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GABRIEL


Stavo per mandare tutto a puttane. Volevo baciare Noah.

Per fortuna Wendy era arrivata giusto in tempo a interrompere l'errore più grande della mia vita.

Desideravo baciarlo, ma non in quel modo.

Volevo che fosse dettato dalla passione, dall'amore che ci spingeva a unire le nostre labbra, ad intrecciare le nostre anime.

Non un bacio sporco, rubato. Decretato solo dall'eccitazione che provavo ad averlo in ginocchio tra le mie gambe.

Non potevo compiere quel gesto se non riuscivo ancora ad accettare di avere il cuore di qualcun altro tra le mani.

Il mio cuore l'avrei distrutto in mille pezzi se Noah me lo avesse chiesto, il suo invece dovevo tenerlo al sicuro e avevo tanta paura di frantumarlo.

Ma non potevo andare avanti in questo modo.

Dovevo darmi una possibilità, cercare di abbattere il muro che mi ero costruito.

Noah riusciva a crearmi un uragano di emozioni che avevo bloccato da tempo. Avrei lottato per tenerlo al sicuro, ma sta volta non mi sarei tirato in dietro. Volevo restargli a fianco, raccontargli il mio passato e provare a ricucire le nostre ferite per essere felici.

Perché ne ero certo, solo insieme potevamo creare il nostro posto sicuro, ricominciare da zero.

Il primo passo che dovevo compiere era semplice. Capire se potevo avere qualche possibilità con Noah.

La festa era quasi finita.

Dopo la torta Wendy saltellò euforica fino al salotto per aprire i suoi regali.

Gli avevo comprato una bambola, simile a lei.

Quando gli chiesi come l'avrebbe chiamata, rispose subito Noriel.

Noah l'aveva presa in giro, a detta sua era un nome stupido. Io invece ne ero rimasto particolarmente sorpreso. Sapevo che quel nome era un intreccio tra il mio nome e quello di Noah.

Persino Wendy, all'udire le parole di suo fratello, gli aveva dato dello stupido, per poi riferirmi all'orecchio, sotto lo sguardo di tutti, che mi ero scelto un ragazzo tonto e che ero ancora in tempo per cambiarlo.

Alla sua affermazione risi, cercando di capire come poteva una ragazzina di sei anni ad essere più intelligente di un diciottenne.

Ora, io e Noah ci eravamo appartati nel balcone per fumare una sigaretta, mentre Wendy e Andy giocavano in salotto con le bambole.

"Ti fa ancora male?"

Mi girai verso di lui, notando che il suo sguardo era già posato sulle mie labbra.

"No, sto bene." Risposi cercando in qualche modo di non fissargli la bocca. Non dovevo cadere in tentazione.

"La tua ragazza si preoccuperà da morire quando vedrà cos'hai combinato alla faccia."

Il mio sguardo si accigliò. "Chi ti ha detto che ho la ragazza?"

Notai le sue guance rosse e lo sguardo che cercava in tutti i modi di non posarsi su di me.

"Nessuno, è solo che...ecco non abbiamo mai parlato di queste cose da quando ci conosciamo. In più sei un bel ragazzo, pensavo fossi fidanzato."

"Non mi sono mai fidanzato con nessuno." Sospirai guardando il fumo che si spargeva nel buio della notte. "Ho fatto sesso con molte ragazze e ragazzi, ma non mi sono mai innamorato."

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora