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NOAH

L'ennesimo sbuffo proveniente dal sedile anteriore ricopriva il silenzio che si era creato in macchina.

Ethan non era mai stato particolarmente attratto dalle feste, soprattutto posti come la discoteca. I luoghi affollati, le persone ubriache, la pista da ballo...tutto questo lo rendeva irascibile.

Eve invece era un amante delle feste. Ballare tutta la notte come se fosse l'ultima, parlare con gli sconosciuti, cantare a squarciagola, fare giochi strani e bere in compagnia...tutto questo la faceva sentire viva, libera di scatenarsi come voleva.

Io invece potevo ritenermi neutro, non amavo ballare, neanche approcciare con persone che non conoscevo, tuttavia c'era una cosa che amavo alla follia in quel posto, i loro fantastici drink.

Venerdì sera, per accontentare Ethan, siamo stati a casa di Eve, una cosa tranquilla. Abbiamo mangiato schifezze fino a tarda sera guardando la serie preferita del castano, cobra kai.

Sabato sera invece bisognava accontentare Eve. Per questo nonostante i lamenti di Ethan, ci trovavamo tutti e tre al White.

Scendemmo dalla macchina avvicinandoci all'entrata della discoteca. Fuori dal locale svariati gruppi erano impegnati a fumare o a bere, pronti a intrattenere conversazioni profonde, a ridere come dei matti per qualche stupida battuta, a vomitare tutto quello che avevano bevuto durante la serata.

Arrivati all'entrata un bodyguard ci chiese la carta d'identità, ovviamente non mancò l'occhiata fugace al fisico di Eve. La rossa indossava un vestito corto aderente di colore azzurro, dei tacchi bianchi, medesimo colore della borsa e della collana di perle che indossava al collo.

Lo incenerii con lo sguardo pronto a tirare un pugno sul suo bel viso rugoso, ma Eve percependo il mio umore si mise di fianco a me, fissando con disprezzo l'uomo dinanzi a lei.

"La smette di guardarmi di sua spontanea volontà o devo denunciarla?" Domandò beffarda mentre intrecciava il suo braccio sotto il mio. Cercò di mostrarsi calma e divertita dalla situazione ma notai il suo nervosismo dal modo in cui stringeva il mio braccio.

L'uomo finse di non aver sentito e ci fece entrare.

"Ecco perché odio questi posti" mormorò Ethan che si era posto proprio dietro a Eve, per proteggerla dagli sguardi indiscreti di quell'uomo.

"Parli come se non ci fossero uomini viscidi e inutili all'esterno di questo posto." Sbuffò "Esistono migliaia di ragazzi e ragazze uguali a quel tipo, purtroppo non ti salvi in nessun posto. Ma non siamo venuti qui per questo, divertiamoci e non pensiamo più a nulla."

All'interno del locale venni immediatamente assuefatto dall'odore dell'alcol, le luci rosse e blu torreggiavano nel locale, il vapore artificiale si innalzava vicino al palco dove il Dj mescolava canzoni commerciali e reggaeton a tutto volume.

"Vado a ballare voi venite?"

"Io vado a bere" Urlai nell'orecchio di Eve.

"Non dovresti bere lo sai." Mi fulminò Ethan con lo sguardo.

"Non berrò tanto. Solo il giusto per non pensare." Sorrisi per tranquillizzarli. "Solo un paio di drink."

"Ben detto Noah, ti ho cresciuto proprio bene! Bere ma con moderazione!" Esclamò soddisfatta Eve.

So che non si fidava totalmente, ma non si oppose perché sapeva che in fondo non sarebbe mai riuscita a vietarmi di bere. Sono troppo testardo, non ascoltavo mai nessuno.

Decise di dedicarmi un sorriso affettuoso. "Ti prego stai attento." Poi si girò velocemente verso Ethan, afferrò il suo braccio e lo strattonò a sé. "Tu non scappi amico, che la tortura abbia inizio!"

Nothing is as it seemsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora