Capitolo 40- A cuore aperto

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Socrate ci disse: "la vita senza ricerca non è degna di essere vissuta. Penso che alludesse alla curiosità, più che alla conoscenza. In ogni società umana in ogni momento e a tutti i livelli, i curiosi sono all'avanguardia.

(Roger Ebert)


Percorriamo il corridoio in silenzio. Entriamo in camera mia, chiudo la porta alle mie spalle, voglio rimanere un attimo sola con Alex. So benissimo che tra qualche minuto deve andarsene per tornare a lavoro, ma ho bisogno di lui.

A volte mia madre mi ferisce, senza rendersene conto. Se non parlo con lei, non è perché non voglia confidarmi, o perché non mi fidi. Forse, dipende dal fatto è che siamo troppo simili caratterialmente o che in realtà non mi capisca, fino in fondo. Non faccio le cose per ferirla, lo faccio per non farla preoccupare, per non farla stare in ansia. Un po' come tutti i figli, superata la fase di ribellione adolescenziale, capisci quanto siano importanti per te i genitori, e cerchi in tutti i modi di proteggerli, come loro hanno fatto con te, quando eri piccolo.

Mi siedo sul letto, mentre Alex rimane in piedi, rivolto verso la finestra, ad osservare il paesaggio.

 -Mi dispiace per essermi arrabbiata prima, non volevo litigare con te, non so che mi sia preso. In realtà so che mi vuoi bene, altrimenti non saresti qui con me ora, capisco che è difficile per te, e so cosa hai passato...solo che quando hai nominato le tue ex, non lo so, sono stata gelosa...e non è ho motivo ...è il tuo passato non ho alcun diritto di esserlo...però...per un attimo ti ho immaginato insieme alle altre ragazze, e avevo voglia di ...di sfogarmi- sospiro affranta -Veramente scusa Alex-

 - In realtà in fondo hai ragione, non ti ho mai detto quanto tu sia importante per me, non è facile per me parlare di sentimenti ...a volte mi dimentico di dirtelo. Per me, tu sei importante, non so perché esattamente, non capisco. Ho cercato in tutti i modi di non affezionarmi a te ...quando mi hai fermato in mezzo la strada quella mattina, mi piacevi, è vero...ma credo di aver capito di essermi innamorato di te, quando sei salita a cavalcioni sulle mie gambe, dentro al pub, davanti ai miei amici. Ho pensato "cavoli questa ragazza ha le palle, oltre ad essere uno schianto". Quella sera ti ho chiarito che tra noi non poteva esserci futuro, ma ero io a non crederci per primo. Sapevo già che non sarei stato in grado di starti lontano, anche se facevo di tutto per allontanarti Non volevo averti tra i piedi, e pensavo che se ti avessi trattato male, tu avresti desistito. - Sospira e scuote la testa -Invece la mia ragazza è tenace e non ha mollato, ed è anche questo che amo di lei- si volta e mi guarda. Non riesco a guardarlo ho lo sguardo basso e fingo di guardare il tappeto. Mi ha appena rivelato che è innamorato di me

 -Ehi non dici nulla? ti ho lasciato senza parole? Non credevo fosse possibile- dice sorridendo, percepisco il sorriso dal tono della voce. Viene vicino e si accovaccia di fronte a me, mi mette due dita sotto il mento e mi costringe a sollevare lo sguardo. Ora vedrà le lacrime. Sono le parole d'amore più belle che un ragazzo mi abbia mai detto. 

-Ehi che fai piangi?- scrollo la testa e sorrido, sono lacrime di felicita. Lo faccio alzare e sedere sul letto accanto e me, mi passa un braccio intorno le spalle e mi abbraccia.

 -Non essere triste-

 -Non sono triste, sono così felice, tu non ti rendi conto di quanto le tue parole mi abbiano resa felice- -Se le mie parole, hanno avuto lo stesso effetto, che hanno avuto su di me l'altra sera, riesco ad immaginarlo. Più o meno dovrebbe essere cosi... Non riesci a credere che una persona abbia scelto te, che creda così tanto in te, da voler provare a costruire qualcosa insieme, e che sia lì per aiutarti, senti che potresti scalare anche l'Everest con lei al tuo fianco...più o meno è questo che provi?-

 -Si- mi avvicino e lo bacio, ci baciamo, non c'è stato qualcuno che ha preso l'iniziativa ci siamo mossi insieme, abbiamo avvertito entrambi il bisogno di questo bacio. Mi mette una mano sulla guancia per accarezzarmi il volto, e cancellare le lacrime.

 - Basta piangere, voglio la ragazza divertente combattiva di sempre-

 -Va bene -

 -Bene-

 -Ora devo andare a lavoro-

 -Ok, scusa ancora per prima-

 -Scusami anche tu, non volevo prenderti in giro- 

-Si ora lo capisco- 

-Spero che un giorno riuscirò a pranzare con tua madre serenamente- dice ridendo

 -Sarà difficile, però questa volta è arrabbiata con me ...tu non c'entri nulla- 

-Di solito non piaccio molto alle mamme- dice con un velo di tristezza, e io dopo aver parlato con la signora Maria so a cosa si riferisce. Provo ad allentare la tensione

 -Già ma piaci molto alla figlia, e questo basta...a meno che in realtà tu non abbia una cotta segreta per mia madre, allora in quel caso...-

 -Sai adesso che mi ci fai pensare tua madre non è niente male- Ok ovviamente sta scherzando,sono cosi felice di esser riuscita a metterlo di buon umore reggo il gioco

 -Prego accomodati, allora esci di qui è nella stanza in fondo al corridoio- 

-Ok- Si alza ed esce dalla porta. Non posso credere che lo stia facendo sul serio. Mi alzo e lo seguo, lo osservo dalla soglia della mia camera. Bussa, aspetta la riposta e poi entra facendomi l'occhiolino. Chiude la porta alle sue spalle. Aspetta mi sono persa qualcosa , stavamo scherzando vero, non lo farebbe mai...giusto? Mi avvicino e mi metto ad origliare, sarei tentata di prendere un bicchiere come nei film e appoggiarlo alla porta. Lasciamo perdere, che idea scema, fortunatamente ogni tanto me ne accorgo da sola. Provo a capire quello che si stanno dicendo, ma parlano troppo piano. Dopo 5 minuti che hanno chiuso la porta, sto facendo avanti e indietro davanti all'uscio, e credo che si stia formando un solco. La cosa che mi consola e che non sento le urla di mia madre.

La porta si apre Alex esce sorridente, mi dà un bacio e mi fissa

 -Adesso devo veramente andare, ti chiamo stasera. Comunque preparati perché venerdì voglio portarti fuori a cena, come in un vero appuntamento. Adesso stiamo insieme e non ne abbiamo mai avuto uno. Voglio che ti fai bella per me, e portarti fuori a cena, come farebbe un bravo ragazzo.- Questo ragazzo mi confonde, io voglio sapere cos'è successo lì dentro, adesso come gli è venuta in mente l'idea di un appuntamento

 -Non è necessario lo sai-

 -Lo voglio io, fallo per me- Anche se è abile, io non sono da meno, ed insisto

 -Ok, di cosa avete parlato esattamente?- chiedo buttando un occhio alla stanza di mia madre. 

-Te lo dico venerdì- mi dice sorridendo, mentre si dirige verso la porta.

 -Alex, non ci provare-

 -Ciao Nessie-

 -Alex, non puoi lasciarmi cosi-

 -Ci vediamo venerdì- dice chiudendo la porta. Devo sapere ....devo parlare con mia madre, mi sento un pò tagliata fuori.



Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora