GABRIEL
Lo trovai sulla pista da ballo intento a sgolarsi una bottiglia di vodka alla menta, mentre ballava e rideva con qualsiasi persona gli si avvicinasse.
Lo strattonai con violenza prendendogli dalla mano la bottiglia. "Che cazzo stai facendo?"
Sbuffò scocciato. "Ciao raggio di sole, potresti per favore ridarmi la mia vodka? Io e lei ci stavamo divertendo da impazzire, non rovinare tutto."
Aveva gli occhi lucidi, il viso imperlato di sudore, le guance rosse. Sorrideva, ma i suoi occhi mostravano tutt'altro. Una tempesta di delusione e rabbia si schiantava su quel grigio intenso che richiudevano i suoi occhi. Indossava una maglia sgualcita, la giacca di pelle scivolava dalla spalla sinistra, i jeans strappati erano l'unica cosa ancora intatta del suo vestiario.
"Noah ma ti senti?" Sollevai il tono di voce, preoccupato e spazientito dal suo comportamento. Perché si era ridotto in quello stato?
Non rispose, si avvicinò a me, posando la sua mano sulla mia guancia. Il suo viso era sempre più vicino al mio. Ero in tilt, non riuscivo a muovermi. Sentivo il suo fiato nell'orecchio, i suoi capelli scompigliati mi solleticavano il collo e la sua mano si era posata con delicatezza sulla mia spalla.
Poi, con uno scatto si allontanò dal mio corpo. Quel piccolo diavoletto mi aveva fottuto. Era riuscito con pochi movimenti a rubarmi la vodka dalle mani.
Un idiota, ecco cos'ero. Mi stava seducendo senza accorgersene nemmeno e io mi ero emozionato come un bambino alle prese con la sua prima cotta.
Che poi era la verità. Non mi ero mai innamorato di nessuno, preferivo restare da solo e magari ogni tanto divertirmi come ogni adolescente. Ovviamente non avevo mai preso in giro nessuno, ogni persona con cui ero andato a letto sapeva perfettamente che non volevo nulla di più di una semplice scopata.
Noah invece era diverso, mi aveva completamente fottuto il cervello con un semplice sguardo.
"Eccolaa!" Esclamò bevendo un lungo sorso. Era inutile riprenderla, ormai quel liquido verde era finito. "Beh ora ritorno a ballare, ciao ciao amico."
Bloccai i suoi passi, portandolo via da quel casino. Continuava a lamentarsi e imprecare contro di me, cercava in tutti i modi di liberarsi, ogni tanto chiedeva persino aiuto ai passanti, incuranti di ascoltare un ubriaco.
Ormai eravamo fuori dal locale, ma Noah non intento a collaborare, strattonò la mia mano, bloccandosi sul posto. "Perché non mi lasci stare?"
"Non ti lascio stare perché sei un fottuto bambino! Perché devi bere, cazzo se succede qualcosa dovresti parlarne con qualcuno."Sbottai incazzato.
Lui, in tutta risposta si mise a ridere. "Proprio tu mi fai la predica? Il ragazzo che nasconde i problemi dietro falsi sorrisi cerca di farmi la morale. Grandioso!" Mosse la testa con disapprovazione. "Non voglio la compassione di un bugiardo, men che meno la ramanzina da qualcuno che sembra essere più rotto di me!"
Aprii bocca per parlare, ma non riuscii a far uscire nessun suono. Sentivo il cuore martellare nella cassa toracica, le sue parole mi stavano uccidendo.
"Vuoi farmi da consulente, vuoi sapere perché mi sono ridotto in questo stato? Bene! Io ti dico i miei problemi se tu mi racconti cosa cazzo è successo ai tuoi genitori."
"No" La mia voce era un sibilo, forse non era nemmeno riuscito a sentirlo.
"Io cerco di lasciarti i tuoi spazi, non faccio domande e aspetto impaziente che sia tu ad accennarmi qualcosa. Sai quante volte avrei voluto chiederti cosa cazzo volessero dire le tue parole? Hai ucciso i tuoi genitori? Sei veramente un assassino?" Abbassai la testa, non riuscivo a guardare la sua faccia. Se mi fossi imposto di guardarlo, forse avrei iniziato a odiare il suo bellissimo viso e io non volevo. Noah era ubriaco, ma quelle parole iniziavano a farmi pressione. "Nonostante io non creda a questa stronzata, voglio sapere perché ti ostini a dire che è colpa tua, scoprire una parte di te per cercare di confortarti. Voglio essere il tuo cazzo di posto sicuro, perché penso che tu lo sia diventato per me! Ma Gabriel, non ti mettere in mezzo ai miei problemi se tu stesso non vuoi confidarti con me."
Continuavo ad ascoltare in silenzio.
Non potevo raccontargli il mio passato, non mi sentivo pronto a rispondere alle sue domande.
Solo al pensiero mi sentii un nodo alla gola che cercava di mozzarmi il fiato. Posai le mani sulla mia camicia, cercai di slacciare i primi bottoni ma non ci riuscivo.
Maledizione!
Provai a respirare, ci riuscivo a fatica. La mia mente vagava in quei ricordi angusti, sentii la sensazione di essere di nuovo lì, tra le fiamme.
Non mi resi conto di essere accasciato a terra, con le mani tremolanti attorno al collo e le orecchie che continuavano a fischiare imperterrite.
Volevo chiedere aiuto, ma chi mi avrebbe sottratto dai miei incubi? Mi ero salvato ben tre volte nella vita, portando gli altri alla rovina. Non potevo mettere in mezzo altra gente. Quindi questa volta sarei morto soffocato? Un lato positivo c'era, potevo finalmente scusarmi con loro.
Sentii qualcosa di caldo avvolgermi il corpo. Una voce continuava a richiamare dolcemente il mio nome. Era Noah.
Mi aveva stretto a sé, cullandomi tra le sue braccia. Mi aveva sbottonato i primi tre bottoni della camicia e con dolcezza mi accarezzava la schiena e le spalle.
"Respira Gabri, ci sono io con te." Sussurrò baciandomi la fronte. "Coraggio, inspira ed espira."
Iniziai a farlo, lentamente.
"Bravo così." Accostò le sue labbra al mio orecchio. "Concentrati sulla mia voce, sui rumori che senti intorno a te."
Lo feci. Mi concentrai sul suo respiro, le macchine che sfrecciavano per la strada, la musica che si sentiva in sottofondo dal locale.
"Sei più forte dei tuoi pensieri" affermò con dolcezza, posandomi un altro bacio sul collo. "Concentrati unicamente su di me, loro non hanno il controllo."
Non era vero. I miei pensieri padroneggiavano la mia intera esistenza. Ciononostante, Noah era riuscito a far affievolire quelle voci.
"Sono stato uno stronzo, scusami per prima." Mi strinse tra le sue braccia, ancora più forte, aderendo completamente al mio corpo. La sua testa era poggiata sulla mia spalla. "Non devi dirmi nulla, quando ti sentirai pronto io ci sarò. Fino ad allora conta lo stesso su di me, ti consolerò in silenzio, non ti chiederò nulla contro la tua volontà. Aspetterò al tuo fianco, proteggendoti dai tuoi pensieri, proprio come hai fatto tu con me."

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Nothing is as it seems
RomanceMolto spesso l'apparenza inganna, nascondiamo talmente bene i nostri scheletri, che scegliamo di vivere la nostra vita con una doppia faccia, fingendo che vada tutto bene. Noah dopo la morte della madre non riesce più a ritrovare la spensieratezza...