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GABRIEL


"Chi sei?" Mark squadrò Noah con noia. "Questa cosa è tra me e Gabriel, non ti riguarda. Perché non vai da un'altra parte a fare lo sbruffone?"

Noah aveva gli occhi iniettati di rabbia, il grigio delle sue iridi sembravano più scure del solito. Quei occhi racchiudevano una tempesta di emozioni.

"La cosa mi riguarda eccome," Ghignò posando la sua mano sul mio braccio. "Gabriel è mio, ti è chiaro?"

Ero suo? Oh fantastico, quindi mentre baciava quella tonta a cosa cazzo pensava, anche lei era sua?

Quel coglione si voltò verso di me, assumendo una postura sicura e altezzosa. "Quindi è lui Noah?" Analizzò il corvino come se fosse una persona inferiore rispetto a lui. "Greco ti meriti di meglio, lui non è alla tua altezza."

La mano di Noah si alzò in aria, pronto a colpirlo in faccia. Per fortuna riuscii a bloccare il suo pugno in tempo. "Siete dei bambini per caso? Non sono un fottuto giocattolo per cui litigare."

Sbuffai impazientito, forse era meglio ritornare in giardino a parlare con quel maledetto albero. Lui sì che riusciva ad ascoltarmi.

Presi Noah per il polso, volevo andare via da lì, ma prima mi girai verso il volto di quel energumeno. "Senti Marco, magari in un'altra vita potremmo conoscerci meglio." Risi, guardando quella macchia sulla sua camicia, era tutta colpa sua. "Quindi, inizia a buttarti giù da un ponte e spera di nascere con un carattere migliore del tuo. Poi forse riuscirai ad avere la mia attenzione."

Me ne andai via, tenendo stretta la presa sul polso di Noah. "Mi servirebbe un fottuto bicchiere d'alcol."

Lo fulminai con lo sguardo. "Hai bevuto?"

Noah ridacchiò, guardando il posto in cui l'avevo portato. Nella cantina di Zayn, piena di bottiglie di vino. Fantastico, non mi ero nemmeno accorto di dove cazzo stavo andando. "Io non ho bevuto ma non posso dire la stessa cosa di te."

"Stai zitto Noah!" Esclamai bloccandolo contro il muro. "Ti ricordi? Me lo hai promesso, non berrai questa sera."

"Tranquillo" Posò una mano sulla mia guancia, accarezzandola dolcemente. "Anche tu dovresti smetterla, altrimenti ti ritroverai di nuovo a parlare con dei fottuti depravati, proprio come il coglione di prima."

Quel Noah incazzato era una versione talmente nuova ed eccitante.

Contegno Gabriel!

"E se avessi voluto fare qualcosa con Marco?" Domandai avvicinandomi a lui, posando una mano sul suo petto. "Oh vero, sono tuo, giusto Noah?"

"I-io," le sue guance erano diventate rosse dall'imbarazzo "sei ubriaco Gabriel, meglio se ti porto dagli altri."

Non gli diedi retta, volevo andare fino in fondo. "Perché non mi dici la verità Noah, cosa vuoi da me?" Gli afferrai il viso. "Posso aiutarti, d'altronde come ti ha detto Ethan, farei di tutto per te."

Forzai le sue gambe ad aprirsi per avere un maggior accesso al mio ginocchio, che si intrufolò proprio lì in mezzo.

"Gabriel cosa stai-" Le sue parole furono bloccate da un sospiro.

"Che c'è? Non volevi provare a capire la tua sessualità?" Feci scorrere un dito all'interno della sua maglietta, creando cerchi immaginari sulla sua pelle fino ad arrivare ai suoi capezzoli. "Dimmi piccoletto, vuoi che mi fermi?"

Scosse la testa in segno di negazione, trattenendo a stento un gemito.

"No Noah, voglio sentire la tua voce." Sussurrai rocamente baciandogli il collo. "Vuoi che la smetta?"

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora