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NOAH

Il venerdì sera l'intero liceo si era ritrovato nello stesso posto.

Nella villa di Zayn Miller.

La festa d'inizio anno, come sempre, si doveva svolgere al White. Tuttavia quest'anno il locale non poteva più ospitarci, eravamo in troppi. Iniziarono a circolare le voci di una possibile "sospensione" alla nostra ricorrenza,un rito che ormai si praticava ogni anno.

Per molti adulti questa "festa" era ritenuta inopportuna, a maggior ragione furono i primi a gioire quando si sentirono le prime voci sulla sospensione del party. Ma per noi studenti quel rituale era molto importante. Al raduno partecipavano tutte le classi, nessuna esclusa, una specie di rito in cui quelli di quinta potevano finalmente passare il testimone a quelli di prima, un posto in cui molti potevano fare amicizia, chiedere consigli o esperimentare quel senso di sicurezza tra le diverse annate.

Stranamente quando la notizia arrivò alla classe dello scientifico una piccola testa bianca decise di farci da angelo custode.

Zayn ci aveva offerto la sua villa in cambio di un'unica condizione. Riunire i due istituti.

Così la festa non apparteneva più solamente a quelli del classico, ma anche a quelli dello scientifico.

"Ho rivalutato quei figli di papà" Urlò Ethan fissando quella massa bianca che sbucava dalla cucina barcollando e ridendo come un pazzo. Non gli toglieva gli occhi di dosso. "Sono ancora più stronzi di quello che pensavo."

"Hai litigato con qualcuno?" Domandò la rossa divertita.

Ethan non rispose, si limitò a sgusciare via, proprio verso il punto in cui si trovava Zayn.

"Non ho capito se fosse incazzato o divertito dalla situazione" Risi fissando la rossa che mi stava seguendo ovunque. "Non vuoi andare a ballare?"

"Io non voglio lasciarti da so-" Non riuscì a finire la frase, qualcuno aveva deciso di troncare il nostro discorso.

"Hei Ariel" L'amico di Gabriel sbucò dal nulla fissando con un sorriso strafottente Eve. "Oggi non hai qualche predica per me?"

"Rossi chi ti ha dato tutta questa confidenza? Mi chiamo Eve non Ariel." Sbuffò guardandolo dritto negli occhi.

"Preferisco Ariel" Asserì divertito "Voi due non bevete?"

"No sta sera no." Dichiarò con tono autoritario. Poi posò lo sguardo verso di me. "Vado un attimo in bagno, non fare cazzate."

Annuii senza dire nulla. Sapevo a cosa si stesse riferendo. Non mi aveva perso nemmeno per un attimo d'occhio, aveva paura, non voleva che io bevessi.

"Tu sei Noah giusto?"

Luca richiamò la mia attenzione, per un momento mi dimenticai della sua esistenza.

"Giusto, come fai a sapere il mio nome?"

"Oh me l'ha detto un uccellino." Fece l'occhiolino porgendomi due shottini. "Finalmente ti conosco di persona, dovremmo brindare per questo straordinario evento!"

Aggrottai le sopracciglia. "Volevi conoscermi?"

"Certo, non parla d'altro quello stupido." Ribadì divertito. "Ora beviamo dai!"

Guardai il liquidò trasparente, non dovrei bere.

Ma due shottini non mi faranno nulla giusto?

Ingurgitai quei due shot di fretta, i sensi di colpa iniziavano già a tormentarmi.

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora