Capitolo 2- Di male in peggio

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Compongo il numero dell'autofficina. 

-Officina Motors buongiorno, dica?- risponde una voce annoiata 

-Si buongiorno, ho bisogno del vostro aiuto, la mia auto è in panne lungo la strada, e mi occorre un carro attrezzi- 

-Che genere di problema ha?- Come? Scosto il telefono dall'orecchio e lo guardo per un attimo, è uno scherzo vero? Possibile che vogliano sapere tutti la stessa cosa da me. D'altronde il numero me l'ha dato quel ragazzo, dovevo aspettarmelo. 

-Non so quale sia  il problema, so solo che si è fermata e non vuole ripartire.- Il meccanico dall'altra parte sospira 

-Ok. Quindi non mi può dare altri dettagli?-Sono esasperata. Ma decido di mantenere la calma.

 -No, non posso- Sbuffa dall'altra parte del telefono -Ok, saremo lì tra circa due ore-

 -Come !!!! Due ore. Ma è tantissimo. Si rende conto del caldo che fa? Sono in mezzo alla strada, sotto al sole, e secondo lei dovrei aspettare due ore in queste condizioni?- domando incredula 

-Se vuole può incamminarsi a piedi- Detto ciò, chiude la telefonata. Rimango attonita. Fa anche lo spiritoso.

Dal momento che  in qualche modo devo ingannare l'attesa, decido di telefonare alla sede della società dove dovevo recarmi per il colloquio, per avvisare del mio ritardo.

Mi risponde la segretaria al terzo squillo. Chiedo di parlare con il responsabile delle risorse umane. Dopo aver ascoltato per due volte di seguito, tutta la canzoncina dell'attesa, me lo passa.

-Risorse umane, pronto?- 

-Si buongiorno sono Vanessa Andreini, dovevamo incontrarci oggi per un colloquio di lavoro alle nove e trenta, ma la mia macchina ha avuto un guasto, quindi arriverò in ritardo-

 -Va bene non si preoccupi- Finalmente una buona notizia. C'è ancora qualcuno tollerante in questo mondo

 -Grazie, lei è veramente comprensivo, significa molto per me, le assicuro che non è una scusa, la mia macchina è veramente in panne in mezzo alla strada- 

-Forse non ci siamo capiti signorina. Non si disturbi a tornare per il colloquio-

 -Come?- Chiedo terrorizzata. -Si ha capito bene- Mi conferma. Lo sento ridacchiare dall'altra parte del telefono

 -Mah, non è colpa mia, se la macchina ha un guasto. Telefonicamente mi avevate detto che il mio profilo era in linea con le vostre necessità-

 -Signorina si svegli, siamo in piena crisi economica, lo sa quanti colloqui ho fissato solo per oggi? -

 -No- Mormoro

 -Venti signorina. Se non può venire gli altri 19 candidati saranno sicuramente più motivati di lei, e saranno felici di prendere il suo posto. Arrivederci- Riattacca.

 -Ma io sono motivata- dico lo stesso, anche se so, che nessuno mi sta ascoltando dall'altra parte. Era l'unico colloquio che ero riuscita a fissare da quando mi sono laureata. Perfetto.

Questa giornata va di male in peggio.

Mi sono seduta accanto alla ruota anteriore della macchina,dal lato opposto rispetto la strada. Ormai preservare un aspetto formale mi sembra inutile. Mi sono tolta la giacca e ho raccolto i capelli con delle forcine sulla nuca, per cercare di alleviare la sensazione di caldo che mi opprime, e aspetto.

Dopo un'ora e mezza arriva il carro attrezzi. Lo vedo accostare, e scendere dal veicolo. Mi trova esattamente come mi ero sistemata un'ora fa. Metto una mano sulla fronte per poterlo osservare, dal momento che ho il sole contro. Scende un uomo sui trentacinque anni, paffuto con una pancia da birra, che sta pacatamente mangiando un panino farcito. Lo afferra con le due mani e lo addenta con voracità, mentre si avvicina a me.

 -E' lei che ha chiamato stamattina per un auto in panne?- E' un incubo non è possibile 

-Secondo lei?-

 -Potrebbe essere-

 -Mi scusi, ma sono seduta per terra, sotto il sole, accanto ad una macchina con il cofano aperto, e lei mi chiede se ho telefonato io per un auto in panne?- 

-Non ne ero sicuro- 

-Si, sono io. - Ci rinuncio. 

-Oh ok. Allora finisco di mangiare il panino e poi provvedo per il traino. Sa è quasi mezzogiorno e avverto un certo languorino- 

-No, ma faccia pure con comodo- dico sarcasticamente

 -Grazie, lei è davvero gentile-. Si siede dietro al carro attrezzi e finisce di mangiare. Non ci credo. Lo guardo sbigottita. Cosa ho fatto di male nelle mie vite precedenti.

Dopo dieci minuti, finalmente il meccanico ha finito il panino, ed è pronto a fare il suo lavoro.

Saliamo sul mezzo.

 -Si tenga forte signorina si parte-. 

-Non c'è limite al peggio- Mormoro

 -Come dice?- mi domanda

 -Niente, quanto ci vuole ad arrivare alla sua officina?-

 -Ah tranquilla dieci minuti- 

Lo uccido.

 -Come scusi? E perché diavolo mi ha fatto aspettare due ore sotto il sole, se era qui vicino-

 -Ha deciso lei di aspettare. Io le ho detto di venire a piedi.- 

-Ma non mi ha detto che era così vicino- 

-Pensavo lo sapesse. È stata lei a telefonare. Pensavo conoscesse l'indirizzo.- 

Calma l'omicidio non è ammissibile. 

Decido di rimanere in silenzio per non aggravare la situazione.





Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora