Capitolo 26- Dolci momenti

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Ci siamo rimessi giù sul letto, siamo abbracciati. Questo pomeriggio è di coccole, relax e confessioni. Non abbiamo parlato molto dopo le sue rivelazioni .

Lo osservo, ha lo sguardo puntato verso il soffitto. Lui è ancora perso tra i suoi ricordi e i suoi pensieri, mi abbraccia, e mi è vicino fisicamente, ma sento che con la testa è da un'altra parte. Mi sporgo e gli do un bacio sulla guancia, si volta leggermente e mi sorride.

 -Perché non hai paura di me,dopo quello che ti ho raccontato- mi domanda 

-non lo so, ma da quando ti conosco non ho pensato neanche per un attimo che potessi farmi del male-. Torna a guardare il soffitto, tornando al suo silenzio. Non mi aspettavo che mi raccontasse tutta la sua storia subito, l'episodio di oggi deve aver accelerato i tempi. Aver rivissuto le stesse emozioni e le stesse paure l'ha spinto ad aprirsi con me. Forse voleva dirmi subito la verità per spaventarmi, e far in modo che mi allontanassi da lui. Ma ancora non ho trovato un motivo valido per farlo. Le reazioni del genere umano sono imprevedibili. Vedere la propria ragazza di una vita, in quella situazione, farebbe partire di testa chiunque.

Il fatto di non voler allacciare nessuna storia dopo quell'evento fa capire, come la cosa lo abbia turbato. Non è facile trovarsi di fronte ad una situazione come la sua. Non riesco ad immaginare cosa si possa provare quando la persona che ami, ha paura di te. I tuoi sentimenti sono ancora lì, sembra tutto come prima, ma in realtà non è cosi. E successo tutto per cause fortuite non imputabili a nessuno in particolare. Si potrebbe dare la colpa al ragazzo che ha provato a violentare Giulia, ad Alex che ha reagito con troppa foga, al caso , a Giulia che non è riuscita a perdonarlo... ma in realtà credo la colpa non sia di nessuno in particolare, è solo un insieme di fattori che hanno fatto finire una storia.

-Ti va di parlare ancora un po' ?-Annuisce

 -Cosa vuoi sapere ?-

 -Qualunque cosa tu voglia dirmi-

 -Ti accontenti di poco -

 -Qualsiasi cosa di te, non potrà essere mai poco importante per me- dico mentre lo stringo a me di nuovo. Dal momento che non parla provo a fargli qualche domanda io.

-L'amavi- -Si, credo di si. Non ne avevamo ancora parlato, ma iniziavo a pensare alla vita insieme a lei, non so la convivenza o il matrimonio, poi nel giro di un'ora ho perso tutto-

 -Il casco che mi hai fatto indossare era il suo?- non so come mi sia venuto in mente in questo momento, ci rimarrei un po' male se mi avesse dato il suo casco. Sospira poi mi risponde, accarezzandomi distrattamente la schiena 

-No, lei non è mai salita sulla moto aveva paura, l'ho comprato per te- -Veramente- dico sorpresa, alzando la testa e cercando il suo guardo

 -Si- mi conferma.

-perché sorridi?- mi chiede

 -Perché in questo momento sono molto felice- 

- e cosa ti rende felice?-

 -Te.- sbuffa 

-Non ti fare illusioni io sono tutt'altro che perfetto-

 -Lo so, ma piaci lo stesso, poi nessuno è perfetto sai che noia sennò-

 -Con te non rischio di annoiarmi-

 -Che vorresti dire scusa?- 

-Niente- dice sorridendo 

-Guarda che è stato un puro caso che ti mi abbia beccato un qualche situazione imbarazzante- -Qualche?-

-Esagerato non sono poi tante- 

Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora