Capitolo 59

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I giorni successivi continuarono uguali uno all'altro

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I giorni successivi continuarono uguali uno all'altro. Dopo la conversazione avuta con Silvia speravo che le cose nel mio cuore sarebbero cambiate, ma non fu così. Quando chiudevo gli occhi per addormentarmi rivedevo il suo corpo martoriato e riprovavo quella sensazione di nauseante soddisfazione. Avevo sorriso. Non riuscivo a perdonarmelo.

Quel dolore che mi premeva alla bocca dello stomaco mi aveva costretta a ripensare alle parole dei miei genitori. In fin dei conti non avevano sbagliato. Ma non era la magia a rendermi un mostro bensì un angolo nascosto del mio cuore che si era beato della sofferenza di quella ragazza, che aveva adorato sentire quella forza invadere ogni angolo del mio corpo. Mi ero sentita così forte da poter distruggere ogni cosa.

Sapevo che quell'esperienza nella vasca era solo un tassello di quello che sarei potuta diventare. Lo avevo percepito in quel preciso istante, quando l'incendio divampava in me. Ma non lo avevo riferito a nessuno, neanche alle mie amiche. Ne ero terrorizzata. E quello era il motivo per cui da giorni non riuscivo a portare a termine nessun esercizio di magia. Neanche quelli ii cui ero certa essere ferrata, come la guarigione e la difesa.

L'unica soddisfazione fu incontrare Silvia durante le lezioni riservate ai legati. Stava bene ed era raggiante, seduta accanto a Brando. Per la prima volta, non avevo provato nessuna gelosia nel vederli ridere e scherzare insieme. Ci eravamo scambiate solo un gesto d'intesa e nulla di più. Sapevo che presto sarei tornata a dilaniarmi dentro nel vederli così vicini, soprattutto adesso che era diventato praticamente impossibile vedere Brando.

E la mia frustrazione non era passata. Si aggiungeva a tutti quei problemi e mi divoravano dall'interno. Da una parte desideravo vedere l'Orso, stringermi a lui, baciarlo. Spesso durante le lezioni non riuscivo a pensare ad altro e mi ritrovavo a fissarlo senza neanche rendermene conto.

Dall'altra avevo Arechi. Non avevamo mai passato così tanto tempo insieme. La sua presenza costantemente inopportuna, presuntuosa e arrogante, spesso sprezzante e ringhiante, iniziavo a tollerarla. Mi ero abituata a trovarlo ad aspettarmi fuori dalla porta e, quando raramente si faceva dare il cambio da Manfrit, non riuscivo a nascondere un velo di delusione nello sguardo. Si era venuta a creare una sintonia strana tra noi, fatta di provocazioni e sorrisi. Era tornato quello di sempre e il suo ghigno da lupo non mi causava solo rossore sulle guance ma faceva ardere anche il mio fuoco. Quando succedeva ne venivo consumata e a stento riuscivo a contenerlo.

La sua rabbia nei confronti di Brando e di Silvia era andata scemando nel corso di quelle giornate, quando si era reso conto che non correvo concreti pericoli, eppure era deciso a voler continuare a starmi accanto. Non riuscivo a capirne il motivo.

"Oggi il Cane si è proposto per farti la guardia al posto mio." mi comunicò Arechi di punto in bianco. "Forse dovrei prendere in seria considerazione di inserirlo nel mio branco..."

Mi rivolse un'occhiata complice e sapeva che mi avrebbe trovata a ridere di gusto. Carmine non aveva smesso di scodinzolare dietro ad Arechi da quando seguivamo le lezioni tutti insieme. E spesso lo aveva trattenuto per chiedergli consigli o per allenarsi insieme dopo le mie lezioni di difesa. In quei momenti ero io che mi accucciavo in un angolo e mi godevo lo spettacolo. Mi era davvero impossibile seguire i loro allenamenti senza soffermarmi sul corpo statuario del Lupo.

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