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ZAYN


PRESENTE

"Arrivo!"

Chi cazzo poteva essere a quell'ora?

Continuavano a bussare insistentemente alla mia porta, ma non dovevo incontrarmi con nessuno. Forse era Luca, gli avevo dato appuntamento al nostro solito locale eppure non era da lui persistere in quel modo.

Aprii la porta ritrovandomi l'ultima persona che volevo vedere.

Ethan era in ginocchio, aveva il capo chino e le mani completamente distrutte.

Tremava, sembrava scosso da qualcosa e aveva i vestiti sgualciti, i capelli disordinati e la pelle pallida.

Incrociai le braccia fissandolo con irritazione. "Cosa ci fai alla mia porta? Non ti avevo detto di starmi alla larga?"

Non rispose, aveva il fiato corto e si ostinava a non guardarmi in faccia. Quella visione mi irritava, perché non alzava quella testa?

"Guarda che se non parli ti chiuderò la porta in faccia." Borbottai cercando di ricevere la sua attenzione su di me. Doveva guardarmi negli occhi maledizione!

Scosse la testa freneticamente, ma continuò a starsene zitto e guardare per terra.

"Allora ciao." Mi voltai per andare via, ma la sua mano si posò sulla mia caviglia facendo arrestare i miei passi.

"S-scusami" Sussurrò con un filo di voce.

Sbuffai inginocchiandomi alla sua altezza. "Perché queste cose succedono tutte a me?"

Presi il suo mento nella mia mano, alzandogli finalmente la testa.

Rimasi stupito di vedere i suoi occhi gonfi e rossi. Stava piangendo e continuava a torturarsi il labbro inferiore senza dargli tregua.

Perché sentivo una strana stretta al petto? Non mi piaceva vederlo in questo stato.

Corrugai la fronte fissandolo con indifferenza. "Sei ridicolo, smettila di piangere."

No, non mi piaceva affatto questa situazione.

Iniziò a strofinarsi ripetutamente le mani sulla faccia. "Mi dispiace."

Perché continuava a scusarsi con me?

"Senti, non so cosa sia successo ma dovresti andartene a casa o dai tuoi amici, io non so come aiut-"

Mi prese alla sprovvista, avvolgendo le sue braccia sui miei fianchi e le mani stringevano con forza il tessuto della mia maglia.

"Mi dispiace Zayn, m-mio fratello...no quell'uomo non è più mio fratello, non...non so cosa fare. Mi dispiace un sacco, so che non risolverò nulla con le mie scuse ma io...ecco io non riuscivo a credere a quello che mi hai raccontato, ti ho colpito inutilmente quel giorno. N-non dovevo, io non sono come lui!"

Rimasi pietrificato nel suo abbraccio. Sembrava così debole, non l'avevo mai visto in queste condizioni.

Forse avevo esagerato, avevo riversato tutta la mia rabbia su di lui. L'avevo respinto e trattato male, quando il problema era Charles.

"Mi sono comportato male con te, mi dispiace." Dichiarai accarezzandogli la testa.

"Perché ti scusi? È colpa di mio fratello, dovevo fidarmi di te." Asserì guardandomi negli occhi...sembrava un bambino, che tenero.

"Sì hai ragione, ed è per questo che non dovevo prendermela con te. Ti ho evitato e trattato male per colpe che non hai. Inoltre anche tu hai sofferto, no? Sapere che tuo fratello non è la persona che ti aspettavi non deve essere facile."

Annuì affondando la sua testa sul mio petto. "Non so che fare."

"Per ora non fare niente, vieni dentro dobbiamo disinfettare quelle luride mani." Scherzai giocherellando con una ciocca dei suoi capelli. "Come ti sei ridotto in questo stato?"

Una smorfia si propagò sul suo viso. "Ho parlato con mio fratello, non è andata molto bene."

Fissai le sue mani con insistenza, avevo un motivo in più per odiare quell'uomo. "Vieni dentro, penserò io a te."

Ethan e Charles non erano uguali. Quei due avevano lo stesso sangue e si assomigliavano, questo mi aveva fatto odiare pure lui. Eppure Ethan aveva affrontato suo fratello per me, era qui a scusarsi per qualcosa che lui non aveva fatto, stava soffrendo per le azioni procurate da suo fratello.

Ethan non era Charles, l'aveva capito solo ora.



...



LUCA


Zayn mi aveva dato buca senza nessuna spiegazione. Che stronzo, l'idea di uscire era pure stata sua.

Fissai il locale, ormai ero qui, avrei bevuto qualcosa e poi me ne sarei ritornato a casa.

Amavo venire qui, il bar era tranquillo ed elegante. C'era poca gente e la location era perfetta per avere un po' d'intimità.

Forse la prossima volta potrei portarci Eve, le piacerebbe un sacco questo posto.

"Quella stronza ti ha dato buca?"

Girai la testa verso l'unica voce che risuonò nel locale. Erano due tipi, uno più ubriaco dell'altro e stavano disturbando i clienti con le loro urla.

"Non ti preoccupare, quella troia di Eva cadrà ai miei piedi. È già successo una volta, perché non dovrebbe succedere di nuovo?" Rise sgolandosi tutto d'un fiato il suo drink. "Ehi amico vado un attimo in bagno, torno subito."

Lo seguii silenziosamente fissando la sua andatura barcollante. Rideva e parlottava da solo, qualche volta inciampava sui suoi stessi piedi.

Che idiota.

Prima che potesse varcare la porta del gabinetto, lo inchiodai al muro incenerendolo con lo sguardo.

Era lo stesso ragazzo che avevo visto di sfuggita con Eve alla festa, prima che scappasse fuori.

"Sei l'ex ragazzo di Eve, giusto?" Chiesi con un tono basso e pacato, dovevo mantenere la calma.

"Non penso siano affari tuoi." Sogghignò togliendosi dalla mia presa. "Un momento, non dirmi che te la sei scopata anche tu? Bravo amico ottima scelta, quella è noiosa come la morte ma è brava a letto."

Che razza di bastardo, non mi piaceva affatto il suo modo di parlare.

"Tratti le ragazze come se fossero degli oggetti, mi fai schifo. Ma d'altronde, cosa potevo aspettarmi da uno come te?"

Corrugò la fronte. "Non dirmi che quella ragazza ti piace sul serio, andiamo amico Eve non sarà mai tua."

"Oh, ma lei non è mia, come non è tua." Asserii appoggiando la schiena sul muro e le mani nelle tasche, squadrandolo dalla testa ai piedi. "Sei un uomo talmente inutile che non riuscirai mai a capire il valore di una persona. Fammi un favore, non avvicinarti più a Eve, non cercarla, non scrivergli e non provare a toccarla. Stai lontano da lei, hai capito?"

Si avvicinò a me con aria di sfida. "Altrimenti?"

"Altrimenti ti taglierò le mani e la lingua, così non potrai più infastidirla." Dichiarai con serietà allontanandomi da lui. "Sono una persona calma, ma non ti conviene scherzare con me."

Non avrei permesso a nessuno di far del male a Eve, l'avrei protetta da chiunque a qualsiasi costo. 

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora