Capitolo 10- Ritirata

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-Cosi tu sei Nessie- Qualcuno mi rivolge questa domanda. Sono costretta a voltarmi e affrontare le conseguenze del mio gesto avventato.

Il ragazzo seduto di fronte ad Alex, mi sta osservando e aspetta la mia risposta.-In realtà mi chiamo Vanessa- Il ragazzo guarda Alex che scrolla leggermente le spalle. -Vanessa. Quindi sei tu che hai rischiato di uccidere Alex Qualche giorno fa- chiede la ragazza accanto a me. O Dio fa che non sia la sua ragazza, ti prego.

-in realtà non ho cercato di uccidere proprio nessuno, mi sono sporta un po' al centro della strada per chiedere aiuto- dico. Alex, emette uno sbuffo canzonatorio -è cosi- dico rivolta ad Alex. -sei uscita fuori all'improvviso da dietro la macchina, ed hai messo il braccio praticamente davanti alla mia faccia. --Non è vero, sono stata attenta- Affermo, difendendomi. -Se è cosi non voglio sapere cosa fai quando sei distratta o sovrappensiero- Meglio che tu non lo sappia, certe volte mentre cammino e sono con la testa tra le nuvole, mi ritrovo in un determinato posto e non ricordo di come ci sono arrivata, non ricordo neanche che strada ho fatto per arrivare li , forse questo è meglio non dirglielo già pensa che io sia strana .

-Comunque io sono Elisa- dice tendendomi la mano. -Piacere, Vanessa› ›dico porgendogli la mia -e cosi tu saresti la ragazza di mio fratello?- mi domanda. Fiuuu è il fratello, non è la sua ragazza. Almeno questo. Meno male.

Ricapitolando. Ha parlato di me ai suoi amici, e a sua sorella,e gli ha raccontato del nostro piccolo incidente. Chissà cosa gli avrà detto? "ehi ragazzi sapete che una pazza per poco non mi si è buttata sotto la moto" oppure " Ragazzi ho conosciuto una ragazza bellissima"no questo non credo proprio, "C'era una tizia strana l'altro giorno in officina" molto probabilmente la prima. Alex continua a bere indisturbato la sua birra, continuando a tenere il braccio intorno la mia vita, come se fosse un gesto normale per noi.

Non so cosa rispondere, perché in realtà non ci conosciamo neanche. Alex non interviene, non viene in mio soccorso, ma era da aspettarselo. -In realtà , no -Mi guardo intorno, e vedo che tutti mi osservano aspettano una spiegazione che giustifichi il mio comportamento, sorrido imbarazzata. Ho letto da qualche parte che il sorriso aiuta chi ti sta di fronte ad essere ben disposto nei tuoi confronti. Speriamo funzioni - Scusate, era uno scherzo. Anzi ora me ne vado e vi lascio continuare la vostra serata- -Cosi presto, Amore- mi canzona Alex. Nessuno parla sono tutti lì a studiarmi. -mmh, si ›> Mi alzo, dalle sue gambe e questa volta mi lascia andare. In qualche modo riesco a mettermi in piedi. E ritrovo un po' di lucidità. Mi stanno fissando tutti. -Ehm, beh... ecco...adesso ...io..si ecco, me ne vado...è stato un piacere conoscervi....è stato solo uno scherzo...io... ehm... lui...mmmh non ci conosciamo in realtà, cioè no, si lo conosco ma ....va bene ora vado prima di peggiorare ulteriormente le cose... Ciao- Guardo per un ultima volta Alex, che impassibile esamina il tavolo davanti a se, e con una mano tiene la birra. Non mi guarda, non mi dice nulla. Ho capito il concetto. Questa è la sua punizione, lasciarmi fare la figura della cretina di fronte ai suoi amici. Questa me la sono proprio cercata. Dopo aver fatto questa bella figura da ebete, me ne vado, mi giro e cammino a passo veloce verso la porta. Appena riesco ad afferrare la maniglia della porta, mi ci aggrappo come fosse un salvagente e tiro come se fosse la mia unica possibilità di salvezza.

Sono fuori. Aria. Lucidità.

La consapevolezza di quello che ho appena fatto si abbatte su di me. Ho appena baciato un ragazzo che non conosco davanti ai suoi amici e sua sorella, sono vestita... beh... diciamo sexy, ed ho appena fatto la figura della cretina. Mi appoggio alla parete del pub e chiudo per un attimo gli occhi, devo tornare a pensare in modo razionale.

Respira, calma, Riprenditi.

L'aria fresca mi aiuta, a riprendere il controllo di me stessa. Ritrovo la mia lucidità. -Oh cazzo- Esclamo ad alta voce. La gente intorno a me si gira ad osservarmi. Sorrido e alzo le spalle in segno di scuse. Non ho la macchina, ho mandato a casa Chris perché mi doveva dare un passaggio lui. Bene, ecco cosa succede quando non si ragiona. Casa mia è a 5 chilometri da qui, non è poi tanto, posso farmela a piedi, non dovrebbe essere difficile. Di sicuro non torno lì dentro. Neanche morta.

Mi aspetta una lunga camminata, sono quasi le undici è meglio incamminarsi.


Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora