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EVE


Come fai a capire se un ragazzo ti ama oppure è una mera illusione?

Facile, non si può sapere.

O ti fidi ciecamente e trovi il ragazzo giusto, oppure te la pigli nel culo.

Per questo avevo deciso di non affezionarmi più a nessun ragazzo. Essere usati solo per il proprio corpo, non per la persona che sei, faceva male.

Non valere nulla, esistere solo per venire utilizzate come contenitori, per poi essere gettati una volta sfruttate, questo tipo di dolore rimaneva impresso nella mia mente, negandomi la possibilità di fidarmi. E se non mi fidavo della persona con cui mi frequentavo, allora non aveva senso iniziare una relazione.

Ovviamente consideravo il detto: non fare di tutta l'erba un fascio. Non tutti i ragazzi, come non tutte le ragazze, potevano considerarsi degli enormi pezzi di merda.

Gli unici maschi di cui mi fidavo ciecamente, potevo contarli sulle dita di una mano: mio padre, mio nonno, il mio psicologo, Noah e Ethan. Ma con questi ultimi due, ci avevo messo anni per raccontare i miei problemi e fidarmi al cento per cento, nonostante fossi stata io la prima ad avvicinarsi a loro.

Ma una persona che ti ama può aspettare così tanto? Fortunate le persone che erano riuscite a incontrarla, perché io non l'avevo mai trovata.

"Noah non doveva venire con te?" Mi chiese Ethan in piena confusione.

"Emergenza a casa." Sospirai frustrata. "Suo padre si è presentato all'ultimo."

"Quell'uomo mi sorprende sempre di più." Sbuffò guardandosi intorno. "Non so nemmeno se odiarlo o meno. Lo conosco da anni, era un buon padre, lo è ancora su certi aspetti, ma è così assente."

"A me non frega un cazzo se è buono o meno, se fa soffrire Noah quell'uomo per me non ha diritto di parola." Affermai con decisione. "Cambiando discorso, mi spieghi cosa diavolo succede tra te e Zayn?"

Ethan aggrottò la fronte. "Di cosa stai parlando?"

"Smettila di fare il finto tonto. È dalla festa d'inizio anno che vi scannate. Tu lo eviti come la peste e ogni volta che lo vedi sembra che lo vuoi uccidere, anche se molte volte intravedo emozioni contrastanti." Non capivo se voleva farlo a pezzettini e darlo in pasto ai cani, o mangiarselo in un sol boccone. "Lui invece mostra evidentemente lo schifo che prova per te."

"Non è niente." Borbottò con un filo di voce.

"Non ti credo"

"Invece di preoccuparti dei miei problemi, pensa ai tuoi." Disse alzandosi dallo sgabello su cui era seduto. "Sta arrivando il tuo più grande incubo. Buona fortuna Eve."

Lasciandomi in totale confusione sparì tra la folla, nella pista da ballo.

"Ariel, eccoti!"

Quello stronzo! Mi sarei occupata prima di lui, poi avrei ucciso anche Ethan, quel piccolo traditore.

Rossi si sistemò sullo sgabello. Indossava una camicia nera che copriva perfettamente le sue larghe spalle, i primi tre bottoni erano slacciati, perfetti per far trasparire la collanina argentea che aveva al collo. I jeans neri fasciavano perfettamente le sue gambe toniche, tutto veniva messo impeccabilmente in risalto, quei vestiti gli calzavano a pennello.

"Bravo Rossi, mi hai trovato!" Esclamai fingendo di essere lieta della sua presenza. "Da bravo ora sparisci, ti cercherò più tardi, se ho voglia."

"Per quanto ami giocare a nascondino, preferisco restare qui a sentire la tua adorabile voce." Disse alzando gli angoli della bocca in un sorriso sghembo. "Amo il tuo carattere, ma per una volta potresti cercare di essere meno stronza e un po' più cordiale."

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora