Capitolo 48 - Ultime confessioni

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  Hai una responsabilità nei confronti di chi ami. E ne hai una nei confronti di chi non ami. Casualmente hanno lo stesso nome: sincerità.
(Aerdna77, Twitter
)  


Mi sveglio, apro gli occhi, mi occorre qualche secondo per rendermi conto che non sono più in ospedale, ma che mi trovo nel mio letto. Al momento mi sento bene, ma so che appena inizierò a muovermi i dolori alla schiena, compariranno di nuovo. Stanno lì e aspettano un mio movimento per manifestarsi.

Dalla luce che filtra da fuori, capisco che è quasi sera. Devo aver dormito un bel po', non ho neanche sentito Alex andarsene.

Mi alzo, vado in bagno, e poi in cucina. Ho fame vorrei sgranocchiare qualcosa. In cucina trovo mia madre che sta preparando delle verdure per poi cucinarle per la cena. -Come ti senti ? - -Meglio, mi sono addormentata subito dopo essere arrivata a casa. Ora mi sento più riposata- -Bene, sto preparando la cena, tra poco mangiamo- -Si ok, ero venuta in cucina perché avevo fame- -Beh è un buon segno- -Già-

Torno in camera e prendo il telefono. Voglio vedere se Alex mi ha lasciato un messaggio. Non c'è nulla decido di scrivergli io. Ormai dovrebbe aver finito di lavorare, a meno che non stia facendo qualche ora di straordinario, per recuperare il tempo perso.

" Mi manchi. Puoi passare questa sera, per un saluto veloce?" Prendo il telefono e torno in cucina ad aiutare mia madre con la cena.

Abbiamo finito di cenare ora siamo sedute nella sala, stiamo guardando la televisione. Non capita molto spesso di trovarci entrambe a casa la sera. Alex non ha ancora risposto forse sta ancora lavorando.

Mi sto godendo una tranquilla serata con mia madre. Ridiamo alle battute di un vecchio film, una commedia romantica che piace ad entrambe, di cui sappiamo le battute a memoria, ma che ci ostiniamo ancora a vedere.

Il telefono che ho lasciato sul bracciolo del divano si illumina. Lo prendo, c'è un nuovo messaggio.

"Sono qui fuori. Che faccio entro io, o esci te ?" Sorrido -Dal sorriso deve essere il principe azzurro- dice con dolcezza mia madre. -Già. Ti dispiace se si unisce a noi?- -No affatto- Mi alzo e vado ad aprire la porta. Scendo i gradini dell'ingresso, e non lo vedo. Mi sporgo un po' e finalmente lo scorgo. È seduto sulla moto lungo la strada, sta guardando il telefono, forse aspettando la mia risposta. Mi dà le spalle e non mi ha ancora visto. Cercando di non fare rumore, gli arrivo alle spalle. Sono pronta a mettergli le mani sugli occhi per fargli una sorpresa, quando quel guastafeste rovina tutto - Non vorrei dirtelo, Nessie, ma ti ho visto dagli specchietti- Uffa, poteva almeno fingere. Mi stavo veramente impegnando, avevo lo stesso passo felpato di un gatto.

-Sapientone, almeno potevi fingere- dico mettendomi al suo fianco. Lui ripone il telefono nella tasca della giacca, e mi sorride. -In effetti ero tentato, eri cosi buffa mentre camminavi. Poi però non ho resistito- Metto il broncio -Guastafeste- Mi tira delicatamente per la maglia, e mi avvicina a se -Mi sei mancata- -Anche tu.- Lo abbraccio stretto, e lui ricambia, facendo attenzione a non stringermi troppo.

-Ti va di entrare un attimo, stavo vedendo un film con mia madre- -Si certo, nessun problema- Scende dalla moto -Sicuro, non voglio forzarti, se vuoi possiamo andare a fare un giro- -No, tranquilla non mi va che ti stanchi- -Ok- dico dandogli un leggero bacio sulla guancia. Entriamo in casa e raggiungiamo mia madre. -Buonasera Signora-

 -Paola, Alex-

 -Ciao Paola-

 -Meglio, mi sento più giovane di dieci anni- Se vuole sa essere simpatica anche mia madre. Io e Alex ci sediamo vicini, e lui mi cinge subito con il braccio, mentre io mi accoccolo tra le sue braccia sembra tutto perfetto, e lo è. 

-Che film state vedendo?-

 -Notting Hill- Alex emette un gemito disperato. Non credo sia il suo genere .

Finito il film siamo usciti, e ci siamo seduti sulle scale dell'ingresso.

-Hai finito tardi di lavorare- -Si dovevo recuperare un po', avevo delle macchine da consegnare- -Ancora non capisco come tu riesca a fare tutto da solo- Sorride -Forse perché mi piace -

-Deve essere bello, fare un lavoro che ti piace- 

-Direi di sì-

 -Hai freddo?-mi domanda premuroso -No sto bene- dico. Osservo la casa accanto la mia, dove abita la Signora Maria,sento che forse è arrivato il momento di dirgli che conosco tutta la storia,so tutto di quello che successe a Giulia. Non voglio che ci siano delle cose non dette tra di noi, ed è giusto che anche lui ne sia a conoscenza. 

-Sai devo confessarti una cosa-

 -Cosa?-

 -In realtà ... si ...ecco- Non pensavo potesse essere così difficile, e se si arrabbia perché ho curiosato nella sua vita privata? Ormai ho iniziato a parlare e non posso tirarmi indietro 

 -Nessie? Mi devo preoccupare?- 

-No, almeno credo- 

-Parla-

 -Si ecco, io in realtà conosco tutta la storia di te e Giulia, me l'ha raccontata la signora Maria qualche giorno fa- Aspetto la sua reazione. Non mi dice nulla, mi volto verso di lui. Non riesco ad interpretare il suo sguardo 

-Sei arrabbiato ?- 

-Si, sono arrabbiato con me stesso, perché in realtà avrei dovuto parlartene io, e non farti raccontare la storia da altri. Solo che non mi sentivo ancora pronto, dopo quello che ti avevo raccontato... Tua madre quella sera mi ha fatto riflettere, e ho capito che non ero adatto a te ...quindi ho lasciato perdere, mentre avrei dovuto raccontarti tutto io, fin dall'inizio.- Tiro un sospiro di sollievo, per un attimo ho pensato fosse arrabbiato con me. 

-Si è vero avresti dovuto, ma capisco che per te era difficile, l'importante che hai capito che non c'è bisogno di nascondere nulla tra di noi, non ti giudico e non ti lascio, a patto che tu sia sincero- Annuisce, so che mi ha sentito, ma forse è ancora perso nei ricordi.

L'importante è aver messo tutte le carte in tavola e aver chiarito.





Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora