Capitolo 27 - Indovina chi viene a cena

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-Parliamo dopo cena, adesso siediti che si fredda la pasta- dico porgendo il piatto di pasta, che avevo già preparato ad Alex. Lui lo prende e torna a sedersi al suo posto, aspettando la prossima mossa di mia madre. Lei tentenna, non le è piaciuta la mia risposta, voleva parlarmi subito, ma non mi sembrava il caso. Già la situazione è imbarazzante cosi, se fossimo andate di sopra a "parlare", Alex sarebbe rimasto in cucina di sotto ad aspettare cosa? che noi finissimo di discutere di lui? No, non mi sembrava corretto. Poi in questo modo è costretta a passarci un po' di tempo, e scommetto che conoscendolo un po' capirà che è un ragazzo straordinario. Certo per ora meglio evitare il discorso della denuncia per aggressione, non reggerebbe il colpo.

Mia madre si siede tra me e Alex. Il tavolo della cucina è piccolo quindi siamo tutti molto vicini. Prendo le stoviglie e apparecchio anche per lei. Le servo la poca pasta che è rimasta, e un pezzo di fettina, lei inizia a mangiare sbirciando Alex continuamente. Che silenzio imbarazzante. Si percepisce solo il rumore delle stoviglie che sbattono sui piatti. Ciascuno di noi sta studiando l'altro per capire come comportarsi. -Ma tu non sei il meccanico?- esordisce, ad un certo punto mia madre. Come se gli si fosse accesa una lampadina. Alex finisce di masticare, e risponde

 -Si signora- che carino, me lo mangerei.

 - mi sembrava- Decido di intervenire, la tensione si taglia con il coltello in questa stanza. 

-Si, lo sai che Alex mi stava proprio dicendo che la macchina sarà pronta la prossima settimana- -Meglio tardi che mai- commenta mia madre, sarcasticamente. Incredibile neanche ci prova. Non demordo. 

-Si lo so, è passato molto tempo, ma da come hai visto lavora solo lui li dentro, si può dire che manda avanti l'officina da solo.-Alex mi guarda, ha una strana espressione in volto. Non capisco cosa voglia comunicarmi. Scuote la testa, forse lo sto mettendo in imbarazzo? Io vorrei...aiutarlo? Non lo so, ma di sicuro non vorrei questa situazione.

Continuiamo a mangiare in silenzio. 

-Quindi uscite insieme?- a questo punto preferirei che rimanesse in silenzio. 

-Si direi di si- dice Alex 

-diresti? Non ne sei sicuro- So benissimo che si sta trattenendo per rispetto a mia madre, vorrebbe dire di più difendersi ma non lo fa. 

-No sono sicuro, io e sua figlia usciamo insieme, ma è una cosa recente- Mia madre annuisce giocando distratta con il cibo nel piatto. Ad un certo punto Alex, posa la forchetta delicatamente sul piatto e guarda mia madre dritto negli occhi 

- Signora senta, lo so benissimo che non sembro il classico bravo ragazzo, ma le assicuro che voglio bene a sua figlia e non le farò del male- Quanto può far piacere sentirsi dire una frase del genere, davanti alla propria madre 

-Questo non puoi garantirmelo- ribatte testarda mia madre 

-Ha ragione, ma in fondo credo che nessuno possa farlo- Mia madre annuisce, questa volta sembra soddisfatta della risposta. Prende il bicchiere, beve la sua acqua 

-Bene ragazzi, io vado di là, ho delle cose da fare, voi finite tranquillamente la cena.

- Si alza e se ne va. Entrambi la stiamo ancora guardando mentre lascia la stanza. -Che significa ho passato il test- chiede Alex in un sussurro 

-Sinceramente non lo so...è troppo enigmatica quella donna-. La cena ormai è quasi fredda e abbiamo perso entrambi l'appetito.

 -Forse è meglio che me ne vada- Lo guardo disperata, vorrei che rimanesse un altro po' ma capisco che non è il caso. Forse per oggi direi che ci sono molte cose su cui riflettere, poi scommetto che mia madre mi stia aspettando per un lungo discorso madre figlia, sulla necessità di trovare un bravo ragazzo con la testa sulle spalle. Quindi annuisco e accetto la sua decisione. Ci alziamo entrambi, vado in camera mia a riprendergli le chiavi della moto, che aveva lasciato in camera mia. Lui intanto mi aspetta nel salotto. Torno di sotto in un secondo, non vorrei che mia madre facesse incursione. Appena mi vede si alza dal divano, mi raggiunge e ci dirigiamo verso la porta.

-Mi dispiace - dico appena la porta alle nostre spalle, si chiude.

 -Tranquilla è normale, ricordi anche la reazione della madre di Sara-

 -No, non è normale e mi dispiace che non ti abbia neanche dato il tempo di presentarti, che già aveva espresso un giudizio- 

-Forse, non è come pensi, forse non si aspettava di trovare un ragazzo a casa sua, con sua figlia e basta-

 -Sei troppo buono- gli dico ringhiando. 

-No, è che sono abituato a queste reazioni- lo abbraccio, mi mancava sentirlo vicino. -Quando ci vediamo?-gli chiedo -Non lo so ci sentiamo per telefono- Ci rimango un po' male, questa risposta è molto vaga, come quando si dice "ci vediamo in giro"

 -Oh- 

-Che c'è? - si deve essere accorto che ci sono rimasta male, ma non voglio fare l'appiccicosa 

- niente niente- dico sorridendo.

 -Ok, allora ci sentiamo- 

-Si certo- mi dà un veloce bacio a stampo e se ne va.


Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora