lo aveva ferito nuovamente e mi sentii in colpa per avergli chiesto di parlarmene.<<Ascoltami bene. Tu non lo hai abbandonato. Non lo hai fatto! Hai soltanto preso le distanze per il suo bene. Ha perso la testa ultimamente e gli serviva uno scossone. Hai fatto bene Edwin, credimi. E non lo dico perché mi fa comodo e sono felice che tu stia vivendo con me, per quanto mi faccia comodo e sia felice che tu stia vivendo con me>>
<<Dovrei vedere come sta...>>
Mormorò.<<Sono passati solo pochi giorni Edwin. Dagli almeno una settimana>>
Affermai.<<O-okay... ma poi andrò a vedere come sta>>
Disse rialzandosi senza volere il mio aiuto.<<D'accordo. Ora però che dici se ci rilassiamo? È stata una giornata intensa e ti serve riposo>>
Dissi, e lui annuì.
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DEAD BOY DETECTIVES + Cat King
FanfictionCome prenderebbe Charles Rowland una possibile relazione tra il suo migliore amico Edwin Payne e il Re Gatto? Si pentirebbe di non aver ricambiato i sentimenti di Edwin all'inferno? (P.S. Ho aggiunto alcuni dettagli che potrebbero non rispecchiare a...