GABRIEL
Quando alla tv c'era quel strano gatto blu e quel bambino con gli occhiali, per me aveva solo un significato: papà ritornava da lavoro.
Eppure fissai quella porta a lungo, ma quando il campanello suonò, all'entrata intravidi solamente zia Kathrine.
"Sorellona, come stai?" Sentii la sua voce allegra che salutava mia mamma mentre con la mano toccava pian piano la sua pancia. "Il mio piccolino invece come sta?"
"Sta bene sia lui che Gabriel, grazie per l'interesse. Ti ricordo che ho due figli."
Vidi la smorfia di disgusto sulla faccia di zia, ma non mi importava, io amavo solo i miei genitori, anche se non erano quelli veri.
"Amore mio, mamma va a fare la spesa, papà arriverà tardi oggi. Fai il bravo e ascolta zia Kat, va bene?"
Annuii fissando il suo viso, eppure non riuscivo a vederlo nitidamente. Che strano.
Zia Kathrine si accomodò sul divano, passando da un canale all'altro alla ricerca di qualche strano film da guardare.
Ritornai al mio disegno, rappresentava i miei genitori, me e il nuovo fratellino che da lì a poco avrei conosciuto. Ero felice, sarei diventato il fratello maggiore a cui avrebbe chiesto aiuto per i compiti e finalmente potevo giocare con le macchinine con qualcuno a cui non faceva male la schiena ogni cinque secondi come papà.
"Sai che quando nascerà quel bambino tu verrai dimenticato, vero?"
"Non è vero, mamma e papà mi ameranno lo stesso!" Mi girai verso la zia, che continuava a sorridere e guardare la tv.
"Oh no, tu non sei nemmeno il loro vero figlio. Ora che sono riusciti ad avere un bambino perché dovrebbero tenere uno come te? Tu eri solo un rimpiazzo, ora non servi più."
Scossi la testa, non era vero! O forse aveva ragione...
"Andiamo, non hai notato che ultimamente non hanno più tempo per te? Ti stanno già dimenticando."
"Non è vero!" Urlai con le lacrime agli occhi.
Dovevo chiedere a mamma, lei mi avrebbe detto la verità.
Notai la porta aperta, così corsi via a cercare la mia mamma. Eppure non riuscii a trovarla.
Continuavo a correre e correre, ma l'unica cosa che vidi fu un camion e un rumore assordante che continuava a perforarmi le orecchie.
Mi alzai di scatto dal letto, la suoneria del telefono continuava a suonare insistentemente.
Avevo il viso accaldato, il respiro affannato e la scatola delle pillole che usavo per dormire erano ancora intatte sul comodino.
Mi ero addormentato solo per qualche ora e quell'incubo si era fatto risentire proprio adesso che stava andando tutto bene. Maledizione!
Presi il telefono dal comodino, notando due chiamate perse da Noah.
Misi in viva voce la chiamata, addentrandomi nel bagno per darmi una sciacquata al viso.
Sembravo un mostro, avevo delle occhiaie che facevano paura e il viso era troppo pallido.
"Gabri" La voce di Noah risuonò all'interno del bagno, sembrava preoccupato per qualcosa.
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Nothing is as it seems
RomanceMolto spesso l'apparenza inganna, nascondiamo talmente bene i nostri scheletri, che scegliamo di vivere la nostra vita con una doppia faccia, fingendo che vada tutto bene. Noah dopo la morte della madre non riesce più a ritrovare la spensieratezza...