Capitolo 18- Vecchiette curiose

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Sento la porta della mia stanza aprirsi, non riesco ad aprire gli occhi, sento solo la mia testa che pulsa. Si dirige direttamente verso la finestra e spalanca tutto, zanzariere, finestra, tapparelle...dal passo dovrebbe essere mia madre

-Buongiorno raggio di sole, è ora di alzarsi-

-Mmmh- Nascondo la testa sotto il cuscino. Che brutto vizio, odio i risvegli cosi bruschi, soprattutto dopo una sbornia. Non contenta mia madre mi scopre, facendomi correre un brivido lungo la schiena. Cerco di riafferrare le coperte al volo, ma i miei riflessi sono troppo lenti.

-Maaa, lasciami morire in pace, non sono più una bambina tra un po' mi alzo-

 -Dai alzati ora, devi andare dalla Signora Maria, per le pulizie, sai quanto odia i ritardatari- Merda, me ne ero completamente dimenticata. 

-Ok arrivo›> dico con la testa ancor nascosta sotto al cuscino. Provo ad aprire gli occhi ma c'è troppa luce nella stanza, cerco di ripararmi dalla luce con il braccio. Faccio un paio di respiri profondi. Decido di alzarmi. Riesco a sedermi sul bordo del letto. Sul comodino trovo un bicchiere d'acqua con un analgesico. Non credo che sia opera di mia madre. Alex, è opera sua.

Fortuna che gli avevo detto di smetterla di essere gentile. Ingoio la pasticca con rabbia, quanto lo detesto. Non ricordo tutto di ieri sera, solo di essermi addormentata sulla panchina e di essermi risvegliata qui, in questa camera. So che c'era anche lui, e mi ricordo di avergli detto di starmi lontano, ma non ricordo esattamente cosa sia successo. Ho dei flashback ancora confusi.

Mi preparo il più velocemente possibile date le mie condizioni. Il post sbronza non è proprio piacevole.

In 20 minuti riesco ad essere presentabile, e pronta per un giorno di lavoro. Mi presento davanti alla porta della vicina, suono il campanello e aspetto che apra. Cerco di sorridere alla signora Maria -Buongiorno signora, si ricorda oggi è il giorno delle pulizie-

 -Certo, certo cara, ti stavo aspettando- Mi fa accomodare in casa, e chiude la porta alle mie spalle.

 -Bene, tra un po' iniziamo, ma prima credo sia il caso di fare una chiacchierata-

E' ? una chiacchierata? -Ok- acconsento scrollando le spalle.

 -Sediamoci, in cucina, ti faccio un bel caffè-

 -Non c'è bisogno signora ho appena fatto colazione, grazie comunque› › 

-Allora quanto zucchero vuoi? - è inutile, mi rassegno, la signora Maria ha deciso che devo prendere il caffè, e non c'è nulla che possa fare per farle cambiare idea. È un 'anziana ostinata.

 -Uno grazie- Mi siedo, mi porge il caffè ed aspetto che sia lei ad iniziare il discorso.

-Allora cara, chi è quel fustacchione- Mi strozzo con il caffè.

 -Chi signora- domando fingendo di non aver capito. 

-Oh avanti sono vecchia non sono cieca. Ieri sera ti ha riportato a casa un bel ragazzo, con le braccia tutte tatuate. -

-Signora era buio come ha fatto ha notare i tatuaggi?- domando sospettosa

 -Perché non era la prima volta che ti riaccompagnava-. Hai capito la Signora Maria.

 -Non è nessuno signora, solo un amico- cerco di sviare, non mi va che tutto il vicinato conosca i fatti miei

 -E tu baci tutti gli amici?-Non si è persa neanche una puntata la signora. 

-Ma mi sta spiando?-

-OH certo che no Vanessa, non dire sciocchezze, solo che abito da sola in questa casa grande e sono sempre da sola e in qualche modo devo pur passare il tempo- si è trasformata nella mite vecchietta della porta accanto, puntando tutto sulla compassione

- Non si preoccupi signora, non lo vedrà più da queste parti- chiarisco

-E perché mai l'hai cacciato? non capita tutti i giorni un ragazzo in quel modo- sono senza parole, hai capito la nonnina, invece di rimproverarmi sostiene la mia storia con il tatuato, che tra l'altro non esiste neanche. -Non sono io che l'ho cacciato. È lui che non mi vuole tra i piedi- -Oh che sciocca non direi proprio. Da come ti portava in casa ieri sera-

 -Perché cosa ha fatto?- 


-Ti teneva come se fossi il bene più prezioso che avesse tra le braccia, e aveva quello sguardo ...-

-quale sguardo - indago

 -Dai, quello sguardo.- Mi dice come se fosse ovvio. Non capisco, la signora è spazientita

 -Oh i giovani d'oggi sono cosi ottusi. Non vedono una cosa finché non è troppo tardi. Lo stesso sguardo che aveva il mio Vittorio ogni volta che mi guardava- Magari signora mia, credo che la vista non funzioni più così bene. È stato piuttosto chiaro al riguardo.

-Non credo signora. Le dispiace se iniziamo con le pulizie, avrei delle commissioni da fare nel pomeriggio e vorrei portarmi avanti con il lavoro.-

-Certo certo, inizia pure- Mi alzo e inizio con le pulizie dietro le direttive, della Signora, che si è trasformata in uno spietato dittatore. Non è abbastanza pulito, non è abbastanza lucido , sono rimaste delle gocce. La mia testa pulsa incessantemente da questa mattina, i postumi della sbornia ancora si fanno sentire. Non vedo l'ora di terminare questa giornata.

La vecchietta impicciona, mi ha distrutto. Ora sta li e mi osserva arrancare verso l'ingresso di casa mia, mi ha sfinito. Ho capito perché le chiama le grandi pulizie.

Sto aprendo la porta di casa , quando mi squilla il cellulare. È nella mia tasca, riesco a prenderlo, e senza neanche guardare rispondo, con una mano sulla toppa e il telefono tra l'orecchio e la spalla.

 -Vanessa, mi ha telefonato prima il meccanico dice che la macchina è pronta, potresti passarla a prendere?- è mia madre. Il meccanico, chi le avrà telefonato Alex o Alan?

 -Come ci arrivo mamma, sono a piedi? -

-Non puoi chiedere a Chris di darti un passaggio, almeno risolviamo questo problema-

 -Ok ci provo ma è tardi forse avrà degli impegni, ora la chiamo poi ti faccio sapere.-

Chris era impegnata però si è offerta di darmi un passaggio domani mattina presto. Sono riuscita anche ad incastrarci un colloquio di lavoro alle 11 della mattina, cosi una volta ritirato il mio maggiolino, posso tornare spostarmi liberamente, e cercare anche un lavoretto per aiutare mia madre con le spese. Con la Babysitter e le pulizie non si guadagna molto, riesco a lavorare molto sporadicamente. Avere un lavoro dove poter andare tutti i giorni sarebbe meglio.

Domani sarà l'ultima volta che vedrò Alex, cosi potrò chiudere con questa storia.



Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora