08

461 27 16
                                    



NOAH


Mi svegliai con un mal di testa assurdo. La luce che filtrava dalla finestra mi procurava un fastidio allucinante agli occhi, mi girai dall'altra parte e guardai l'ora sul telefono. Quasi le dieci. Scalciai le coperte e mi misi seduto, ricordi sbiaditi della serata continuavano a tornarmi in mente.

"Sembri un ragazzo forte, non abbandoneresti nessuno ne sono sicuro. Non è facile all'inizio ma scommetto che puoi farcela, non sei solo."

"Noah fidati di me."

"Va tutto bene, ci sono io con te"

GABRIEL

"Merda" Ricordai ogni cosa della notte precedente. Ho raccontato la cosa più intima della mia vita a un totale sconosciuto. "Merda!"

Presi qualche respiro profondo, alla festa avevo bevuto soltanto due shot, troppo poco alcol, come cazzo avevo fatto a ridurmi in quello stato?

Scivolai fuori dal letto e poggiai i piedi sul parquet, rabbrividendo, socchiusi la porta e camminai con estrema lentezza verso il salotto.

Un lieve brusio si intensificava gradualmente. Distinguevo la voce di Wendy che continuava a parlare a raffica.  Con chi diavolo stava parlando?

"No! Penso che Jennifer sia molto più carina di Brittany. Non vedi? Jen è uguale a te! Bionda, occhi verdi, un sorriso grande grande!"

Vicino al divano, seduti per terra, trovai la mia piccola Wendy che giocava allegramente con le sue bambole. Davanti a me, girato di schiena, il biondino che cercava in tutti i modi di far divertire mia sorella.

"Brittany è molto più bella, somiglia a tuo fratello non vedi? Capelli color petrolio, occhi grandi e grigi, quel sguardo spaesato e quelle labbra carnose. Lei dovrebbe stare con Johnny non Jennifer." Borbottò Gabriel con un tono da bambino, sembrava quasi adorabile.

Un momento! Cosa diavolo ha detto su Brittany?

"Hm hai ragione, allora mettiamo Brittany e Jennifer insieme! Johnny non merita delle ragazze così cari-" La strana piega che stava prendendo quel discorso fu interrotto da un mio starnuto. Gli occhioni di mia sorella si puntarono nei miei, diventando ancora più luminosi di prima. Saltellò allegramente abbracciandomi le gambe. "Noah ti sei svegliato!"

Gabriel si girò verso di noi sorridendo.

"Quando sei arrivata? Zia Andy non ha detto che ti riportava domani a casa?" Domandai accarezzando la sua testolina corvina.

Wendy scosse la testa. "Ha avuto un problemino con gli uomini in cravatta, Gabri è stato così bravo, ci ha preparato la colazione. C'è ne anche per te!"

Gabri? Ma cosa cazzo stava succedendo.

Mi portai una mano tra i capelli fissando intensamente l'adorabile sorriso dipinto sul viso imbarazzato del biondo. "Grazie."

"Spero che ti piacciano le crêpes." Mormorò scrutandomi da testa a piedi.

"Le adoro." Ero felice che qualcuno avesse preparato sia a me che a mia sorella la colazione.

Poteva sembrare un gesto normale, ma dalla morte di mia madre gestivo io quasi tutto.

Certo zia Andy nel suo piccolo cercava di aiutarmi, grazie a lei riuscivo a strapparmi qualche giorno di svago, ma spesso mi ritrovavo a invidiare i ragazzi della mia età. Liberi di uscire, viaggiare, incontrarsi in qualsiasi momento. Invidiavo persino il rapporto con i genitori, dalle emozioni positive come l'amore e l'affetto, fino a quelle negative come i litigi, le ramanzine...Tutte cose che alla mia età mancavano.

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora