Il giorno del secondo colloquio, lo aspetto davanti l'ingresso di casa mia. Ho il casco in mano non so se devo restituirglielo o meno, per sicurezza l'ho preso. Sono un po' nervosa, e in ansia. Vorrei tanto quel posto di lavoro, non è stato chiaro su cosa verterà esattamente il colloquio, mi sembra abbiano detto qualcosa sulla capacità di ambientarsi ai nuovi contesti lavorativi, forse mi affiancheranno a qualcuno per un paio d'ore. Dipende tutto da oggi, i prossimi mesi dipendono da come giocherò le mie carte, questa mattina.
Sento il rombo della moto in lontananza, e anche la vicina di casa lo sente, infatti si affaccia subito alla finestra, per godersi lo spettacolo...sembra di essere in the Truman Show, provo a guardarla insistentemente per farla voltare dall'altra parte, ma è una vecchietta testarda, e non ci sta a perdersi lo spettacolo. Anche se questa volta credo proprio non ci sia nulla da vedere e rimarrà delusa.
Le giornate sono ancora calde, ma la mattina la temperatura inizia ad essere abbastanza freddina, serve una giacca per coprirsi un po', soprattutto se si prevede di fare un giro in moto. Arriva puntuale come un orologio Svizzero. Ferma la moto proprio davanti a me, mi guarda, da gas tenendo la frizione abbassata. Facciamo fast and Furios? Visto che non accenno ancora a salire alza la visiera, che rivela dei sorridenti occhi color nocciola. Si è svegliato di buon umore il ragazzo. -Sali --Si si arrivo- dico in un tono un po' lamentoso, indosso il casco, lui non ha detto niente, non sembra particolarmente sorpreso di trovarmelo già tra le mani. Salgo sulla moto appoggiando una mano sulla sua spalla. -Ok ci sono-
Una volta arrivati, scendo e gli porgo il casco, che lui puntualmente allaccia allo specchietto. -Ok grazie per il passaggio, questa volta non c'è veramente bisogno che mi aspetti, torna pure al lavoro tranquillamente, un modo per tornare a casa lo trovo, anche perché sinceramente non so a che ora posso finire-
-E se poi, rifai un altro dei tuoi balletti?-Sta sviluppando un senso dell'umorismo quasi irritante, forse lo preferivo burbero e scontroso.-Tranquillo niente più show- lo rassicuro- e io che ci speravo- dice con una punta di delusione nella voce -Ormai mi esibisco solo dietro compenso- la sua espressione cambia, diventa ad un tratto serio. Che ho detto ? Ah... Oh...-No, aspetta non volevo dire che...aspetta non è quello che hai pensato te- metto subito in chiaro. -E cosa ho pensato io ?- chiede allusivo, beffandosi di me, provando a mettermi in imbarazzo -No, non lo so ...ma sicuramente non intendevo dire quello che hai pensato te- -Ok -dice ridendo. Possibile che ogni volta devo fare una figura di merda con lui?
-Bene d'accordo...mmh... forse è meglio che io vada...altrimenti farò tardi- -ok- -Grazie ancora per il passaggio- -Prego- dice sempre sorridendomi. Mi volto ed inizio a salire le scale.
Entro, come sempre c'è la segretaria che mi fa accomodare e annuncia il mio arrivo al signor Rossi.
L'attesa questa volta è minore, vengo fatta accomodare quasi subito. Entro nell'ufficio, il signor Rossi mi aspetta sulla porta, mi porge la mano -Buongiorno signorina Andreini la trovo bene- -Grazie- dico un po' in imbarazzo. Mi fa subito accomodare. Lui rimane in piedi alle mie spalle, chiude la porta. Non accenna ancora a sedersi, inizia a parlare passeggiando alle mie spalle. Non so come comportarmi questo atteggiamento è strano, mi devo voltare? si siederà di fronte a me? devo alzarmi in piedi? Mi sta mettendo in difficoltà, decido di voltarmi a tre quarti sulla sedia in modo da poterlo osservare almeno in parte.
-Allora signorina, lei sa che questo posto ovviamente è molto ambito, e non tutti hanno le giuste capacità, per ottenerlo. - Fa una pausa nel suo discorso, poi mi fissa negli occhi, il suo sguardo inizia a scendere, avverto delle strane vibrazioni, non è più l'uomo del primo colloquio è cambiato qualcosa. La sua cordialità mi sembra finta, forzata. Il suo sguardo scende ancora, verso il mio seno. Mi viene il dubbio che possa avere la camicetta slacciata, poi mi ricordo che indosso una maglietta normalissima, casta, adatta per un colloquio di lavoro. Nessuna trasparenza, nessuna scollatura eccessiva. Cosa sta facendo? Perché mi guarda il seno.
Riprende a camminare avanti e indietro, sento che continua a palare ma non capisco nulla di quello che dice, vedo che la sua bocca si muove, avverto il suono delle sue parole ...ma non capisco cosa di cosa sta parlando. Ad un certo punto si ferma proprio alle mie spalle. Non so cosa fare, rimango immobile. Appoggia le mani sulle mie spalle, sobbalzo sul posto. Sono sorpresa, scioccata, è un uomo sposato, perché mi tocca?
Per un primo momento rimane con le mani ferme sulle spalle, poi inizia a farle scorrere lungo le mie braccia in languide carezza. Rabbrividisco. Non riesco a resistere. Balzo in piedi. E mi volto per osservarlo. -Cosa sta facendo?- -Su avanti non si scandalizzi, cosa sarà mai...dovrebbe esserci abituata...una bella ragazza come lei...--Cosa sta dicendo?- -Diciamo che...il discorso è questo ...il posto è suo ...se accetta di farmi dei favori- -Cosa? Di cosa sta parlando- sembro un disco rotto ‹<Avanti non è una bambina...saprà come funzionano certe cose- Non avrei mai pensato che una cosa del genere potesse accadere a me...quando sento queste cose in televisione rimango sempre sbalordita dal livello di maialaggine degli uomini, non avrei mai pensato di esserne vittima. Persa nelle mie riflessioni, ancora sotto shock, non mi sono accorta che il verme si è avvicinato. È di fronte a me, mi guarda squadrandomi dalla testa ai piedi, alza una mano e mi tocca il seno, con gesti bruschi, possessivi, non contento prova ad afferrarmi per la vita e a baciarmi. Dopo un attimo di smarrimento, riesco a svicolare dalla sua presa e gli mollo un ceffone in pieno viso, tanto da lasciargli il segno delle cinque dita stampato sul viso. Ahia che male. Non pensavo che dare uno schiaffo potesse far così male, sento tutta la mano intorpidita. -Credo che il posto non sia suo signorina- die arrabbiato, convinto di farmi un torto. Forse non ha capito che se queste erano le condizioni, non avrei mai messo piede in quest'ufficio -Meno male - affermo. Prendo la mia borsa, passandogli il più lontano possibile ed esco dall'ufficio a passo svelto, indignata e ancora turbata. Non mi aspettavo proprio una cosa del genere. Questa volta non mi preoccupo di salutare la segretaria, di apparire professionale, esco e basta.
Esco sotto shock. Non mi accorgo di urtare la gente, non avverto né caldo né freddo. Sono come un corpo vuoto che cammina meccanicamente.
Qualcuno mi afferra per il braccio, tentando di fermarmi. Istintivamente, alzo la mano per schiaffeggiarlo. Questa volta non riesco a colpire nessuno, la mia mano viene bloccata a mezz'aria. Solo ora mi accorgo che si tratta di Alex. Lo guardo negli occhi non capisce perché ho provato a colpirlo, lui non mi ha fatto nulla. Lascia il mio braccio, ed proprio in questo istante, lo abbraccio d'istinto affondando il viso tra il suo collo e la spalla, ed inizio a piangere. Lui mi abbraccia, istintivamente, serra le braccia intorno a me, come a volermi proteggere dal mondo esterno. Prova a calmarmi, sussurra parole tranquillizzanti al mio orecchio, e dopo alcuni minuti riesco a tranquillizzarmi un pò . Mi allontana un po' da se per potermi osservare, mi asciuga le lacrime rimaste sul viso, con una carezza, e mi sorride, sorrido anche io di rimando.- Meglio?- Annuisco, avverto ancora un magone in gola, non riesco a parlare.
-cosa è successo ?-distolgo lo sguardo, non voglio che si immischi. Non voglio dirglielo. -Non ne vuoi parlare?- scuoto la testa. -ok per adesso va bene, ora ti riporto a casa, poi mi spieghi- detto questo , prova a prendermi la mano per portarmi verso la moto, ma afferra proprio la mano con cui ho dato lo schiaffo al verme. È ancora indolenzita e quando prova ad afferrarla sobbalzo un po' , se ne accorge. Me l'afferra e la osserva per un attimo. -Vanessa che è successo?-Non rispondo distolgo lo sguardo, sento che le lacrime provano di nuovo a far capolino dal mio viso, cerco in tutti i modi di trattenerle-Vanessa rispondimi- dice in un tono calmo, ma arrabbiato, afferrandomi per le spalle e scuotendomi leggermente. Aspetta una mia reazione. Dal momento che non rispondo e non voglio voltarmi, mi afferra il mento con due dita, e mi costringe a guardarlo negli occhi. Mi osserva attentamente -Dimmi che non è vero- Cerco di chiedere gli occhi provando ad escluderlo. Mi fa una carezza, dolce. Ha capito.-aspettami qui--No- dico trattenendolo per un braccio. Osserva la mai mano, e gentilmente toglie il suo braccio dalla mia presa. -Torno subito- -Fermati Alex , non serve - Non mi ascolta è già dentro.
Spazio Autrice
Capitolo ricco di avvenimenti .... che ne pensate????
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Stammi lontana....ma non troppo (1)
ChickLitBattibecchi e scaramucce non mancano tra Vanessa e Alex. Non riescono proprio ad andare d'accordo quei due. Lei una ragazza solare, responsabile, con la battuta sempre pronta, che non si da mai per vinta. Affronta la vita di petto, seguendo il propr...