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GABRIEL


"Quello è frocio, te lo dico io." Sbottò Zayn guardando l'amico di Noah.

Luca lo fulminò con lo sguardo. "Ma la smetti di usare quel termine! È grezzo, se ti sente qualcuno penserà che sei un omofobo del cazzo."

"Scusami che cazzo te incazzi se uso sto termine quando io stesso sono gay, Gabriel non protesta ed è per metà frocio pure lui. L'unico che si lamenta in questo fantastico trio colorato è l'etero della situazione." Disse sogghignando. Si portò la mano alla fronte teatralmente, fissandolo con uno sguardo malizioso. "Io l'ho sempre detto che un pochetto sotto sotto vuoi essere pure tu gay. Dillo Luca, io ti accetto così come sei!"

Luca scosse la testa ormai abituato alle sue scenate. "Un amico normale non potevamo prenderlo, eh Gabri?"

Non risposi, continuavo a pensare a quello che era successo ieri.

"Ti dirò di più" replicò Zayn mentre masticava rumorosamente la sua fetta di pizza. "Pure il tuo affascinante Noah è gay. Lo siento!"

Feci spallucce."Non mi importa."

"Ma smettila parli di lui costantemente. Noah di qua, Noah di là. Oh ma guarda come è figo Noah. Cazzo solo a guardare i suoi occhi mi viene un'erezione."

Lo fulminai con lo sguardo. "L'ultima cosa non l'ho mai detta."

"Però è vero." Disse passandosi le mani tra i capelli bianchi.

Mi morsi l'interno guancia, chiusi le mani in due pugni. "Ma non avrei mai fatto nulla, sapete che non voglio relazioni."

Luca assottigliò lo sguardo. "Dannazione Gabri, che cazzo è successo? Sei più strano del solito."

"Non dirmi che ti stai pentendo della rissa?" Chiese Zayn squadrandomi con curiosità. "Insomma l'arcangelo Gabriele, il sommo ragazzo che è contro la violenza, finalmente ha osato sporcarsi le mani per la sua dolce fanciulla. So che è difficile per uno come te, ma ora mi sembra esagerato."

"Non è per questo..." Sospirai guardando prima uno, poi l'altro. "Ieri Noah ha assistito a una delle scenate che fa mia zia."

"Merda!" Esclamò Luca. "Ti ha detto le solite merdate immagino...è lui?"

Schioccai la lingua contro il palato, sentendo la bocca improvvisamente secca. "Mi ha chiesto se ho ucciso qualcuno, e io gli ho detto di sì."

"Stronzate, devi smetterla di darti la colpa cazzo!" Ringhiò Zayn. "Ora cosa pensi di aver risolto? Quel ragazzo non ti guarderà più in faccia, tutto questo solo perché ti piace addossarti colpe che non hai!"

Notai qualcuno che ci fissava, cercai di mostrare uno dei miei soliti sorrisi, non volevo fare scalpore. "Se non mi rivolge più la parola non è un problema. Anzi sono stato io il coglione che si è avvicinato troppo a lui, per cosa? Sappiamo tutti che non riesco ad amare nessuno. Volevo diventare suo amico, ma poi cosa cazzo sarebbe successo? Lo sapete bene che me lo porterei a letto, ascolterei i suoi problemi per ore e ore, gli starei a fianco ogni secondo. Ma se poi si innamora di me? Cosa improbabile penso sia etero, però se succedesse? Gli darei solo false speranze."

"Tu invece non pensi ai tuoi sentimenti?" Mi chiese Luca alzando gli occhi al cielo. "Questo ragazzo ti piace da quasi un anno, ti sei innamorato di lui solo vedendolo di sfuggita a una cazzo di partita. Hai sentito solo una volta il suo nome e te lo sei ricordato come se fosse una delle cose più importanti per te. Finalmente sei riuscito a incontrarlo, ci hai pure parlato, l'hai aiutato e difeso. Ora invece ci vuoi dire che ti va bene stargli lontano?"

"Non voglio, vorrei stargli vicino." Ammisi con una smorfia. "Ma lo distruggerei, ha già i suoi problemi, non posso addossarli altre complicazioni."

"Questo dovrebbe deciderlo lui." Affermò Zayn irritato. "Le cose si fanno insieme, non da soli. Ti piace? Anzi non devi nemmeno rispondere, il termine piacere è anche troppo riduttivo per quello che provi. Tu hai occhi solo per lui, cazzo! Non porre fine a qualcosa senza nemmeno provarci. Non lasciare che le tue fottute paure ti blocchino nel passato."

Deglutii alle sue parole. "Io sto benissimo! Non ci penso nemmeno più a quello che è succes-"

"Non è vero!" Esclamò Zayn furente.

"Zayn, ora basta." Intervenne Luca cercando di placare la situazione. Nessuno ci stava ascoltando, eppure mi sentivo osservato.

"No, questa cosa non mi va più giù. Non riesco a fare finta che lui stia bene solo per farlo contento." Replicò inspirando con forza per poi riportare i suoi occhi blu su di me. "Non è vero che stai bene, altrimenti come spiegheresti tutto questo? Non dormi la notte, ti allontani dall'unica persona che ti ha fatto provare dei sentimenti diversi oltre l'amicizia. Tieni tutto dentro fingendo che vada tutto bene, ma non va per nulla bene! Pensi ancora che sia colpa tua per quello che è successo, ma ti rendi conto di quello che dici, eri un bambino!"

"Ti ho detto che sto bene!"

Zayn era una testa dura, sapevo che non avrebbe mollato la questione. Ma quelle parole iniziavano a farmi mancare il respiro.

"Smettila di mentire. Se stai bene allora racconta quello che è successo senza definirti un omicida! Vai, sono tutt'orecchi Greco, dimmelo!"

"Basta!" Urlai senza pensare a nulla. Me ne fregai per una volta delle persone che si erano girate verso il nostro tavolo, delle occhiate inquisitorie che si conficcavano sulla mia pelle. Per una volta lasciai sfuggire una parte di me che non avrei mai voluto far vedere, quel Gabriel distrutto che io tanto odiavo. "Scusatemi, vado in bagno."

Scappai come un codardo. Ma la cosa che mi fece vergognare di più fu la verità che Zayn mi aveva sputato senza esitazione, non potevo avercela con lui, tutto quello che aveva detto era gravemente reale. Eppure mentire a me stesso, nascondere i miei veri sentimenti dietro una maschera risultava talmente comodo che per un momento iniziai a pensare di essere veramente una persona normale, come tutti gli altri.

Sgusciai in bagno appoggiando le mani al lavandino. Avevo voglia di urlare, prendere fiato e insultare me stesso per tutte le cazzate che vorticavano nella mia mente, ma non lo feci.

Sentivo gli occhi pizzicare, una lacrima scivolò sulla guancia. Sfregai i palmi sugli occhi, non volevo piangere.

Inspirai con fatica, stavo perdendo il controllo.

Uno, due. Espiro.

Era stata colpa mia, se quel giorno non fossi scappato non sarebbe successo nulla.

Tre, quattro. Inspiro.

Se lei non fosse morta, mio padre non avrebbe fatto tutto quel casino.

Cinque, sei. Cosa dovevo fare?

Non riuscivo a respirare. Mi tolsi la felpa che avevo addosso, continuavo a toccarmi il collo in cerca di ossigeno, sentivo un groppo in gola.

Se non mi fossi immischiato nella loro vita, quelle persone sarebbero ancora vive.

"È tutta colpa mia!" Gridai con prepotenza prima di tirare un pugno fortissimo allo specchio.

Lo specchio si ridusse in frantumi e il sangue in cominciò a colarmi dalle nocche e dal dorso della mano. Eppure non sentivo dolore. Mi sentivo solo vuoto, un po' stanco e forse anche deluso da me stesso.

Ritornai a respirare regolarmente. Aprii il rubinetto gettando le mani sotto il getto d'acqua, il sangue continuava a colare imperterrito. Era tutto inutile.

D'un tratto la porta si aprì, non dovevo girarmi per capire chi fosse. La sua presenza, il suo profumo, persino il respiro mi sembrava diverso da tutti gli altri.

"Noah, vattene!" Esclamai con uno sforzo immane.

Ma lui non mi ascoltò. Percepivo il suo sguardo preoccupato, eppure rimase lì senza dire nulla.

Mi voltai verso di lui, riuscendo a compiere l'unica cosa che mi riusciva bene.

Gli regalai uno dei miei soliti falsi sorrisi.

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora